Borghi Sicilia: TROINA
Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Enna e Provincia · 18 Ottobre 2022
Situata all'estrema parte nordorientale del territorio provinciale ennese, al confine con Catania e di Messina fa parte del Parco dei Nebrodi e confina a nord con Cesarò e San Teodoro (Messina) a ovest con Cerami, a est con Bronte e Randazzo (Catania) a sud con Gagliano Castelferrato e Regalbuto (Enna).

Tra i primati a cui accennavamo, bisogna ricordare che Troina è il comune più alto della sua provincia, e il quinto in Sicilia e il secondo più popoloso comune italiano posto al di sopra dei 1.000 metri di altitudine, dopo San Giovanni in Fiore (CS).
Grazie alla sua altitudine, secondo il Department of Archaeology della University of Cambridge (U.K.), sotto i greci e i romani la località ebbe una notevole importanza soprattutto come centro militare. Con i suoi 1120 metri di altitudine e con la sua particolare geografia risultava di fatto inespugnabile e capace di assicurare un agevole controllo degli itinerari che si snodavano lungo le vastissime vallate circostanti.

Il sito su cui sorge l'odierna città di Troina fu abitato fin dai tempi più antichi. Lo scrittore romano Cicerone identifica l'odierna Troina con l'antico villaggio greco denominato Imachera. Dopo il crollo dell'Impero romano d'Occidente del 476, il villaggio fu devastato e distrutto dalle scorrerie dei Barbari.
Nel 535 la Sicilia fu annessa all'Impero bizantino. A partire dall'827, in Sicilia incominciarono le prime scorrerie degli Arabi, e Troina cadde in mano saracena.
Gli Arabi inserirono Troina nel Val Demone ma la città, la cui popolazione era a maggioranza di etnia greca, si dimostrò insofferente alla dominazione islamica e da Troina, Giorgio Maniace principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli preparò la battaglia contro gli arabi stanziati a Cerami, che sconfisse nel 1040.
Gli Arabi, poi, ripresero il controllo dei territori perduti, e nel 1061, quando in Sicilia giunsero i Normanni guidati da Ruggero I d'Altavilla, sbarcando a Messina. I Normanni, con una forza di 300 cavalieri arrivarono a Troina nel 1062, e grazie anche al decisivo supporto della popolazione locale cacciarono i saraceni.
Il Gran Conte Ruggero, che intanto falliva l'assedio di Castrogiovanni, si riposò a Troina che elesse a sua dimora e la proclamò prima capitale della Sicilia liberata. Primo ottimo risultato ottenuto in epoca normanna.

Infatti la dominazione normanna fu tra le più importanti e significative della storia di Troina, che assistette così alla sua rinascita.
A questo punto della storia, ecco che Troina ottiene altri primati:
la costruzione del castello che rientra nel novero delle prime fortezze normanne di Sicilia e la prima costruzione di luogo di culto cattolico dopo la conquista nel 1062, ossia la Cattedrale di Maria Santissima Assunta per opera del Gran Conte Ruggero fatta costruire nel 1078. Prima cattedrale normanna di rito latino in Sicilia confluita nell'odierna Diocesi di Nicosia definita la "Primogenita e Prediletta".
Città florida fino al periodo svevo, il centro di Troina conobbe una fase di declino politico ed economico sotto il dominio angioino. Gli Angioini furono cacciati dall'isola da parte degli Aragonesi, che stabilirono il loro dominio su di essa nel 1282, dopo aver costoro vinto nella Guerra del Vespro. Il re Federico III di Sicilia nel 1296 vendette Troina al nobile catalano Matteo d'Alagona. Successivamente, Troina passò sotto il dominio feudale dei Palizzi, dei Rosso e dei Moncada, con questi ultimi che la ebbero come baronia.
La città fu demanializzata nel 1398 da parte di re Martino I di Sicilia, che la confiscò al barone Pietro Moncada,
Altro punto di merito per Troina: nel periodo compreso tra l'XI e il XV secolo, fu dotata di ben trentasei diplomi e privilegi dai re normanni, svevi e aragonesi, e tra questi si ricordano in particolare i diplomi concessi dal Re Martino nel 1398, e dal re Alfonso V d'Aragona nel 1433, con cui ebbe l'appellativo di Civitas vetustissima, a riprova delle sue antichissime origini.
Tra il XV e il XVI secolo la cittadina conobbe una forte espansione urbana, perse il rilievo militare, acquisito grazie alla sua altitudine, divenendo centro di interesse culturale e religioso con la costruzione di biblioteche e archivi che custodivano documenti di grande importanza e anche opere pie gestite dai monaci basiliani.
Nel 1575, in Sicilia si diffuse una grave epidemia di peste, che a Troina fece 1.200 vittime. La malattia fu debellata, anche grazie all'intervento dell'epidemiologo regalbutano Gianfilippo Ingrassia, medico e anatomista siciliano considerato lo scopritore di un piccolo osso presente nell'orecchio: la staffa.
Al XVII secolo risale l'edificazione del Borgo, ma il nuovo sviluppo urbanistico della città subì un arresto a causa dei violenti terremoti del 1643 e del 1693.
Dopo l'annessione della Sicilia al nascente Regno d'Italia, Si aggravò la situazione dei contadini che nel 1898 furono protagonisti di una rivolta popolare. Il permanere delle difficili condizioni di vita dei contadini troinesi e delle loro famiglie, spinse molti di loro a lasciare la propria cittadina per cercare fortuna altrove, e così a partire dagli anni dieci del XX secolo ebbe inizio il fenomeno dell'emigrazione di massa, che interesserà il centro nebroideo anche nei decenni successivi.
Nell'immediato dopoguerra, in cui Troina si ritrovò tra le macerie, venne avviata la ricostruzione, e l'opera più importante del periodo fu la Diga Ancipa, i cui lavori ebbero avvio nel 1949. Al termine dei lavori per la costruzione della diga, a Troina riprese l'emigrazione.
Feste e sagre
2 gennaio vengono celebrate le messe in onore al Santo Patrono
Maggio: sfilate dei Rami e della Ddarata, rispettivamente la penultima e l'ultima domenica del mese, che sono due pellegrinaggi votivi offerti al Santo
Sagra della vastedda cu sammucu, che si svolge annualmente dal 1987, la terza settimana di giugno nei giorni di sabato e domenica.
Primo sabato di giugno si svolge la processione per le vie della città, in cui vengono trasportate le reliquie del Santo. Il giorno seguente, nel primo pomeriggio si svolge il corteo storico della Cavalcata o Kubàita, nel quale si ricorda l'ingresso a Troina dell'imperatore Carlo V, e nel tardo pomeriggio avviene il passaggio della Vara che trasporta il simulacro di San Silvestro. Il lunedì si concludono le festività con il rientro del simulacro del Santo dalla Chiesa di San Silvestro alla Chiesa Madre.
9 settembre viene trasportato in processione il simulacro del Santo patrono sulla "Vara", fino alla Chiesa di Sant'Agostino dalla quale ritornerà in Chiesa Madre, sempre in solenne processione, quindici giorni dopo.
19 marzo: San Giuseppe
13 luglio: Sant'Antonio Abate
15 agosto, Vergine Assunta compatrona della città
16 agosto: San Rocco
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