Arcipelago delle Eolie: Isola Filicudi

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Arcipelago delle Eolie: Isola Filicudi

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Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Messina e Provincia · 28 Giugno 2022
Filicudi "l'isola magica"  si estende su una superficie di 9,7 km², e costituisce, insieme ad altre sei isole, l'Arcipelago delle Isole Eolie. Amministrativamente fa parte del comune di Lipari (ME). anticamente era nota come Phoenicusa, temine che sta a significare ricca di felci, ovvero di una caratteristica palma nana ancora presente sui promontori dell'isola.



La località di Stimpagnato, nel sud-est dell'isola, è abitata da turisti soltanto durante l'estate. Ad oggi i principali prodotti agricoli dell'isola sono i capperi ed i fichi. La principale voce dell'economia locale è il turismo. La pesca non è praticata intensamente, mentre lo è quella amatoriale o comunque non professionale. Biennale d'arte. É presente sull'isola una sezione del Museo Archeologico Eoliano, con reperti provenienti dagli scavi di Capo Graziano e da altre zone delle Isole Eolie. Molto interessanti sono le rovine del villaggio Neolitico sul promontorio di Capo Graziano. I reperti ritrovativi testimoniano la presenza sull'isola, durante il Neolitico, di una fiorente industria e lavorazione dell'ossidiana.



Versanti scoscesi e coste rocciose, caratterizzano questa piccola isola formata da un gruppo di crateri tra i quali il più alto è Fossa delle Felci (773 m).
L' isola di Filicudi è dotata di due approdi, Filicudi Porto e Pecorini mare, quest'ultimo, attualmente, non è praticabile dagli aliscafi e dalle navi.

Si approda dunque a Filicudi Porto, una bella ed ampia insenatura dominata a sinistra ( per chi arriva dal mare) da Capo Graziano, una fortezza naturale dove sono visibili i resti di un villaggio preistorico. La zona degli scavi è recintata, e per visitarla ci si rivolge ad un guardiano.
I basamenti in pietra delle capanne e le pregiate ceramiche rinvenute, oggi esposte a museo di Lipari, testimoniano l'importanza dell'isola sin dall'età del bronzo.



Nelle spiagge di Filicudi non c'è sabbia ma solo ciottoli arrotondati. La più "in" è Le Punte; la si può raggiungere a piedi dal molo, in alternativa, Pecorini mare o la spiaggia del porto. Via mare è d'obbligo una tappa all'ampia Grotta del Bue Marino larga 30 m e cosi chiamata dai vecchi pescatori perchè, forse, qui trovava rifugio la foca monaca.



Il mare, nel tempo, ha formato una deliziosa spiaggetta sul fondo, e l'ampiezza e la profondità consentono alle imbarcazioni di potervi entrare. Poco lontano si erge in mezzo al mare l'altissimo scoglio di origine vulcanica che per la sua forma è chiamato La Canna.

Geografia:
L'isola di Filicudi è la quinta isola in ordine di grandezza dell'arcipelago delle Eolie e la seconda isola più occidentale dell'arcipelago (dopo Alicudi); è situata a circa 24 miglia nautiche a ovest di Lipari. È dominata dal monte Fossa delle Felci, un vulcano spento alto 773 m. Oltre ad esso, di vulcani ce ne sono ben altri sette (La Sciara, Montagnola - Piano Sardo, Monte Terrione (chiamato anche "Torrione"), Monte Guardia, Capo Graziano, Monte Chiumento, Riberosse), tutti spenti da molto tempo e di conseguenza fortemente segnati dall'erosione.
La popolazione, circa 250 abitanti (che diventano 3000 nella stagione estiva), è distribuita tra i centri di Filicudi Porto, Valdichiesa, Pecorini, Pecorini a mare, Canale e Rocca di Ciavoli, collegati tra loro dall'unica strada asfaltata dell'isola e da una fitta trama di strade pedonali. La località di Stimpagnato, nel sud-est dell'isola, è abitata da turisti soltanto durante l'estate.
Altri centri abitati minori dell'isola sono: Siccagni (accessibile solo dal mare e situato ad ovest), Zucco Grande (antico centro nella parte nord-est dell'isola), Serra di Rando, Portella, Guardia, Le Punte, Rosa, Timpone, Liscio. Gli abitanti si chiamano filicudari ed il loro dialetto è il filicudaro. Le antiche genti di Sicilia, fino ai primi del '900, la denominavano anche "Isola del diavolo" o "delle streghe".



Ambiente:
Sull'isola vegeta la macchia mediterranea composta dal cappero, ginestra, ulivo, lentisco, carrubo, Artemisia arborescens, Erysimum brulloi, Centaurea aeolica. Tra gli uccelli, il falco pellegrino, il lodolaio, il falco della regina e il falco cuculo.


Storia:
Molto interessanti sono le rovine del villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano. Recentemente sono state portate alla luce altre rovine (sempre nella zona di Capo Graziano) che hanno preso il nome di Rovine di Filobraccio. I reperti ritrovati testimoniano la presenza sull'isola, durante il Neolitico, di una fiorente industria e lavorazione dell'ossidiana. È presente sull'isola una sezione del Museo archeologico eoliano, con reperti provenienti dagli scavi di Capo Graziano e da altre zone delle isole Eolie.

Relitti navali:
  • Relitto A. Localizzato nella secca di Capo Graziano e datato alla metà del II secolo a.C., aveva un carico costituito da anfore vinarie del tipo Dressel 1B, insieme a vasellame in ceramica a vernice nera del tipo Campana A e Campana B, da ceramica acroma tra cui un askos, una pelvis e un lagynos. Dalla stessa nave provengono tre ceppi d'àncora in piombo, decorati con delfini ed astragali.
  • Relitto C. Localizzato presso la secca di Capo Graziano, è datato all'età augustea. Il carico era costituito da anfore del tipo Haltern 71/Oberaden 83.
  • Relitto E. Scoperto nel 1968 presso la secca di Capo Graziano, apparteneva ad una nave di commercio armata con cannoni veneziani del XVI secolo.
  • Relitto F. Localizzato presso Capo Graziano e datato alla prima metà del III secolo a.C., trasportava un carico composto da anfore greco-italiche e da ceramica a vernice nera e acroma.



Luoghi di interesse:
  • Il tramonto, da Stimpagnato, con vista sullo Scoglio la Canna e con lo sfondo di Alicudi.
  • Il villaggio neolitico e l’ara sacrificale sul promontorio di Capo Graziano.
  • Le Macine, accessibili dalla mulattiera che conduce al villaggio neolitico.
  • La spiaggia, nella località "Le Punte".
  • Il villaggio di Filo Braccio.
  • La spiaggia, nella località "Brigantini" .
  • La Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano, nella località Valle di Chiesa .
  • La Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe, nella località Pecorini .
  • Lo Scoglio Giafante.
  • La Punta del Perciato, con un caratteristico arco naturale .
  • La Grotta del Bue Marino.
  • Il Fossa delle Felci.
  • La sede della sezione distaccata del Museo eoliano in località Porto.



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