Borghi Medievali in Sicilia - NOVARA DI SICILIA - Messina

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Borghi Medievali in Sicilia - NOVARA DI SICILIA - Messina

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Pubblicato da Sicily Tourist in Messina e Provincia · 29 Dicembre 2024
Al confine tra i monti Nebrodi e quelli Peloritani, in provincia di Messina, sorge una località dalle caratteristiche uniche, custode di tradizioni tutte da scoprire: Novara di Sicilia, luogo ideale. La sua spiccata identità, l’atmosfera di piccolo borgo scandito da un giusto ritmo di vita, i suoi angoli di bellezza, le sue chiese, i suoi profumi lungo le stradine.
Dal 2004 Novara di Sicilia è uno dei Borghi più belli d’Italia, un paesino di montagna dalla forte identità legata alla sua storia, risalente almeno al primo millennio a.C., anche se i primi insediamenti nella zona risalgono già al mesolitico, come emerso dagli scavi condotti nel Riparo della Sperlinga.



L’incantevole atmosfera senza tempo di cui è permeato il borgo si è costruita nei secoli riuscendo a trasferire nell’architettura del paese, grazie agli elementi e ai materiali scelti, un’immagine di armonia ed eleganza che è perdurata nel tempo, nonostante ci siano state fasi nelle quali, un malsano concetto di modernità ha provato a cancellarne l’identità. Novara di Sicilia, con l’arrivo dei Normanni, fino agli eredi di Federico II di Svevia fu sempre demanio regio, grazie alla presenza dei boschi e quindi per la disponibilità del legname. Inoltre nel territorio erano presenti cave di marmo e di pietra ed è stata l’armonizzazione di questi tre elementi, uniti ad un sapiente e raffinato gusto, coltivato da un popolo sempre aggiornato sulle tendenze artistiche del momento delle grandi città siciliane e italiane, anche in secoli diversi, considerando anche il fatto che le comunicazioni non fossero immediate come oggi e quindi con uno sfalsamento temporale, a darel’ossatura moderna del borgo, prevalentemente nel corso del XVII e XVIII sec. aggregando stili artistici e architettonici differenti. Nel paese, per esempio, troviamo chiese gotiche ma anche barocche. La combinazione tra una classe dirigente colta e la presenza di maestranze locali di altissimo valore e competenza, ha fatto sì che Novara fosse costruita interamente dai novaresi. Nell’ultimo trentennio, le amministrazioni comunali che si sono succedute fino ad oggi, hanno valorizzato e continuano valorizzare l’utilizzo questi elementi, pur nella tutela del patrimonio, coniugandoli con la modernità.



Origini e Storia
Noa, vocabolo di origine sicana, significa maggese indica la cospicua produzione di frumento che caratterizzò la colonizzazione greca. Con i Romani cambiò in Novalia (campo di grano) e per gli Arabi fu Nouah (giardino, orto, fiore). Nel medioevo fu Nucaria, Noara, fino alla Novara di oggi. Anche se gli storici locali raccontano dell’esistenza del borgo in epoca greco – romana, le evidenze archeologiche testimoniano una discontinuità storica che va dal Mesolitico fino all’epoca bizantina. Le indagini di scavo del 1951 compiute presso il riparo sotto roccia della “Sperlinga” nella frazione di San Basilio hanno permesso di individuare, al suo interno, una frequentazione stagionale per motivi legati alla caccia degli ultimi cacciatori raccoglitori dell’Olocene, con evidenze documentate riconducibili dal periodo Mesolitico (8000-6000 a.C.) all’ età del Rame (4000-2200) a.C.



Gli scavi archeologici compiuti nel 2023 presso Rocca Novara hanno riportato alla luce l’esistenza di un circuito difensivo bizantino, testimonianza dello sforzo economico che compì Bisanzio per difendere l’isola dall’avanzata islamica. In seguito, la presenza cistercense fortemente voluta da Ruggero II d’Altavilla e compiuta pienamente con la realizzazione della prima abbazia di Sicilia “Santa Maria la Noara” che ebbe Hugone come primo Abate, nel 1171, fu fondamentale per lo sviluppo umano, religioso, economico e culturale del paese e dei suoi dintorni, segnando indelebilmente il contributo che questi luoghi hanno dato alla civiltà occidentale.



L’antica fortezza saracena, nata nell’Alto Medioevo, epoca di straordinaria contaminazione culturale, di cui oggi restano solo i ruderi, era situata su una rupe a strapiombo che conserva immutata la propria bellezza, si staglia proprio difronte a quella che era l’enclave bizantina e che divenne nel corso dei secoli immeditatamente successivi, il luogo attorno al quale si sviluppò originariamente il borgo per poi espandersi verso sud. Il paese assunse la forma attuale durante il XVI e il XVII secolo, quando l’utilizzo della pietra arenaria e del marmo cipollino divenne una delle caratteristiche principali dell’urbanizzazione novarese. A valle dell’imponente Duomo S. Maria Assunta, realizzato nel corso del XVI sec. e ristrutturato nel XVIII in seguito a un terremoto, si conserva casa Fontana, settecentesco palazzo, artistico esempio del barocco siciliano, avvolto da una cortina muraria secentesca. Il Teatro Comunale, intitolato al musicista novarese Riccardo Casalaina, presenta dopo il restauro una superba facciata decorata con scorniciati di pietra e all’interno, tre livelli di palchi sistemati ad anfiteatro, centro della vita culturale del paese e particolarmente legato alla tradizione del Carnevale novarese. Tra le attrazioni di spicco vi è il Mulino Giorginaro, del 1690, a ruota orizzontale, perfettamente funzionante, meta irrinunciabile per chi vuole vivere un’esperienza autentica nel Borgo.



Il borgo sorge sulla pendice della montagna da cui si scorge l'antica Tindari, a valle di uno sperone di roccia, la Rocca Salvatesta, che raggiunge i 1 340 m. L'arenaria è stata utilizzata nelle costruzioni civili e con elaborazioni di grande pregio in quelle religiose, dove sono presenti anche molti elementi architettonici realizzati in cipollino, un'altra pietra locale, rossa e marmorea. L'uso della pietra, che sul territorio affiora un po' ovunque, testimonia l'importanza dell'arte dello scalpellino.



La via Dante Alighieri collega l'area del Castello al sottostante duomo di Santa Maria Assunta (secolo XVI), raggiungibile anche percorrendo la via lastricata che inizia dalla piazza principale. La chiesa presenta una facciata con un'ampia scalinata; l'interno è a tre navate delineate da colonne monolitiche in pietra. L'abside ospita un coro ligneo settecentesco, e all'interno vi sono l'altare del Sacramento in marmo intarsiato a smalto, il battistero in marmo cipollino locale sormontato da una cupoletta in legno, la statua dell'Assunta e il grande crocifisso in legno.



Più raccolta è la chiesa di San Francesco del secolo XIII, la più antica e piccola del borgo: francescana, appunto, con un tetto-soffitto di arte povera. Nel quartiere intorno alla chiesa sorge Villa Salvo, con lo stemma del casato. Poco distante si trova la chiesa dell'Annunziata (secolo XVII) a tre navate con colonne in pietra a sezione quadrata, e ospita al suo interno un organo a canne del ‘700 e il gruppo gaginesco dell'Annunciazione: tre statue in marmo pario decorato, scolpite nel 1531 dal toscano Giovambattista Mazzola.



Il borgo è un piacere per gli occhi! L’immagine del paese viene dalle strade in basole di pietra (ciappe), dai portali del Duomo e delle altre chiese, dalle cornici dei balconi, dalle mensole e dai supporti sottostanti (cagnò) degli antichi palazzi, tutte opere realizzate tra il ‘500 e il ‘700. Per le intricate viuzze (vaelli) acciottolate, tagliate a mosaico tra le antiche casette che si reggono l’un l’altra abbarbicate sul pendio, si respira il mistero del tempo.


Si possono visitare:

Il Duomo Santa Maria Assunta presenta una bella facciata monumentale con un’ampia scalinata; l’interno è a tre navate delineate da colonne monolitiche in pietra. L’abside ospita un coro ligneo settecentesco; di grande pregio sono l’altare del Sacramento in marmo intarsiato a smalto, il battistero in marmo cipollino locale sormontato da una cupoletta in legno, la statua dell’Assunta e il grande crocifisso in legno.
La chiesa di San Francesco del secolo XIII, la più antica e piccola del borgo: francescana, appunto, con un tetto-soffitto di arte povera.
La chiesa di San Nicolò si trova sul Corso Nazionale con il suo artistico prospetto in cima a una grande gradinata in pietra.
La chiesa di Sant’Ugo Abate (Novella Santa Maria la Noara) del secolo XVII, in corso di restauro, si trova nella parte alta del paese. Costruita con il monastero cistercense, successivamente distrutto, conserva un imponente reliquario ligneo, che un tempo era tra i più imponenti di Sicilia. Recentemente restaurato ha ritrovato il suo originario splendore.
La suggestiva cinquecentesca chiesa di Sant’Antonio nella parte bassa del borgo conserva il portale in stile normanno e la torre campanaria a guglia, sontuosa e finemente decorata, custodisce statue lignee e dipinti su tela.



La prima abbazia cistercense di Sicilia, Santa Maria la Noara, presso la frazione di Badia Vecchia. Voluta nel territorio da Ruggero II il Normanno, definitivamente completata nel 1171, ebbe come primo Abate Sant’Ugo, oggi copatrono del paese. Nei primi anni del XVII sec. fu distrutta da una
alluvione in seguito alla quale venne ripristinata solo la chiesetta. I monaci bianchi invece si trasferirono a Novara centro, dove edificarono la nuova Abbazia e vi rimasero fino alla fine del XVIII sec.



Il settecentesco Teatro Comunale “R. Casalaina”, presenta dopo il restauro una superba facciata decorata con scorniciati di pietra e, all’interno, tre livelli di palchi sistemati ad anfiteatro, sede della vita culturale novarese. La struttura interna, lignea, negli anni sessanta del Novecento, ha ceduto il posto all’ossatura in cemento armato pur rispettandone la sua originaria fisionomia.



Il Mulino Giorginaro, trecentesco mulino ad acqua a ruota orizzontale, perfettamente funzionante che è la meta più gettonata tra i turisti in tutte le stagioni.
Si possono svolgere vari tipi di attività di trekking naturalistico, poiché Novara di Sicilia fa parte di tre percorsi di livello nazionale e regionale: Sentiero CAI Italia (V24 – V25); Vie Francigene di Sicilia Pa-Me per le montagne (Tappa 15 – Tappa 16); Il cammino dell’Anima (IV -V tappa). Novara di Sicilia, con la sua frazione San Basilio, si trova in prossimità della Riserva naturale orientata Bosco di Malabotta, trait d’union con Montalbano Elicona, un altro dei Borghi più belli d’Italia.



Tuttavia la meta più ambita dagli appassionati di trekking naturalistico è la Rocca Novara o Salvatesta, nota come il Cervino di Sicilia, ultima propaggine dei Monti Peloritani, nonché una delle sue cime più alte, 1340 m. Il luogo è già Sito di interesse comunitario nonché Zona speciale di conservazione. È possibile scalare la Rocca per giungere fin sulla sommità e godere di un panorama mozzafiato che domina la costa tirrenica a nord tra il Golfo di Tindari e di Milazzo, mentre a sud est si affaccia sull’Etna. Si può anche rimanere sulle pendici della Rocca, il cui pianoro è stato recentemente teatro di scavi archeologici di vitale importanza per lo studio della civiltà bizantina nel meridione d’Italia, in particolare per la Sicilia pre-islamica.
Proprio accanto alla Rocca Novara, si trovano i Ritagli di Lecca, un noto precipizio dove rocce calcaree sono sospese su strapiombi vertiginosi.
Lungo la S.S. 185, proprio all’inizio del percorso per giungere presso la Rocca, al Km 23,4 si trova l’area attrezzata Vallone Botte.



Un’altra destinazione di rilievo, nella frazione di San Basilio, è Sperlinga, un riparo sotto roccia, nonché un sito archeologico preistorico, le cui indagini di scavo del 1951 hanno permesso di individuare, al suo interno, una frequentazione stagionale per motivi legati alla caccia degli ultimi
cacciatori raccoglitori dell’Olocene, con evidenze documentate riconducibili dal periodo Mesolitico (8000-6000 a.C.) all’ età del Rame (4000-2200) a.C.
Questi percorsi si possono fare a piedi, a cavallo o in quad.
A San Basilio inoltre si trova un campetto polivalente che può essere utilizzato per il calcio a cinque, pallavolo, tennis.



Il centro storico del borgo è il luogo ideale dove svolgere trekking urbano con percorsi personalizzati per ogni tipologia di turista. Uno dei divertimenti più caratteristici del borgo di Novara di Sicilia è certamente il gioco del Maiorchino, infatti anche se il Torneo è un vero e proprio evento, spesso i turisti si avventurano nel provare a lanciare il formaggio e per provare l’ebrezza del tiro. In genere vengono stabilite delle giornate durante le quali i turisti sperimentano il celebre gioco.

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