Bellezze di Sicilia: L'Altopiano dell'Argimusco
Pubblicato da Sicily Tourist in Messina e Provincia · 28 Luglio 2022
In Sicilia, al confine tra i Nebrodi e i Peloritani, a cavallo tra i comuni di Montalbano Elicona, Tripi e Roccella Valdemone, sorge un misterioso luogo in cui si ergono imponenti rocce di arenaria dalle forme zoomorfe e antropomorfe. L’Altopiano dell’Argimusco è uno tra i luoghi più surreali della Sicilia, ideale per chi è sempre in cerca di chicche poco conosciute, viaggi del “mistero” e, perché no, itinerari di trekking tra verde e natura (proprio accanto si trova il pittoresco Bosco di Malabotta).
L'area dell'Argimusco si estende su un vasto altipiano compreso tra i 1165 ed i 1230 metri s.l.m., proprio al centro del territorio abacenino, laddove l'asprezza dei Peloritani lascia spazio alla dolcezza del Nebrodi.
Ci troviamo nell'antica Val Demona, in provincia di Messina. Situate nei pressi del borgo di Montalbano Elicona e della Riserva Naturale del Bosco di Malabotta, le Rocche dell’Argimusco rappresentano uno dei più interessanti complessi rupestri dell’intera Italia meridionale.
In questo sito naturalistico regnano incontrastate pietre millenarie avvolte da un silenzio che è spezzato solo dai suoni degli armenti e dall’ululato del vento.
Ed è proprio l’azione degli agenti atmosferici, principalmente il vento e l’acqua, che ha modellato le enormi rocce, creando pietre dalle particolari figure antropomorfe e zoomorfe.
In seguito l’uomo scoprì questo luogo senza tempo, iniziando a frequentarlo, a contemplarlo ed a utilizzarlo. Tra gli svariati motivi di utilizzo uno tra tutti acquisì ben presto primaria importanza: l’osservazione del cielo.
Così le grandi rocce e l’intero paesaggio furono scelti per praticare l’astronomia, per decifrare i movimenti degli astri, giungendo a scoprire l’alternarsi delle stagioni e fissare le basi per un pratico e utile calendario. Ciò è accaduto migliaia di anni fa in diversi luoghi della Terra.
E sembra che ciò avvenisse proprio all’Argimusco, un pianoro dove si svolgevano riti sacri, dove la terra si unisce al cielo formando il paesaggio sacro per eccellenza.
Questo luogo atavico ben presto diventò un osservatorio astronomico naturale, e molte delle pietre in esso presenti furono lavorate per fini precisi. Questo sito naturalistico ed archeologico da molti è stato già definito come la ‘Stonehenge siciliana’, ma questa dicitura è errata, in quanto all'Argimusco non si trovano megaliti ma pietre naturali, alcune delle quali lavorate. Se si volesse fare un parallelismo sarebbe quindi più corretto parlare di 'Marcahuasi siciliana'.
I nomi e le forme dei Megaliti
Seguendo il sentiero principale si ha la possibilità di vedere tutti i megaliti più conosciuti dell’Altopiano dell’Argimusco:
Grande Mammut;
Piccolo Mammut;
La Porta;
Il Varco del Leone o Sacerdote: uno spazio tra due mehir da cui è possibile vedere il sorgere del sole durante i solstizi;
La Rupe dell’Acqua o Orante: è il megalite più famoso, sulla cui cima si trova una vasca rettangolare dove si ritiene che in passato si svolgessero i riti sacri dell’acqua;
La testa di Serpente;
La Grande Rupe;
La Cresta del Drago;
L’Aquila;
L’Elefantino.
Come arrivare all’Altopiano dell’Argimusco
L’Altopiano dell’Argimusco si trova in provincia di Messina, a pochissimi chilometri di distanza da Montalbano Elicona, nella zona dei Nebrodi. L’unico modo per poter raggiungere la località è in macchina/moto (o in pullman con escursioni organizzate):
- Da Palermo (2 ore e 40 minuti) o Messina (1 ora e 20 minuti): lungo l’autostrada A20 Messina – Palermo, imboccare l’uscita di Falcone e proseguire verso Montalbano Elicona. L’Altopiano dell’Argimusco si trova a 10 chilometri (15 minuti) di distanza dal centro storico.
- Da Catania (circa 1 ora e 45 minuti): tramite l’autostrada A18 Messina – Catania, imboccare l’uscita Fiumefreddo e proseguire verso Solicchiata. Da lì proseguire verso Roccella Valdemone e, infine, seguire le indicazioni per Sito Argimusco.
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