Borghi Medievali Siciliani da visitare - NICOSIA il Borgo dei 24 Baroni, Enna
Pubblicato da Sicily Tourist in Enna e Provincia · 21 Agosto 2025
Tra i borghi più caratteristici della provincia di Enna, Nicosia è spesso confuso con la capitale nonché città più popolosa dell’isola di Cipro, invece è una realtà tutta italiana pronta per essere svelata agli occhi attenti dei visitatori più curiosi. Non in molti, infatti, sanno che ai tempi dei Borboni era una città di notevole importanza, ed ancora oggi riesce a stupire nonostante non sia molto spesso inclusa nei canonici circuiti turistici.

Nicosia nasce probabilmente nel VII secolo, in epoca bizantina, dopo che il territorio era già stato abitato dai Greci. Secoli di storia e varie dominazioni, che hanno lasciato una traccia indelebile che ne caratterizza ancora oggi l’aspetto, gli usi e costumi.
Un momento rilevante per la storia della città, è la sua ripopolazione ai tempi dei Normanni. Qui si trasferirono genti dal nord Italia, che portarono un nuovo dialetto, parlato ancora oggi dai più anziani, il cosiddetto gallo-italico. Si tratta di un dialetto per lo più incomprensibile al resto dei siciliani, parlato anche in altri paesi della Sicilia, tra cui Sperlinga e Piazza Armerina, e che presenta varie similitudini con il francese. Un retaggio dal passato, che si cerca di mantenere in vita. I nuovi coloni, chiamati lombardi (e detti anche Mariani), iniziarono una difficile convivenza con la popolazione greco-bizantina già presente (i Nicoleti). Si creò un’accesa rivalità, religiosa oltre che etnica. La città si trovò divisa in due: la parte più alta, che gravitava attorno alla Chiesa di Santa Maria (di rito latino) abitata dai lombardi, e la parte più bassa abitata dai greci, raccolti intorno alla chiesa di rito greco di San Nicola. La disputa tra Mariani e Nicoleti durò per secoli. Entrambe le chiese, infatti, si contendevano il ruolo di Chiesa Madre. Ad avere la meglio, la Chiesa di San Nicola, collocata nella piazza principale di Nicosia, uno spazio che oggi accoglie anche il Municipio, e da cui partire alla scoperta del borgo, in un percorso che abbraccia varie epoche, dal periodo medievale, sino all’età barocca.

A Nicosia, oltre all`antico titolo di "Costantissima” (risalente alla dominazione normanno-sveva), è attribuita anche la denominazione di città dei 24 baroni che, al di là dell’apparente e ovvia interpretazione, ha dato origine nel tempo ad una querelle di non facile soluzione!
Quando la città ha assunto tale denominazione erano veramente 24 i Baroni che vi abitavano ? chi erano tali Feudatari ? Quali Baronie possedevano ?
Nei primi anni del dominio aragonese, vengono citati solamente Filippo d’Isaccio (o d’Itaccio) e Giovanni Calderara. Antonio Marrone , riprendendo il Mugnos, ci conferma la presenza di questi rari baroni (o loro discendenti) nicosiani del 1343, riportando degli … eredi di Nicolò d’Itaccio di prosapia longobarda e del … barone Itaccio Filippo e barone Giovanni Caldarara di prosapia lombarda, i cui successori si dilatarono per altre terre e città del Regno .
Alla fine del XV e all’inizio del XVI secolo, iniziano ad essere riportati (nei Libri delle Investiture della Real Cancelleria di Palermo) le prime Baronie possedute da famiglie nobili che abitavano a Nicosia; il primo ad essere riportato, in data 28 Aprile del 1450, è Pietro Sabia che ottenne il privilegio di vedere eretto in pheudum le sue terre di Malpertuso (e in seguito anche quelle di San Basilio).
Bartolomeo Provenzale, nel suo m.s. (Nicosia Città di Sicilia, Antica, Nuova, Sacra e Nobile - Nicosia, MDCXCV), dà ulteriori importanti informazioni sulla nobiltà nicosiana del suo secolo; in particolare egli riporta che le famiglie nobili con titolo baronale esistenti a Nicosia a fine 1600 erano:
1) Alessi baroni di Sisto,
2) Basilotta baroni di Sant`Andrea e sette feudi,
3) Gussio baroni di Mancipa e Passarello, di Buterno e Grado;
4) Nicosia baroni di San Giaime e Puzzo;
5) Pontorno baroni di Vaccarizzo;
6) Speciale baroni di Santa Maria La Nova,
7) Testa baroni di San Basile,
8) Valguarnera baroni del Pozzo (di Assoro);
9) La Via baroni di Sant’Agrippina.

Allegato al documento riguardante la creazione della Mastra dei Nobili a Nicosia nel XVIII secolo (Privilegio del Tribunale del Real Patrimonio, poi registrato … in Libro Gratiarum et privilegiorum huius Urbis …Die duodecimo Septembris 1712) vi è un altro elenco delle famiglie nobili di Nicosia, con relativo titolo di Barone, che risultano essere i seguenti: 1) Alessi (Giovanni Vincenzo Maria b.ne di Sisto e Nicolò b.ne di Montegrosso); 2) Beritelli (barone Giacomo); 3) Aceto (barone Cesare); 4)Falco (barone Ercolano); 5) Gussio (barone Lorenzo); 6) La Via (barone Giuseppe e baroni Giovanni e Antonino); 7) Nicosia (barone Filippo): 8) Salomone (Michele barone di Salinella); 9) Speciale (Gabriele barone del Regio Secreto, Giuseppe b.ne di San Carlo); 10) Valguarnera (Francesco barone).
Agli inizi del XIX secolo, a causa della contesa con Troina per assicurarsi l’erigenda diocesi vescovile, nel documento Paragone fra le città di Nicosia e Troina, riportato da mons. Gioco nel libro Nicosia Diocesi, vengono elencate le prerogative delle due città aspiranti; il documento riporta importanti notizie sulle caratteristiche di Nicosia quali il numero degli abitanti (18 mila), i feudi in possesso dell’Universitas (n. 16), etc.
Insieme ad altre interessanti notizie, il documento riporta anche la descrizione della nobiltà nicosiana, precisando:
il numero di nobili presenti a Nicosia, dove si contavano 209 Nobili Squittinati di famiglie distinte (i nobili squittinati erano quelli inscritti nella Mastra Nobile);
la presenza di Baroni Feudatari che sono padroni di 24 Feudi, parte con Mero e Misto Impero (10) e parte di sola Infeudazione (8 con Feudo Nobile e 6 con solo Titolo); si precisa anche che essi abitano …15 Baroni nel quartiere di S. Nicolò e 3 Baroni nel quartiere di S. Maria.
E’ allora verosimile che la denominazione “città dei 24 baroni, sia stata affibiata a Nicosia allorché venne creata la neo-diocesi (17 Marzo del 1817) e, in base a quanto riportato nel Paragone fra le città di Nicosia e Troina, 24 erano le Baronie e non i Baroni (che erano invece 18).

La città attuale si è formata attorno al Castello, situato sulla roccia più alta della città, di cui oggi rimangono i ruderi di due torri di guardia e dell’imponente bastione del ponte Normanno con l'arco a sesto acuto, al cui interno vi è lo stemma normanno. Reperti di teracotta del VII secolo a.C. e le grotte disseminate nella zona dimostrano che fu costruito dove sorgeva l’acropoli di un’antica città. Il castello venne costruito nel periodo bizantino come avamposto difensivo e, nel 1062, conquistato dai Normanni con a capo il Conte Ruggero, che fece ricostruire e fortificare le mura di cinta.
Passeggiando per le viuzze del centro storico, tra le case antiche e le scalinate, non mancano le ispirazioni artistiche e culturali. Ne sono un esempio gli arabeschi, i capitelli, i fregi e le statue che arricchiscono i palazzi nobiliari delle vie principali e delle piazze.

La Cattedrale, dedicata a San Nicola di Bari, fa bella mostra di sé con i rosoni intagliati ed intarsiati in pietra e colonnine, stemmi ed arabeschi che ne impreziosiscono la facciata: il portale maggiore in stile gotico normanno è decorato da statue raffiguranti le virtù cardinali e per la sua bellezza è stato definito Porta del Paradiso.

Al suo interno il soffitto di legno dipinto è una vera rarità di arte pittorica siciliana del Quattrocento. L’edificio rappresenta, insieme alla torre campanaria, il monumento più importante della città ed è stato infatti dichiarato Monumento Nazionale. Anche la Chiesa del SS. Salvatore è un’attrazione da non perdere: si erge in alto su una rupe che domina il centro abitato e si presenta in stile romanico. Costruita tra il XI ed il XII secolo si estende per una superficie di circa trecento metri quadri ed è costituita da un' unica navata, da una cappella dedicata a Santa Rita e dai locali della sagrestia disposti su due elevazioni. Una sua particolarità si trova sul portale, dove una targa in pietra riporta le date degli arrivi delle rondini: è il calendario delle rondinelle.

Durante la dominazione degli Spagnoli, Nicosia ricevette nel 1535 la visita dell'Imperatore Carlo V d’Asburgo. In quell'occasione gli artigiani del posto realizzarono un piccolo trono, in onore all'Imperatore, che viene tuttora conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, che domina con la sua mole l’intero paesaggio cittadino. Il prospetto della chiesa, tipicamente barocco, non è mai stato ultimato. La facciata, a due ordini, è animata da tre aperture in corrispondenza delle navate, tra cui spicca il grandioso portale principale, tardo barocco e finemente scolpito, sormontato da una grande finestra rettangolare. L’interno è a tre navate inframezzate da arcate a tutto sesto e una grande cupola che si erge sulla crociera del transetto, arricchito da stucchi e un grande affresco nella calotta absidale. Fuori la basilica, in basso, si apre Largo San Vincenzo dove si eleva la chiesa di San Vincenzo Ferrerio, fatta costruire dal barone Nicolò Cancellario alla fine del 1600 e annessa anticamente ad un convento di suore di clausura: a testimonianza di questo la balconata chiusa da inferriate a botte che circonda in alto la chiesa.

Al suo interno si presentano affreschi, statue e dipinti di notevole fattura. Tra gli edifici religiosi di particolare importanza anche la Chiesa di San Biagio con pitture di Velasco e la Chiesa di San Calogero con pitture del Randazzo. C’è poi il Convento dei frati cappuccini, con la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, che vanta una storia antica in quanto fondato dai padri Cappuccini intorno al 1500. Per struttura è il terzo in Sicilia e possiede un grandissimo orto che lo circonda, dove vengono organizzati diversi eventi. Oltre a custodire un reliquiario e le spoglie mortali di San Felice da Nicosia, il convento, che venne trasformato poi in carcere, ospita anche l’area della cella in cui è vissuto San Felice e indica anche il luogo in cui sorgeva il pozzo da cui attinse l’acqua col paniere.

Ma chi visita questa zona della Sicilia è attratto anche dalle meraviglie naturalistiche. La Riserva Naturale Sambughetti – Campanito è la maggiore riserva naturale della provincia e si estende tra i Comuni di Nicosia e Cerami, regalando vedute sono mozzafiato tra laghetti trasparenti e sorgenti di acqua purissima, rocce calcaree e sentieri da dove avvistare i rapaci tipici come il falco pellegrino. Del comune di Nicosia fa parte anche il Monte Altesina, che sorge tra i monti Nebrodi e le Madonie e costituisce una roccaforte naturale dove ammirare boschi di lecci e meravigliose querce. A tal proposito scopri di più sul Parco dei Nebordi e delle Madonie.
Tra le tipicità gastronomiche non mancano di stupire i prodotti tipici, tra cui il dolce per eccellenza, ovvero il nocattolo: si tratta di una preparazione e base di pasta frolla e mandorle che viene tramandata da generazione in generazione ed oggi è presente in tutte le tavole dei nicosiani soprattutto durante il periodo natalizio. Non scordiamoci di visitare, a circa cinque chilometri da Nicosia il Castello di Sperlinga, uno dei gioielli della storia medievale della Sicilia.
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