Borghi Siciliani: Bisaquino
Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Palermo e Provincia · 1 Settembre 2020
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Questo Borgo è situato in Sicilia, in provincia di Palermo e nonostante i ripetuti cambiamenti politici e sociali, sotto l’aspetto propriamente urbanistico-architettonico Bisacquino seguita a mantenere un chiaro impianto mediorientale, più specificamente di carattere islamico. Una serpentina di viuzze e piccoli cortili disegna un reticolo entro cui si organizza la disposizione di case in pietra, fra le quali prendono posto graziose edicole in creta, archi, fontane e abbeveratoi.
Le origini di Bisacquino sono antichissime, e le prime notizie sono riferibili alla dominazione araba. Lo stesso nome ricorda le origini arabe del borgo. Infatti Bisacquino deriva da un termine arabo che significa territorio ricco di acque.
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Il suo centro storico presenta una conformazione urbanistica di matrice islamica, costellato da 18 chiese, con la maestosa Chiesa Madre di stile barocco, strade strette e tortuose, vicoli, cortili, archi e fontane completano lo scenario architettonico pittoresco del luogo. Nel sec. XII il territorio di Bisacquino divenne dominio dei baroni normanni e venne ceduto da Guglielmo II “il Buono”, all'arcivescovo di Monreale che, come signore feudale, ne ebbe la giurisdizione temporale che manterrà per seicento anni. Bisacquino pertanto, seguì le sorti dell'Arcivescovado di Monreale e partecipò agli avvenimenti storici dell'epoca subendo la dominazione degli Svevi,degli Angioini e degli aragonesi, dando il suo contributo ai Vespri Siciliani. Nel sec XVI Bisacquino raggiunge il suo massimo splendore tanto da meritarsi nei diplomi l'appellativo" NOBILIS UNIVERSITAS", infatti sorsero chiese e conventi; la città era tenuta a dare all'esercito spagnolo un contributo di undici cavalieri e cinquanta pedoni. L'imperatore Carlo V insignì due nobili bisacquinesi, Giovanni e Tommaso Florena della onorificenza di cavalieri dell'Ordine dello "Sperone d'Oro" e concesse inoltre a Bisacquino, il privilegio di tenere il vessillo e la cornetta della Cavalleria di Sciacca. Nella seconda metà del sec. XVII fu costruito II Santuario della Madonna del Balzo, destinato a diventare meta di pellegrinaggi fino al nostri giorni. Dai "riveli" (censimenti) del 1700 si evince che in quel periodo sono presenti nel territorio ben sedici chiese corrispondenti a sedici quartieri. Nell'anno 1812 il paese cessó di essere feudo di Monreale passando sotto l’appartenenza del governo borbonico.
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Bisacquino diede inoltre il suo contributo ai moti rivoluzionari del 1848 e all'impresa garibaldina del 1860. Dopo l'unificazione d'Italia, che delude le speranze delle classi più povere della società, il malcontento sfociò nell'organizzazione delle leghe contadine dette "fasci" che, tramite manifestazioni di massa, chiedevano una più equa distribuzione delle terre. L'esito negativo di queste vicende (fine 800- inizio 900) diede vita ad una massiccia emigrazione delle famiglie verso le Americhe, tra esse quella del famoso regista cinematografico Frank CAPRA.
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Bisacquino pagò inoltre il suo contributo in vite umane nelle due guerre mondiali. Durante il periodo del fascismo furono costruiti gli impianti fognari, l'acquedotto e la rete elettrica. Con la nascita della Repubblica (1946) le condizioni di vita delle classi più povere non cambiarono ed anche questa volta per le famiglie si profilò l'emigrazione nel nord Italia e nei paesi europei.
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Il Museo Civico, istituito nel 1984, è stato trasferito di recente presso il seicentesco edificio dell’ex convento dei Cappuccini; si prefigge di testimoniare tutti gli aspetti della vita del territorio nella sua globalità. La considerevole raccolta di beni esposti è di preminente interesse etno - antropologico, ma anche: paleontologico, archeologico, storico – artistico e naturalistico. Il materiale riguardante l’artigianato è ordinato secondo “ciclo di lavoro”: fabbro ferraio, coltellinaio, falegname, calzolaio, sarto, barbiere, pastaio, orologiaio ecc.. Vi è inoltre la ricostruzione dell’interno di una casa contadina, compresa la stalla e il frantoio delle olive. Infine vi si ammira una raccolta di strumenti musicali, ceramiche, diaspri, agate, fossili e reperti archeologici risalenti ai periodi: elimi, sicani, greci, punici e romani, provenienti in gran parte dal monte Triona dove, secondo un’antica leggenda, sorgeva l’omonima città costruita dai Troiani, intorno al 1.000 a.C.
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LA BOTTEGA – MUSEO DELL’OROLOGIO Questo particolare museo, situato in corso Umberto, è l’antica bottega degli orologiai Scibetta., che all’inizio dell’Ottocento intrapresero l’attività di costruttori di orologi da torre, ottenendo un grande successo in tutta la Sicilia ed oltre. Vi si possono ammirare oltre le complicate attrezzature per la fabbricazione dei meccanismi, “l’orologio geografico universale” che sincronizza il fuso orario di Roma con le più importanti capitali del mondo. (foto anonimo)
LA BIBLIOTECA COMUNALE, eretta nel 1965 da Giuseppe Genovese in stile neoclassico, conserva fra l’altro tre incunaboli, opere del ‘500 e dei secoli XVII e XVIII, ed una preziosa edizione medica di Galeno del XVI secolo della quale esiste soltanto un’altra copia conservata al British Museum di Londra.
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Da segnalare La cipolla “Busacchinara” , biotipo coltivato esclusivamente a Bisacquino, caratterizzato da una forma rotondeggiante, schiacciata ai poli, da un colore rosso violaceo, spesso con venature biancastre, da una bassa pungenza, da un’ottima croccantezza e da un sapore dolce (CLICCA QUI PER SAPERE TUTTO SULLA CIPOLLA DI BISAQUINO)
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