Il Barocco in Sicilia: RAGUSA

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Il Barocco in Sicilia: RAGUSA

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Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Ragusa e Provincia · 31 Gennaio 2023


Ragusa sorge su una catena collinare, Monti Iblei, localizzata nella parte sud-orientale della Sicilia, è il capoluogo di provincia più meridionale dell'Italia.
Ha un'altitudine che supera i 500 metri sul livello del mare dal quale dista circa 20 Km.
La cima più elevata è il Monte Arcibessi(906 slm), che fa parte dei Monti Iblei.
La città di Ragusa è delimitata a est dal Monte San Cono,dove scorre il fiume Irminio che è il più importante della Sicilia sud-orientale; a nord è delimitata dal Monte Patro, dove scorre il fiume San Leonardo. A sud c'è il monte Bollarito che divide Ragusa tramite il torrente Fiumicello. Ibla, la parte antica della città, sorge su una collina situata a ovest e, affiancata su un monte, si estende Ragusa.
Originariamente una vegetazione tipicamente mediterranea, costituita da alberi di alloro e querce, ricopriva tutto il territorio. Tale configurazione subì una modifica per favorire la coltivazione di cereali ed agevolare la pastorizia.
Il fiume Irminio, che costeggia il territorio della provincia di Ragusa ed in particolare divide a metà il comune di Giarratana e Ragusa, ha subito negli anni un calo del livello idrico medio, tuttavia la creazione di una diga ha fatto nascere il lago artificiale denominato Lago di S.Rosalia.
La posizione geografica di tipo collinare della città di Ragusa, determina un clima mediterraneo ma con temperature medie più basse rispetto ad altre città che si estendono lungo la costa siciliana.
La stagione invernale è solitamente piuttosto piovosa e, nella parte più alta della città si possono verificare delle nevicate, il periodo di elevata piovosità si protrae fino a marzo.




L'origine del nome Ragusa risale all'epoca bizantina, in greco Ρογος, Ragous, Rogos ovvero granaio, dovuto alla ricchezza agricola della zona. Durante il dominio arabo, il nome divenne Ragus o Rakkusa che in arabo significa "luogo famoso per un sorprendente avvenimento", probabilmente una battaglia. Infine in epoca normanna e aragonese venne latinizzato in Ragusia, per poi diventare alla fine del XVIII secolo, Ragusa, mentre il quartiere antico della città è dal seicento identificato come Ibla o Ragusa Ibla.



Tutto il territorio nei dintorni di Ragusa Ibla rivela le tracce della presenza umana fin dal III millennio a.C. e che si fanno più consistenti soprattutto dal IX all’VIII sec. a.C. con insediamenti di villaggi indigeni, in conseguenza della colonizzazione greca che costringe i Siculi, ad arretrare verso gli altopiani dell’interno dell’isola, ove danno vita alla città di Ibla, “l’Hibla Heraia” ricordata dalle fonti storiche, roccaforte posta nell’alto corso del fiume Irminio in un’area fertile ricca di acque. La vicinanza con la sub-colonia siracusana di Camarina, fondata secondo tucidide nel 598 a.C., le consente di usufruire degli sbocchi commerciali costieri della città greca, instaurando con essa proficui rapporti culturali ed economici. Conquistata dai Cartaginesi e poi dai Romani durante le lunghe estenuanti guerre puniche, roccaforte con i Bizantini nel IV sec. d.C. per la sua importanza strategica difesa da una cinta di mura, e a contrastare l’invasione dei Musulmani che la conquistano nell’868. Nel 1090, un'imponente rivolta popolare supportata da spie normanne scacciò definitivamente gli arabi da tutto il ragusano, innescando una tremenda caccia all'invasore. Dal periodo normanno, tranne per qualche breve interruzione, la città fu per più di cinquecento anni amministrata autonomamente da vari conti, anche all'interno di altre dominazioni come quelle angioine e aragonesi, grazie agli antichi privilegi che nel 1091 il Gran Conte Ruggero concesse al proprio figlio Goffredo, primo conte di Ragusa, che poté amministrarla con un'ampia autonomia. Durante il periodo svevo la città fu incorporata nel demanio, tuttavia alcuni privilegi furono ristabiliti grazie al re Federico II. Gli angioini, invece, amministrarono la Sicilia e Ragusa in modo pessimo e furono cacciati grazie ai famosi vespri Siciliani, in particolare Giovanni Prefoglio capeggiò la rivolta ragusana che sterminò il presidio francese. In seguito a ciò, sotto gli aragonesi, Ragusa riacquistò l'antica autonomia normanna e fu concessa in Signoria a Donna Marchisia Prefoglio, moglie del citato Giovanni. La contea di Ragusa si fuse con la contea di Modica nel 1296 grazie a Manfredi I Chiaramonte, che prese in sposa Isabella Mosca, figlia del Conte di Modica. Nel 1366, con Manfredi III Chiaramonte, la contea raggiunse il massimo splendore con l'acquisizione delle terre di Terranova e di tutto l'arcipelago maltese. La Contea di Modica godeva di un'amministrazione autonoma del tutto separata dal governo di Palermo; nessun re aveva diritto a governarla, ma solo il conte. Divenne dunque fra gli stati feudali italiani più importanti. Ma fu soprattutto sotto il potente conte Bernardo Cabrera che l'infeudazione ebbe il massimo

Con i Normanni e successivamente con Manfredi di Chiaromonte viene ordinata la struttura medioevale della città e la contea di Ragusa è unita a quella di Modica. Nel 1693 un catastrofico terremoto sconvolge l’antica Ibla e la nuova città viene costruita sulla collina adiacente del Prato secondo i canoni dell’urbanistica barocca diventando così una delle città tardo barocche del Val di Noto (Sud est Sicilia) che comprende otto società urbane (Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli) del distretto del Val di Noto. Queste città vennero ricostruite in un gusto tardo-barocco unitario e riconoscibile che le caratterizza ancora oggi.
Prima del terremoto del 1693 Ragusa Ibla era divisa in tre quartieri: S. Rocco, S. Maria e S. Paolo. Subito dopo il terremoto, si crearono due grandi quartieri autonomi: Ragusa Superiore e Ragusa Inferiore. I due quartieri, a causa di forti contrasti campanilistici, divennero nel 1865 dopo l'Unità d'Italia due comuni distinti e separati (R. Superiore e R. Inferiore); solo nel 1926, con la nomina a capoluogo di provincia, le due amministrazioni furono riunificate in un solo comune.
Nel 1730 si rivitalizza con un forte intervento ricostruttivo, operato dall’architetto Rosario Gagliardi, la città medioevale di Ibla, sede dei più cospicui monumenti ragusani. Di rilevante interesse è la visita al “Museo Archeologico Ibleo” istituito nel 1961 per la custodia dei reperti rinvenuti durante proficue campagne di scavi condotte in tutto il territorio ragusano.



Le documentazioni delle varie epoche si succedono in sequenze cronologiche che vanno dalla Preistoria agli insediamenti tardo-romani. Notevoli i corridoi delle necropoli del periodo siculo arcaico e classico e la ricca collezione archeologica dei centri ellenistici.




È chiamata la "città dei ponti", per la presenza di tre strutture molto pittoresche e di valore storico.
I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Nel 1848 insieme alle città di Modica e di Scicli si ribellò al governo borbonico, al fine di ottenere la libertà e l'indipendenza dell'Isola.
Nel 1889 nasce la Banca Popolare Cooperativa di Ragusa, primo embrione dell'attuale Banca Agricola Popolare di Ragusa; la banca nacque grazie alle ingenti ricchezze e alla florida agricoltura che appartenevano all'ormai ex contea e divenne subito un polo importante di riferimento per tutta l'economia iblea.
Agli inizi del XX secolo anche nel ragusano si diffusero le idee socialiste in modo particolarmente forte rispetto alla regione, da molti storici fascisti Ragusa fu descritta come "un feudo dei rossi, non dissimile da quello di Bologna". A causa di una forte dialettica politica, a Ragusa però si impose il fascismo, provocando una risposta violenta analoga a quella padana. La città fu la prima siciliana ad avere dato vita a questo movimento politico, a tal punto che nella Torre littoria edificata per volere dello stesso Mussolini fu incisa la seguente frase: "Fascismo ibleo Tu primo a sorgere nella generosa terra di Sicilia". In seguito, nel 1927 grazie a Filippo Pennavaria, noto esponente fascista, Ragusa divenne capoluogo dell'omonima provincia, e contemporaneamente aggregò il limitrofo comune di Ragusa Ibla.



La città si sviluppa verso ovest fino a raggiungere l'altopiano (680 m s.l.m.). In passato l'intero territorio di Ragusa era ricoperto da una fitta vegetazione mediterranea composta principalmente da querce e allori. Il fiume Irminio, un tempo navigabile, come si evince da antichi documenti arabi, è sbarrato da una diga; ciò ha dato luogo a un lago artificiale: il lago Santa Rosalia, che si trova a metà strada tra Ragusa e Giarratana. Sul territorio ibleo la flora annovera oltre 1500 taxa, per la maggior parte appartenenti all'elemento circum-mediterraneo. Il territorio è prevalentemente collinare, Ragusa gode di un clima mediterraneo di tipo collinare formato da grandi altopiani e vallate e lo scorrere dei fiumi ha eroso l'altopiano formando numerosi canyon profondi.
Le ampie vallate costituiscono un verde pubblico naturale di cui è possibile usufruire; inoltre, all'interno della città vi sono quattro parchi che costituiscono un polmone verde: il giardino Ibleo (1858); Parco Giovanni Paolo II; Parco Robert Baden-Powell; Parco Padre Pio a Marina di Ragusa.
Ma ricordiamo anche Villa Margherita, Villa Santa Domenica, Villetta Via Stiela, Villetta Citelli – Caboto.
Il comune ospita anche la Riserva naturale Macchia Foresta del fiume Irminio, la Riserva naturale integrale Cava Randello, il Demanio forestale Calaforno
È stato avviato l'iter per l'istituzione del Parco degli Iblei.
Ma resta fiore all’occhiello di Ragusa il centro storico che nel 2002 per la sua architettura barocca è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità, assieme ad altri sette comuni del Val di Noto. La ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693 ha avuto protagonisti famosi quali Vaccarini, Palma, Giovanni Vermexio, Sebastiano Ittar, Vincenzo Sinatra e soprattutto il celebre Rosario Gagliardi. Questi, con l'aiuto di uno stuolo di scultori locali e capomastri, ha contribuito a creare un fenomeno unico e particolare: il Barocco del Val di Noto. Esso è adornato dalla pietra locale, di volute, di vuoti e di pieni, di colonne e capitelli, di statue e di composizioni architettoniche, di cui probabilmente il Duomo di San Giorgio è la massima espressione. Già dalla fine del Cinquecento a Ragusa circolavano libri importanti quali I sette libri di architettura di Sebastiano Serlio, i Quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio, le opere di Domenico Fontana ed altri testi di celebri architetti.
In generale il barocco ragusano è una rielaborazione di opere o disegni, spunto in cui si inserisce il gusto raffinato ed eclettico dell'artista, infatti molti mastri-scultori costituirono la base sulla quale la fantasia, l'estro e l'abilità di questi, riprodusse e personalizzò modelli e schemi, ricavando con la pietra locale, calda e dorata, effetti riferibili solo al barocco ibleo. La maggior parte del patrimonio artistico, con la sola eccezione della cattedrale di San Giovanni Battista e di qualche palazzo settecentesco, si trova nel quartiere antico di Ibla. Il solo quartiere di Ragusa Ibla contiene oltre cinquanta chiese, la maggior parte sono in stile tardo barocco. Anche i palazzi storici sono numerosi.
Di tutte le strutture edificate fra la tarda antichità e la fine del Seicento esistono solo frammenti: un breve tratto della cerchia di mura, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del Duomo di San Giorgio, datate 1570 attribuite ad Antonio Gagini, figlio del grande Antonello Gagini, morto nel 1536; alcuni frammenti della lapide del conte Bernardo Cabrera.
Innumerevoli furono le opere portate al termine negli anni trenta in brevissimo tempo, a coordinare i progetti fu chiamato l'architetto Ugo Tarchi della reale accademia di Brera, che in particolare curò lo studio urbanistico e la costruzione di piazza Impero, con il maestoso Palazzo del Fascio caratterizzato dall'alta torre centrale, su progetto dell'architetto Ernesto Lapadula. Sulla medesima piazza si avviò anche la costruzione del Palazzo del consiglio provinciale delle corporazioni, oggi sede della Camera di Commercio, su progetto dell'architetto Fichera. Al lato della Cattedrale si trova il Monumento ai Caduti, opera in bronzo dello scultore Sindoni, su basamento rivestito di marmo, inaugurato il 12 maggio del 1924 in occasione della prima visita a Ragusa di Benito Mussolini.
Ecco invece le chiese di Ragusa: Cattedrale di San Giovanni Battista, Duomo di San Giorgio, Chiesa di Santa Maria dell'Itria, Chiesa di Santa Maria delle Scale, Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio, Chiesa di San Giuseppe, Convento e chiesa di Santa Maria del Gesù, Convento e chiesa di San Francesco all'Immacolata, Chiesa di San Vincenzo Ferreri, Chiesa di Santa Maria Maddalena, Chiesa di San Bartolomeo.
Architetture civili: Palazzo Zacco, Palazzo Schininà di Sant'Elia, Palazzo Sortino-Trono, Palazzo Bertini, Palazzo Nicastro, Palazzo Cosentini, Palazzo La Rocca, Palazzo Battaglia, Circolo di conversazione.
Tra le architetture militari: Porta Walter o porta Vattiri, Porta Walter o porta Vattiri, Mura bizantine, Castello di Donnafugata.

Sede di numerose aziende ed enti, è il più importante polo finanziario del meridione per la presenza della BAPR, quarta banca popolare italiana. Dagli anni novanta l'economia ragusana si sviluppa verso il settore industriale, che è tuttora in rapida crescita in controtendenza rispetto alla situazione italiana; nonostante la scarsa presenza di infrastrutture che ha limitato la grande potenzialità di questo territorio, quello di Ragusa rimane comunque l'area export più importante della Sicilia. Ragusa è l'unica provincia siciliana ad avere un proprio registro tumori e detiene anche il registro tumori infantili della Sicilia. Altro primato sanitario, secondo un'indagine della Doxa, il Maria Paternò Arezzo è il secondo ospedale siciliano come giudizio complessivo, mentre risulta primo per cure e trattamenti ricevuti.


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