Meraviglie di Sicilia: Macalube di Aragona

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Meraviglie di Sicilia: Macalube di Aragona

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Pubblicato da Sicily Tourist in Agrigento e Provincia · 16 Luglio 2023
La riserva naturale “Macalube di Aragona”, ubicata a 15 km da Agrigento, nei territori comunali di Aragona e Joppolo Giancaxio (AG), è stata istituita per tutelare la rarissima testimonianza dei cosiddetti “vulcanelli di fango freddi”, al cui interesse geomorfologico e genetico si aggiunge anche quello relativo ai meccanismi di formazione del metano. Il territorio della riserva presenta i caratteri paesaggistici tipici dell’entroterra siciliano, con prevalenza di forme collinari dal profilo tondeggiante legate alla presenza dei depositi argillo-marnosi, incise da una fitta rete di solchi vallivi poco profondi, percorsi nei mesi autunnali ed invernali da acque di origine meteorica. In questo contesto generale spicca una landa circolare, ricoperta da argille cineree e da crepe da cui si elevano, quasi a ricordare un paesaggio lunare, piccoli coni dai quali fuoriescono rivoli di fango argilloso: è la cosiddetta Collina dei Vulcanelli.



Si tratta di un raro fenomeno geologico che, per analogia morfologica con quello vulcanico, viene definito vulcanesimo sedimentario e che rientra tra le manifestazioni petrolifere superficiali di tipo gassoso. Il gas, per effetto della pressione cui è sottoposto, sfugge dal sottosuolo attraversando tali discontinuità trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua. Il materiale viene quindi deposto in superficie dove dà luogo ad un cono di fango, più o meno regolare, dalla cui sommità, attraverso un cratere, fuoriesce il gas. La miscela di gas esalati dalle Macalube di Aragona è costituita prevalentemente da metano, con basse concentrazioni di anidride carbonica, di elio ed altri costituenti in traccia. La loro origine è di natura biogenica, il che esclude qualunque connessione con fenomenologie di origine vulcanica. La collinetta delle Macalube viene localmente chiamata anche “Occhiu di Macalubi” in ragione della sua forma circolare e del colore biancastro della polvere di cristalli che su essa si deposita per evaporazione dell’acqua, ricca di sali, che dai vulcanelli fuoriesce. Periodicamente, quando le normali vie di sfogo del gas si ostruiscono e la pressione degli accumuli di gas al di sotto della superficie supera la pressione litostatica, la collina viene interessata da eruzioni esplosive che interrompono il normale deflusso dei gas. Durante tali eventi, ingenti masse di materiale argilloso misto a fango, acqua e gas vengono scagliate a notevole altezza (il termine “macalube”, con cui viene definito in geologia il fenomeno, deriva probabilmente dall’arabo “maqlùb”: ribaltamento, rovesciamento). La particolare rarità e l’estensione del fenomeno geologico conferiscono alla riserva caratteristiche di assoluta unicità.



Probabilmente il nome Macalube deriva dall'arabo maqlub che significa "ribaltamento, rovesciamento". Queste "esplosioni di fango" accadono quando nel sottosuolo si accumulano grandi quantità di gas a causa dell'ostruzione temporanea delle normali vie di sfiatamento, che, quando riescono a sfondare il suolo, liberano la loro energia. In alcuni casi si determina anche l'accensione per auto-innesco dei gas, che dà luogo alle rare e spettacolari "fontane ardenti". La particolare rarità dei fenomeni tutelati all'interno della Collina dei Vulcanelli fanno della Riserva un luogo unico e sorprendente.



Gli itinerari esistenti all'interno della Riserva sono due, e si percorrono in circa due ore. Il primo è un itinerario geologico che conduce fino alla Collina dei Vulcanelli. Qui le guide autorizzate dall'Ente gestore spiegano il fenomeno geologico. Il secondo è un itinerario naturalistico che conduce alla visita di alcuni "stagni temporanei mediterranei", aree umide che variano di dimensione e umidità a seconda dei diversi periodi dell'anno. La prenotazione delle visite guidate è obbligatoria prendendo contatto con gli uffici della Riserva. Vi consigliamo di visitare la riserva in inverno, all'inizio della primavera e in autunno. In estate il fenomeno delle fuoriuscite di fango è fortemente attenuato o scompare del tutto.



Storia e leggenda
L'Occhiu di Macalubi (appellativo locale della zona) ha da sempre esercitato un grosso fascino sulla popolazione locale e sui viaggiatori stranieri.
Le più antiche descrizioni dell'area si debbono a Platone, Aristotele, Diodoro Siculo e Plinio il Vecchio. In epoca romana il fango sgorgante dal terreno veniva utilizzato per cure reumatiche e trattamenti di bellezza[senza fonte].
Nel corso dei secoli il luogo ha ispirato numerose leggende: secondo una di queste, i fenomeni eruttivi dell'area sarebbero iniziati nel 1087, a seguito di una sanguinosa battaglia tra Arabi e Normanni: il liquido grigiastro sospinto dall'attività eruttiva fu così ribattezzato sangu di li Saracini (sangue dei Saraceni).
Un'altra leggenda vuole che un tempo nell'area sorgesse una città, e che un giorno, a causa di un'offesa fatta alla divinità locale, la città fosse stata sprofondata nelle viscere della terra[senza fonte].
Guy de Maupassant, giunto nel sito nel 1885 durante una tappa di uno dei suoi viaggi, descrisse i vulcanelli di fango come "pustole di una terribile malattia della natura".

Come arrivarci:
Si raggiunge Aragona percorrendo la SS 189 Agrigento-Palermo. Dal centro abitato una segnaletica conduce fino alla Riserva, posta a circa 4 km di distanza.

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