Borghi Siciliani da visitare: MELILLI - Siracusa

Seguici anche su:
Vai ai contenuti

Borghi Siciliani da visitare: MELILLI - Siracusa

SicilyTourist.com La Guida di viaggi e turismo in Sicilia più completa
Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Siracusa e Provincia · 18 Aprile 2024
Melilli, città denominata terrazza degli iblei, è un sito di grande fascino artistico, storico e anche naturalistico. La posizione strategica del luogo, situata tra le maggiori città di Augusta e Siracusa, ha svolto un ruolo cruciale per la sua crescita.
Centro agricolo in provincia di Siracusa, Melilli è situato su di un monte a 310 mt. di altezza s.l.m., a 4 km. dal mare Ionio e conta 11.500 abitanti. Il suo nome deriva dal latino "Melum", che significa melo e indica la presenza dei pometi nella zona. Le sue origini risalgono all'età del Bronzo, e durante il Medioevo fu un'importante via di comunicazione per raggiungere Augusta e Siracusa. La cittadina venne distrutta dai terremoti e successivamente redificata; venne ulteriormente modificata nell'aspetto dalla Seconda Guerra Mondiale.



Le sue origini sono antichissime, risalenti all’età del bronzo, come testimoniano le molte necropoli rupestri, situate nei pressi dell’attuale centro storico. L’opinione di storici e archeologi concorda sul fatto che si tratterebbe dell’antica Hybla. Nell’epoca bizantina, Melilli doveva essere un piccolo agglomerato rurale, come testimoniano oggi le tracce nelle varie contrade del territorio, dedito a quella che fu una  produzione di miele, decantata nel mondo greco e romano, in assoluta controtendenza a quelli che furono i fatti del 1970, che trasformarono gran parte di questo territorio nel polo petrolchimico più grande d’Europa, e la popolazione locale, che prima viveva solo di agricoltura e pastorizia, ha trovato occupazione e reddito nell’industria e nella nascita di aree commerciali.



A seguito all’industrializzazione, l’impianto urbanistico ha subìto una profonda trasformazione, portando alla luce nuovi quartieri, distinti dal centro storico, che conserva ancora il suo aspetto medievale, con caratteristici vicoli, stradine, scalinate e palazzi signorili, alcuni dei quali susseguenti al terremoto del 1693 e, quind,i ricostruiti secondo i canoni architettonici del tempo, altri sono dell’Ottocento e del Novecento, non tutti in buono stato e non tutti fruibili, poichè di proprietà privata. Del patrimonio storico-architettonico fanno parte la basilica di San Sebastiano che, edificata nella seconda metà del XVIII secolo, è uno dei santuari più noti della Sicilia; la chiesa madre, dedicata a San Nicolò, ricostruita nel Settecento sulle rovine della preesistente chiesa duecentesca; la chiesa dello Spirito Santo o del Sacramento e la chiesa di Sant’Antonio, entrambe ricostruite nel XVIII secolo, dopo il terremoto. A dispetto dell’area industriale, il patrimonio naturalistico-paesaggistico, così come quello archeologico, del territorio non sono da sottovalutare; l’itinerario naturalistico-archeologico offre sia scenari naturali, che potremmo definire capovolti, molto suggestivi, per la dislocazione di un gran numero di cavità carsiche, due delle quali sono, oggi, “Riserve Naturali Integrali della Regione Siciliana”(Grotta Palombara-Grotta Alfio), sia siti di interesse antropico-culturale, sia siti di notevole ricchezza archeologica. Le produzioni tipiche sono, ancora oggi, legate alla coltivazione di cereali, viti, ulivi, ortaggi, agrumi; all’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini; un settore secondario è impegnato in attività di estrazione (pietra, sabbia, ghiaia), di lavorazione del legno e ancora altro.



Cosa Vedere:
Visitare Melilli significa immergersi in uno dei più antichi centri storici della provincia di Siracusa, passeggiando in tranquillità per le vie principali del paese o per le strette e tortuose stradine che ne caratterizzano la struttura. Magari gustando qualche piatto tipico in uno dei tanti locali o  prendendo parte alle varie iniziative artistico-culturali che vengono organizzate ogni anno dall'amministrazione. Il centro storico del comune ibleo è ricco di palazzi sontuosi, costruiti in pietra bianca estratta dalle cave circostanti, indubbia testimonianza di un passato "nobile"  in cui molte famiglie signorili vivevano nel paese. Alcune di queste residenze signorili sono susseguenti al terremoto del 9-11 gennaio 1693 e sono stati quindi ricostruiti secondo i canoni architettonici  del tempo; altri sono invece del secolo scorso o di questo inizio secolo.
Per iniziare la visita della cittadina collinare è consigliata una passeggiata in Via Iblea, corso principale che taglia il centro storico e sul quale affacciano, facendo da cornice, alcuni degli edifici più antichi, nel tratto che va da Piazza Filippo Crescimanno fino al quartiere San Vito, dove aveva termine la vecchia "strada della Piazza". Lungo la sopracitata strada, infatti, si possono ammirare il Palazzo Vinci e il Palazzo Rossi - Matera - Vinci - Rizzo, caratterizzato da splendide balconate e mensole in pietra, dove sono scolpiti dei mostri alati. Si tratta di un edificio del XVIII secolo appartenuto a Don Pietro Rossi, secreto dello Stato e Baronia e tesoriere della Chiesa di San Sebastiano. Dopo il terremoto del 1693 Don Pietro fu nominato governatore di Melilli e ne guidò la ricostruzione.



Molto suggestiva la visita alla chiesa di San Sebastiano con affreschi di Olivo Sozzi custoditi al suo interno. La chiesa madre intitolata a S. Nicolò, molto particolare poiché al suo interno contiene delle tele settecentesche, incastonate nel soffitto.



Il territorio di Melilli è ricco di numerosissime necropoli. Queste, però, a differenza di Pantalica, non si trovano raggruppate in un'unica località, ma sono sparse in tutto il territorio; ciò fa pensare che gli Iblei erano costellati da numerosi villaggi abitati dall'uomo fin dalla Preistoria.  Gli insediamenti dei villaggi preistorici sono in stretta relazione con i corsi fluviali, che attraversano il territorio.
Fra l'altro le tombe delle necropoli punteggiano le balze rocciose delle cave in fondo alle quali scorrono placidi i fiumi, molti navigabili fin dall'antichità, cosa che permise alle popolazioni indigene di intrattenere rapporti commerciali sia con i vicini abitanti della costa che con genti provenienti dalla lontana area egea, di cui sono stati rinvenuti oggetti di importazione.



Nelle vicinanze del centro abitato di Melilli si trovano le necropoli del Bronzo antico di Cava Canniolo (circa dieci tombe del tipo a forno scavate sulle pareti di una cava fossile); Cava Cannatello (circa dieci tombe a grotticella artificiale scavate sulle pareti di un vallone fossile); Cava dell'Acqua (circa dieci tombe a grotticella artificiale scavate lungo le pareti rocciose di un vallone fossile) e l'insediamento rupestre bizantino di Costa Gissara scavato sulla parete calcarea.



Cosa  mangiare a Melilli:
Si possono trovare facilmente i piatti tipici più famosi della cucina siciliana, come pasta alla norma, arancini/e, cannoli, cassate, ecc. Ma ci sono alcune specialità tipiche di questo territorio che con più difficoltà si trovano in altre zone della Sicilia. A Melilli è diffusa anche la preparazione di formaggi e latticini di latte bovino e ovino. I formaggi prodotti sono caciocavalli, provole, forme di pecorino (fresco noto come "Primosale" o un po' più stagionato) ma anche latticini come la prelibata ricotta di pecora, dalla cui preparazione si ottiene anche la "Tuma". Però è Il "Cudduruni a miliddisa" il prodotto tipico più famoso di Melilli: si tratta di una focaccia casereccia simile ad una pizza, il cui impasto a base di farina di semola di grano duro, viene abbondantemente condito con acciughe sott'olio, cipolle, origano, pomodori secchi e talvolta viene aggiunta anche qualche fetta di caciocavallo locale. Vi sono anche varianti dolci delle Impanate note come "Cassateddi".

Guarda il Video di Melilli




eXTReMe Tracker

Segnala Sicily Tourist ad un amico! Inserisci l'indirizzo e-mail:


I NOSTRI PARTNER UFFICIALI:
by SICILYTOURIST
Torna ai contenuti