Ustica: la Perla nera del Tirreno
Pubblicato da Sicily Tourist in Palermo e Provincia · 4 Agosto 2022
L'isola di Ustica si trova nel Mar Tirreno a circa 67 km a nord-ovest di Palermo e a 95 km a nord-ovest di Alicudi, ma non fa parte delle Isole Eolie; occupa una superficie di circa 8,65 km² con una circonferenza di 12 km e misura 3,5 km di lunghezza e 2,5 km di larghezza.
Piccola parte emersa di un vulcano sottomarino, il Monte Anchise, Ustica è uno sperone di terra e roccia di soli 8,5 km quadrati. Lambita dalle correnti ricche di plancton dell’Atlantico, che entrano nel Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra, e valorizzata da una morfologia sottomarina ricca di picchi, scoscendimenti, grotte e cunicoli, l’isola offre alcuni dei fondali più belli del Mediterraneo per la ricchezza di flora e fauna.
Sono presenti oltre il 50% di tutte le specie mediterranee, è diventata l’isola cult dei subacquei, aiutata anche dal fatto che dal 1986 è la prima Riserva Marina Italiana. Dal 1959, inoltre, quest’isola scura, per il colore predominante della lava solidificata, ospita la Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee, intuizione geniale che impose al gotha dello sport subacqueo un’isola fino ad allora nota unicamente come luogo di confino per detenuti politici e condannati per reati comuni.
La caratteristica naturale dell'isola è la presenza di numerose grotte che si aprono lungo le coste alte e scoscese, così come numerosi scogli e secche presenti tutt'intorno all'isola; sono da menzionare la grotta Verde, grotta Azzurra, grotta della Pastizza, grotta dell'Oro, grotta delle Colonne e gli scogli del Medico e della Colombara.
Gli antichi romani la chiamavano Ustica (da ustum, "bruciato"), mentre presso i greci era nota come Osteodes, Οστεώδες, "ossario" per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Da alcuni, come lo storiografo neozelandese L.G. Pocock e lo scrittore Marco Carlo Rognoni, viene ritenuta l'isola Eèa, la dimora della maga Circe citata nell'Odissea, che trasformava gli incauti visitatori in maiali.
Gli insediamenti umani risalgono al Paleolitico; alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di un antico villaggio cristiano. Sepolture, cunicoli e una gran quantità di reperti archeologici ritrovati anche sott'acqua, a causa dei tanti naufragi avvenuti nel tempo, testimoniano una presenza costante, nel luogo, di vari antichi popoli mediterranei, Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani che vi lasciarono vestigia dappertutto. In seguito divenne base dei pirati saraceni e lo rimase per lunghissimo tempo.
Nel VI secolo vi si stabilì una comunità Benedettina, ma fu ben presto costretta a spostarsi a causa delle imminenti guerre fra Cristiani e Musulmani. Nel Medioevo fallirono dei tentativi di colonizzare l'isola a causa delle incursioni dei corsari barbareschi, che fecero dell'isola un proprio rifugio.
Nel 1759 Ferdinando III di Borbone impose una colonizzazione dell'isola; furono edificate due torri di guardia, Torre di Santa Maria e Torre Spalmatore, che facevano parte del sistema di avviso delle Torri costiere della Sicilia, cisterne per raccogliere l'acqua piovana e case che costituirono il centro abitato principale presso la Cala Santa Maria. Vi vennero coloni palermitani, trapanesi ed eoliani, accompagnati da un centinaio di soldati. Nel 1762 la popolazione fu preda dei corsari barbareschi e venne quasi tutta rapita e condotta in cattività in Tunisia. Quindi si intensificarono i lavori a difesa dell'isola, il nuovo ripopolamento avvenne a partire dal 1763, e in particolare l'ingegnere militare brigadiere Giuseppe Valenzuola già nel 1765 aveva redatto il piano urbanistico dell'attuale abitato, che, perdurando gli attacchi dei corsari, su impulso del governatore borbonico Giuseppe Laghi, venne difeso oltre che dalla Torre di Santa Maria, dal Rivellino di San Giuseppe e dalla connessa Fortezza della Falconiera che fu impiantata a partire dal 1800 sul rilievo omonimo.
Ustica al tempo dei Borbone fu anche un luogo di confino per prigionieri politici e vi restò anche sotto casa Savoia. Nel 1869 fu oggetto di una visita da parte dell'arciduca Luigi Salvatore d'Asburgo-Lorena, noto per i suoi studi scientifici sul Mediterraneo e quale precursore per la conservazione di importanti aree naturalistiche, che la citò nel suo monumentale volume dedicato alle isole del Mediterraneo edito nel 1869. Durante il regime fascista Ustica fu luogo di confino. Vi furono ristretti Giuseppe Romita, Amadeo Bordiga, Nello Rosselli, Carlo Rosselli, Antonio Gramsci e Ferruccio Parri, oltre che numerosi prigionieri politici senussiti catturati nell'ultima fase della guerra coloniale in Libia.
Durante la Seconda Guerra mondiale, dei prigionieri di guerra jugoslavi sono stati ammassati sull'isola, e molti di loro sono morti di malnutrizione e di tubercolosi. Tra i confinati si trovavano anche dei Rom jugoslavi, francesi, belgi e olandesi.
Nel 1961 il confino fu abolito a causa di proteste popolari e da allora incominciò a svilupparsi il turismo.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Ferdinando Re: in pieno centro abitato, domina la piazza di Ustica. Costruita nel 1771, fu affidata ai padri cappuccini. Nel 1972 viene arricchita dalle statue realizzate in ceramica da Giovanni de Simone.
Architetture militari
Torre di Santa Maria.
Torre dello Spalmatore.
Altro
Acquario dello Spalmatore: situato all'interno della riserva marina, raccoglie una discreta collezione di specie acquatiche del mediterraneo.
Siti archeologici
Villaggio di Tramontana: a poca distanza dal centro abitato, villaggio preistorico dell'età del bronzo situato nell'omonima località. Gli scavi, ripresi dal prof. Robert Ross Holloway, della Brown University di Providence, nel Rhode Island, hanno ulteriormente definito l'insediamento, soprattutto in rapporto al notevolissimo muro difensivo che raggiunge anche i tre metri di altezza, in alcuni punti fa rilevare anche un camminamento interno e ha pochi riscontri in altre aree archeologiche del Mediterraneo. La sua necropoli invece si trova presso la cala del camposanto. Dalle indagini effettuate dalla Soprintendenza di Palermo il villaggio fu abbandonato improvvisamente nel XII sec. a.C., per calamità naturali.
Villaggio della Rocca Falconiera: si trova frammisto ai resti di un fortino avanzato, il Rivellino di San Giuseppe, e alla fortezza con cui alla fine del '700 si completarono le opere militari dell'isola a difesa della successiva ri-colonizzazione dopo la distruzioni causate dai pirati barbareschi. Il sito ha origini attribuibili al III secolo a.C., la cima della montagna è livellata per una superficie di circa mezzo ettaro, su cui sorgevano le abitazioni, anche trogloditiche; nella roccia furono scavate tutte le cisterne per la raccolta dell'acqua, che hanno restituito utensili di bronzo e frammenti di intonaco risalenti a epoca imperiale romana tali da ipotizzare una frequentazione dal IV-III sec. a.C. al I sec. d.C.
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