Castelli di Sicilia: CASTELLO di Gagliano Castelferrato (Enna)

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Castelli di Sicilia: CASTELLO di Gagliano Castelferrato (Enna)

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Pubblicato da Sicily Tourist in Enna e Provincia · 30 Luglio 2023
Il Castello di Gagliano Castelferrato è arroccato su una rupe rocciosa (650 m.), la Rocca, che sovrasta il centro abitato. Il nome Castelferrato fu aggiunto nel 1862 proprio perché il paese era dominato dalla fortezza detta appunto “di ferro”.



La rocca di Gagliano Castelferrato è uno luogo di grande suggestione la cui antica frequentazione è stata continuiativa per molti secoli. Il castello è un raro esempio di fortezza rupestre ma con integrazioni murarie, si pensa infatti che le modificazioni rupestri siano le più antiche in quanto la rocca fu citata da Cicerone ma è indubbio che il sito fosse già sfruttato nel periodo preistorico così come accertato dalla presenza di tombe rupestri. La rocca ebbe sicuramente un uso durante la dominazione bizantina e poi araba, questi nominarono il luogo come "ruqqah" e "qal'at", mentre la prima attestazione documentaria si ha durante il domino arabo nel 1142 e si ritiene che le strutture murarie visibili risalgano al riadattamento normanno quando fu sicuramente trasformata in castello e palatium di residenza del signorotto. Il sito è stato sottoposto in passato a scavi archeologici ma gli interventi di manutenzione sono sospesi e la rocca è in completo stato di abbandono.




L'accesso avveniva tramite un ripido passaggio scavato nella roccia attraveso la cinta muraria esterna di cui rimane un tratto di muro con una Falsa Porta che seviva ad ingannare e confonedere gli eventuali assedianti. Dal sentiero si accede all'ingresso del castello che porta ad un atrio irregolare all'interno della rocca; ulteriori camminamenti conducono a vari ipogei tra cui ambienti di lavoro o di magazzino come la Stanza della Spada, o come un piccolo oratorio-cappella.



Non mancano però molte escavazioni per la raccolta delle acque piovane che confluivano in numerose cisterne. Le stanze residenziali del signorotto si trovavano invece nei livelli più elevati e sebbene i tramezzi che scandivano i vari piani sono scomparsi, si osservano ancora tracce di intonaco e numerose nicchie ad uso domestico. Un suggestivo camminamento interamente scavato nella roccia si apriva con una serie di fenestrature dalle quali si poteva sorvegliare l'antico borgo e l'intera valle sottostante.



Il castello in perfetto stile cavalleresco aveva addirittura ben cinque torri che gli davano una particolare caratteristica fisionomia e delle quali, purtroppo non c’è che poca traccia, costruito con massi possenti e mura profonde, sotto le quali passarono battaglie e imprese vittorie e di sconfitte, all’interno del quale abitarono illustri personaggi. Magnificente e sontuoso, dove prese dimora e passò quel Federico II “stupor mundi” e ancora prima Ruggero che lo assediò per strapparlo ai musulmani che lo avevano conquistato, proseguendo la sua scesa verso l’isola conquistando prima Troina, Cerami e Nicosia, percorrendo quella che oggi è la via Messina per le Montagne, uno degli itinerari più belli e suggestivi da fare a piedi per scoprire il paesaggio, i borghi, la storia che non ti aspetti.



La prima edificazione del castello risale probabilmente al XI sec. circa e acquisì notevole importanza quando Federico II lo scelse come sede privata. Per alcuni anni fu, infatti, sia residenza del monarca sia luogo di difesa contro le probabili congiure. Storia e leggenda avvolgono quest’affascinante fortezza che oltre ad essere stata abitazione di lusso fu anche luogo prettamente militare  (263 a.C). Scavato nella roccia, infatti, resistette per lungo tempo agli assalti dell’esercito arabo grazie alle solide mura e torri, a fossi e cisterne. All’interno della base rocciosa sono presenti anche canali di aerazione e illuminazione di grande architettura. L’arredamento stesso fu ricavato dalla roccia. Diversi furono i nobili al potere, dalla famiglia Centelles ai Castello fino al declino del mondo feudale.



È qui che troviamo la famosa “Porta falsa”, ovvero un trabochetto che rimane tra mito e leggenda e che ancora visibile sulle possenti mura del castello: da questa porta sulla cinta del castello, si ingannavano i nemici che provando ad entrare – si dice che fosse lasciata apposta aperta - i quali ad un certo punto non potendo più proseguire e trovandosi intrappolati, venivano assediati dalla guarnigione e ritornando indietro verso l’uscita, trovavano la morte per mezzo di un geniale marchingegno, letteralmente affettati e scaraventati giù dal precipizio

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