Borghi Sicilia: Piazza Armerina la Città dei mosaici - Enna-

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Borghi Sicilia: Piazza Armerina la Città dei mosaici - Enna-

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Pubblicato da Sicily Tourist in Enna e Provincia · 7 Dicembre 2021
Piazza Armerina (Ciazza nella locale lingua gallo-italica, Chiazza in siciliano) è un comune italiano di 21 389 abitanti del libero consorzio comunale di Enna in Sicilia, ed è sede di vescovado con un'estesa diocesi. Il territorio di Piazza Armerina sorge su un'altura dei monti Erei meridionali, nella parte centro-orientale della Sicilia, a 697 m d'altitudine. Fino al 1927 era capoluogo di un esteso circondario e sede di sottoprefettura, quando non era ancora stata istituita la provincia di Enna, alla quale fu inglobata.



La storia della città di Piazza (Armerina fu aggiunto nel 1862) ha inizio nel periodo normanno, ma il suo territorio fu abitato fin dalla preistoria, come dimostrano i ritrovamenti archeologici di Monte Navone e, soprattutto, di Montagna di Marzo. La città dovette essere fiorente in epoca romana, come è testimoniato dalla splendida Villa Romana del Casale dell'inizio del IV secolo d.C., con i suoi pavimenti in mosaico dal valore inestimabile. Nel corso dei secoli ha subito alterne vicende, ma ha spesso svolto ruoli politici di prestigio e la sua vita culturale ed economica è stata sempre particolarmente attiva, tanto da meritarsi l'appellativo di "città opulentissima" da parte dell'imperatore Carlo V.



Grandiosa fu l’ impresa che i Normanni compirono in Sicilia intorno al 1060, capitanati dal Conte Ruggero d'Altavilla, ultimo dei figli di Tancredi e fratello di Roberto detto il Guiscardo. La conquista dell'Isola dominata dagli Arabi apparve come una guerra santa di liberazione religiosa: il Pontefice Niccolò II donò, infatti, a Ruggero, quale segno di investitura e di auspicio per la liberazione dalla dominazione saracena, un drappo con l'effigie della Madonna col Bambino, dipinto, si dice, per mano di San Luca.
Il vessillo di guerra, rappresentò il signum victoriae che portò di vittoria in vittoria Ruggero sino a Plutia (l'antica Piazza Armerina) che fu innalzata a piazza d'armi delle milizie normanne. Fu così che il Conte normanno donò alla città, cui era legato da un vincolo d'alleanza, il labaro ricevuto dal Papa che presto venne ritenuto miracoloso e fatto oggetto di culto popolare.

Piazza Armerina è la base perfetta per partire all’esplorazione della villa romana del Casale, ma anche per prendersi qualche giorno di relax durante un giro della Sicilia, godendosi la vita del posto. Sono tanti i tour, privati e di gruppo, che includono Piazza Armerina e i suoi dintorni in un itinerario completo: vivrete esperienze indimenticabili facendovi raccontare i segreti di questo angolo di Sicilia, e potrete prendere parte a tour di ogni tipo a fianco di esperti del posto.





È un'antica città d'impianto medievale con un pregevole centro storico barocco e normanno. Città d'arte, già definita Urbs Opulentissima, con forte richiamo turistico per il suo importante patrimonio archeologico, storico, artistico e naturale, nota come la "Città dei Mosaici e del Palio dei Normanni".

Il più antico ritrovamento dell'uomo risale al Paleolitico Superiore, probabilmente all'Epigravettiano finale, riscontrato presso la contrada Ramata nei pressi della frazione di Pergusa ma ancora in territorio di Piazza Armerina. Una frequentazione neolitica è stata riscontrata sporadicamente nel territorio ma certamente è attestata presso la sommità del Monte Navone, nel quale gli scavatori rinvennero numerosi frammenti di ceramica impressa della facies di Stentinello. L'unica attestazione ben osservata e interpretata, per l'età dei metalli, è quella del villaggio capannicolo di Monte Manganello, dove l'uomo s'insediò a partire dalle prime fasi del Bronzo antico fino alle prime fasi del Bronzo medio, periodo nel quale in Sicilia si diffuse la cultura di Castelluccio. Nell'estate del 2000 la Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna indagò il sito archeologico portando alla luce alcuni resti delle antiche capanne e numerosi frammenti ceramici. I frammenti ceramici, costituiti perlopiù da coppe su piede e tazze, sono in corso di restauro e a breve saranno esposti nel futuro Museo della Città e del Territorio sito all'interno del Palazzo Trigona.

Dai ritrovamenti numismatici presenti sul Monte Navone non lontano dall'abitato si può presumere che qui esistesse un abitato di età greca, forse una sub-colonia di Gela e più precisamente la Hybla Geleatis di cui fa menzione Tucidide in seguito chiamata Stiela[9]. Sulla storia poi di Piazza dove è attualmente ubicata si sa con certezza solo dalla dominazione normanna in poi, in riferimento alla ricostruzione della città nel 1163 ad opera di Guglielmo II. Per il periodo precedente alla fondazione diverse sono le ipotesi. Alcuni autori del Seicento favoleggiarono di un villaggio chiamato Plutia di origine romana, ma nessuna fonte classica ha mai riportato tale località. Tuttavia secondo fonti musulmane riportate da Michele Amari nella sua Storia dei Musulmani di Sicilia, esisteva una città che gli arabofoni pronunciavano Iblâtasa o Iblâtana, abitata da comunità islamiche, che dovette sorgere su un villaggio preesistente che le cronache medievali (come il Fazello) indicavano più tardi come Casalis Saracenorum.



Tale villaggio potrebbe essere la Ibla Elatson o Ibla Elatton (Ibla minore) riportata da Idrisi che corrisponderebbe alla Ibla Geleate (ibla Gelese) descritta da Tucidide (per Pausania Ibla Gereate, per Stefano Bizantino Ibla Era o Minore). La città islamica venne ribattezzata Placia o Platsa dai Normanni che la conquistarono e la affidarono agli Aleramici. Re Guglielmo I di Sicilia, per punirla della sua ribellione capeggiata da Ruggero Sclavo, figlio illegittimo dell'aleramico Simone, conte di Policastro, che in pratica aveva trucidato la popolazione araba, la fece incendiare e distruggere nel 1161. Venne dunque ricostruita, nel 1163 più in alto da Guglielmo II sul colle Armerino e ripopolata con genti provenienti dalle aree "longobarde" settentrionali. Scavi recenti, condotti dall'università La Sapienza di Roma hanno messo in luce, nei dintorni della Villa Romana del Casale l'impianto di un villaggio di epoca medievale, presumibilmente riferibile alla città distrutta da Guglielmo il Malo.


Drappella o pennone della casata Suriano donato da Pietro III d'Aragona con le insegne del Re Pietro e nel Capo destro quelle della Casata dei Sorianos o Suriano
Nel 1396, fu eretto il castello aragonese di Piazza Armerina (Platea o Plaza in Spagnolo) per volontà di Martino I di Trinacria e della consorte regina Maria di Sicilia e duchessa di Atene e Neopatria, affinché rappresentasse un potente deterrente militare contro lo strapotere dei baroni siciliani contrari alla corona. Per tale motivo i giovani reali di Sicilia (allora a seguito dei trattati sottoscritti con gli Angiò, definiti reali di Trinacria), soggiornarono diverso tempo nel maniero. La castellania fu affidata al Gran Priore dei gerosolimitani Don Giovanni Suriano, già nominato come tale nel 1392 dai sovrani e parente della casa Reale d'Aragona per tramite lo zio don Angelo Antonio Achille I Suriano (o Sorianos nome catalano). Quale Gran Priore Giovanni sedette tra i primi scranni dei Pari del Parlamento Siciliano. Don Angelo Antonio Achille fu grande d'Aragona "Fueros de Aragón" e governò in nome di Pietro IV d'Aragona e successivamente di Giovanni d'Aragona tutta la valle del Gela, del Dittaino e del Caltagirone, e prima di lui il padre don Raimundo giunto in Sicilia nei pressi della costa Palermitana, successivamente ai Vespri Siciliani, recando proprie milizie per difendere la legittimità della pretensione al trono di Sicilia di Pietro III d'Aragona e la popolazione dalle ritorsioni degli Angiò.



La castellania di Giovanni fu il primo ed ultimo contado con potere baronale di mero e misto impero di Piazza, che successivamente, alla morte del Gran Priore, molto probabilmente eliminato dall'Almirante Don Bernart Cabrera[14], che aveva mire di acquisire la contea di Piazza, questa divenne libera Universitatae. La nomina del Gran Priore costituì una solida garanzia di fedeltà della città di Piazza alla corona, sia per i legami di parentela del castellano con i reali, sia per la saggezza e la rinomata capacità di condottiero del Gran Priore, il cui padre don Pasquasio (Pasquale) ebbe in feudo la vastissima terra di Ramursura posta tra Barrafranca e Piazza, appartenuta al barone Raimondo Manganelli, dopo la sconfitta di questi, da parte delle truppe di Don Angelo Antonio Achille. Il barone Manganelli fu sconfitto assieme al suo alleato Don Scaloro degli Uberti conte di Assoro e ribelle della corona, proprio sotto le mura del castello di Assoro.

Dopo la morte del gran Priore e la fine della età dei Martini e poi dei Trastamara a questi succeduti, Piazza ottiene il titolo di libera Universitatae, come promesso dalla regina Bianca di Navarra, seconda moglie del giovane sovrano Martino I. La Città viene dotata di un proprio senato ed autonoma dalle decisioni della castellania imposta dal tiranno Cabrera, grande almirante del regno, che aveva provveduto dopo la morte (probabilmente da lui ordita) del Gran Priore di nominare Castellano, contro la volontà regia e del popolo piazzese, un suo alleato fedele tale Alfonso De Cardines già capitano della roccaforte di Gaeta, ma ciò fu impedito dai Piazzesi e dal cugino di Don Giovanni Suriano il Gran Priore, ossia Don Angelo Antonio, che sollevò la popolazione contro il Cabrera, il castello fu isolato con un lungo assedio. Fu così che la casata dei De Cardines non osò mai entrare in possesso reale del castello ne tantomeno abitarlo. La roccaforte divenne, sotto il governo borbonico, una prigione. La Città di Piazza divenuta libera Universitatae è sede di senato e di tribunali, come fu nel periodo federiciano.

Nel 1517 Carlo V la fregia del titolo di Città, con appellativo ufficiale di Urbs Opulentissima. In ricordo della notevole compagine catalana che favorì la ricchezza del territorio, nella città di Piazza esiste ancora una "porta catalana". In questo periodo Piazza è capitale di una Comarca che riunisce a sé i diversi paesi lombardi, accomunati da un linguaggio e una storia comuni. Dal 1689 fino al 1817 è sede della quarta Università del Regno. Dal 1817 è anche sede di vescovado con una vasta diocesi, mentre ottiene il titolo di Armerina nel 1863. Persa la sua egemonia sul territorio venne accorpata alla Valle di Caltanissetta e dal 1926 passò alla Provincia di Enna. Nel 2015 Piazza Armerina, con un referendum popolare e due votazioni del consiglio comunale, delibera l'adesione alla Città metropolitana di Catania, ma il disegno di legge predisposto dal Governo regionale per la conseguente modifica territoriale (ex art. 44 della L.R. n. 15/2015) non è stato approvato dall'ARS.

Da vedere a Piazza Armerina:
Piazza Armerina è costituita da questi quattro quartieri storici: Canali, Casalotto, Castellina e Monte. Quest'ultimo era definito il "quartiere dei nobili" ed è quello in cui si erge il monumento che domina con la sua imponenza l'intero borgo, ovvero il Duomo, dedicato a Santa Assunta.



Il Duomo è collocato al centro del paese, attorniato da viuzze tipicamente medievali e da bellissimi palazzi realizzati in stile rinascimentale e barocco. Giunti nelle sue vicinanze, si potrà notare la presenta di una robusta mole del campanile, alto circa 44 metri. Il nostro consiglio è quello di non limitarsi ad osservare esclusivamente la parte esterna di questa imponente struttura. Spostandosi al suo interno, infatti, l'opera che non si potrà assolutamente lasciare scappare di mano è il bellissimo Crocifisso Ligneo, risalente addirittura al 400, collocato sull'altare maggiore. Il proprio viaggio turistico dovrebbe includere anche un salto al Museo Diocesano, che custodisce ricchi ed antichi tesori, costituiti da reliquiari in argento e da pregevoli paramenti. Anche in questo caso, non ci rimane altro da fare che consigliarvi di visitarlo, avendo l'accortezza di non disturbare con il flash della macchina fotografica.



Nella Piazza del Duomo si può anche notare l'affascinante Palazzo Trigona, realizzato in mattoni di terracotta ed in pietra arenaria locale. Questo palazzo è appartenuto al casato nobiliare più importante della Sicilia, e sull'architrave del balcone centrale vi campeggia ancora il fregio della casata. Non allontanandosi dal borgo, si potrà ammirare l'imponente Castello Aragonese, che presenta una planimetria dall'aspetto regolare e quadrilatera, tipica dei castelli federiciani. Tuttavia questa struttura può essere ammirata esclusivamente dall'esterno, dal momento che è chiusa al pubblico.
Uscendo dalla cittadina, sarà possibile ammirare i resti delle mura medievali, che un tempo attorniavano il borgo, nonché la Porta Castellina, che costituisce l'antico ingresso al centro abitato. Inoltre, affianco alle mura c'è da scoprire anche la Torre del Padre Santo. Vi consigliamo di osservarla con molta attenzione, e soprattutto di soffermarsi sui particolari del balcone barocco e delle finestre rinascimentali. Spostandosi nell'immediata periferia di Piazza Armerina, non è possibile perdersi la "Villa del Casale". Questa struttura è rinomata per i suoi 3500 metri quadri di mosaici, e dal 1997 è stata anche inclusa tra i Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.



Per tutti coloro che amano particolarmente il verde, a pochi km dal paese è possibile rilassarsi nel Parco della Ronza, che rappresenta un bellissimo giardino, ricco di alberi e di vegetazione. Al suo interno, in particolare, sarà possibile scorgere le strane "Rocce Incantate", ossia delle rocce che a seconda della modalità con cui la luce del sole le colpisce, danno vita a differenti forme immaginarie. Sicuramente, chiunque ha l'intenzione di visitare queste terre, resterà colpito dalla bellezza di questo paesaggio davvero suggestivo.

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