Area Archeologica di Morgantina la Pompei di Sicilia
Pubblicato da Sicily Tourist in Enna e Provincia · 25 Giugno 2022
Nella Sicilia interna, Morgantina, che si trova in provincia di Enna, ed è senza dubbio la città antica meglio conosciuta in tutte le sue vicende, sia nei periodi della crescita e del suo benessere, sia nei momenti della disfatta e dell’ abbandono.

Tale conoscenza della storia, dell’impianto urbano e dei monumenti di Morgantina è il frutto di circa un trentennio di campagne di scavo, che hanno portato alla luce quasi la totalità del centro urbano, oltre che una parte dei quartieri residenziali, per un complessivo trenta per cento del totale che ancora giace sottoterra. In base agli scavi archeologici, sappiamo ora che Morgantina possedeva una delle piante ortogonali più antiche della Sicilia interna e che, nel momento di maggiore splendore nel sec. III a.C., la città fu uno dei grandi centri extracostieri dell’Isola. Inoltre a Morgantina subiamo il fascino di un complesso di monumenti di grande interesse, in un paesaggio di straordinaria bellezza, che fanno del sito uno dei più suggestivi e significativi dell’Isola.
Riportato alla luce nel 1955 conserva resti dalla metà del V alla fine del I secolo a.C., il periodo di massimo splendore della città.

Morgantina, città siculo-greca, si sviluppa su un’altura nei monti Erei dove domina dall'alto il fiume Gornalunga e la vallata sottostante. I suoi resti, immersi in un contesto naturalistico di grande bellezza, raccontano la storia di una città antichissima e gloriosa.
Le più antiche tracce di frequentazione del sito appartengono alla prima età del bronzo (2100 -1600 a.C.), epoca a cui risale un villaggio di capanne circolari e rettangolari che occupò il colle di Cittadella.

La città accrebbe il suo prestigio durante il periodo greco divenendo uno dei più importanti centri commerciali dell’entroterra. Posta sotto l’influenza di Siracusa, raggiunse il suo culmine nel III a.C., periodo al quale risalgono le più importanti costruzioni riportate alla luce.
La città però conobbe una veloce decadenza durante il periodo romano e venne successivamente distrutta da Ottaviano, che decise di raderla al suolo rea di aver appoggiato gli schiavi ribelli ostili all’Imperatore.
Il parco archeologico si sviluppa su una vasta aria di oltre 3km quadrati. Due sono i nuclei principali da visitare per comprendere l’evoluzione della città, sin dai tempi remoti.

L’acropoli della Cittadella
L’acropoli della “Cittadella”, situata nell’estremità orientale del sito, rappresenta il nucleo più antico della città. In quest’area si sviluppò il primo insediamento morgetico e l’acropoli greca arcaica, distrutta nel 459 a.C.
Qui si trovano le capanne del periodo castellucciano (antica età del bronzo) testimonianza archeologica tra le più antiche presenti nel sito. Su questi resti e sul successivo insediamento indigeno si sviluppò, attorno al 560 a.c. il nucleo cittadino edificato dai calcidesi di Catania, di cui possiamo oggi osservare parte della cinta muraria, alcuni sacelli di culto (tipo greco) e un’area pubblica. La necropoli della città arcaica presenta tombe di tipo a camera.
Poco distante, in contrada S. Francesco Bisconti sono presenti i resti dell’antico santuario tesmoforico di Demetra e Kore.

Contrada di Serra d’Orlando
In quest’area si sviluppò la “città nuova”, edificata dopo la distruzione del 459 a.C. L’area, suggestiva e di grande impatto, presenta testimonianze di una città caratterizzata da una monumentalizzazione scenografica e imponente.
Qui potrete ammirare l’agorà, con le stoài est ed ovest, il Ginnasio, il pritaneion, il bouleuterion, il bel teatro e l’ekklesiasterion, i cui resti sono tutti databili a partire dal III secolo a.C.
A completare l’area i resti di due granai pubblici, la fontana monumentale edificata nella stoà est e una serie di abitazioni private “a peristilio”, decorate con mosaici e pavimenti in signino.

La fase di Decadenza.
Dopo secoli di splendore, attorno al 211 a.C. i Romani, che controllavano l’area, donarono la città ai mercenari spagnoli. Iniziò per Morgantina una fase di lenta decadenza accelerata poi dalle guerre servili (fine II sec. a.C.) e dall’ostile amministrazione romana al tempo di Verre (I sec. a.C.).
Le testimonianze dello storico greco Strabome, parlano di una città ormai abbandonata già nel 20 a.C.
I reperti
Molti i reperti di grande valore archeologico conservati ad Aidone, tra questi la celeberrima “Venere di Morantina”, attualmente esposta al Museo Archeologico di Aidone, dopo un contenzioso durato anni fra l’Italia e gli Stati Uniti, causato dal precedente acquisto illecito dell’opera da parte del Paul Getty Museum di Malibu.

La statua, fine V sec. a.C., realizzata con tecnica pseudo acrolitica, rappresenta una Dea, generalmente interpretata come Demetra.
Di inestimabile valore e altrettanto noto il tesoro di Morgantina, costituito da 15 pezzi in argento risalenti al III sec. a. C., scoperto casualmente nel 1998 nei pressi della casa di Eupolemos. Imperdibili infine gli acroliti di epoca arcaica provenienti dall’antico tempio di Demetra e Kore.
Il Tesoro di Morgantina:

Il tesoro è stato rinvenuto presso un edificio di Morgantina in Sicilia, forse nascosto in occasione del saccheggio della città ad opera dei Romani nel 211 a.C. La realizzazione degli oggetti è datata al 240 a.C. circa, all'epoca in cui la città era sottoposta a Gerone II di Siracusa. Secondo alcuni studiosi il tesoro sarebbe appartenuto allo Ierofante, sommo sacerdote di Demetra e Persefone.
ll tesoro di Morgantina è costituito da 15 pezzi in argento, risalenti al III secolo a.C. e provenienti da Morgantina, scoperti casualmente nel 1978.
Nel 2006 il ministro dei beni culturali, l'assessore regionale ai beni culturali e ambientali della Regione Siciliana e il direttore del Metropolitan Museum di New York Philippe De Montebello, hanno convenuto che il tesoro fosse restituito all'Italia. Nel 2010, dopo il rientro, il tesoro è stato temporaneamente esposto a Palazzo Massimo alle Terme a Roma, e poi consegnato stabilmente alla Regione Siciliana.
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