Castelli Siciliani : Castello a Mare - PALERMO

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Castelli Siciliani : Castello a Mare - PALERMO

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Pubblicato da Sicily Tourist in Palermo e Provincia · 7 Aprile 2024
Uno dei monumenti storicamente più emblematici della città, del tutto sconosciuto a molti, soprattutto alle giovani generazioni di palermitani, è il complesso fortificato del Castello a Mare. “Castrum Inferior” posto all’imboccatura dell’antico porto della Cala, dal XII° secolo, probabile momento della sua edificazione, ha svolto il fondamentale ruolo di sentinella della città.



L'area anticamente occupata dalla fortezza del Castellamare costituisce oggi più della metà del molo Trapezoidale del porto di Palermo. All'interno della fortezza si possono visitare due zone principali: la cosiddetta Torre Mastra, circondata da una zona di rispetto, e un'ampia zona archeologica con un insieme di edifici piuttosto eterogeneo. Il Castello a Mare si trova nel Parco Archeologico del Castellammare, nei pressi della Cala, nel quartiere la Loggia, a nord del porto di Palermo. È stato il più importante baluardo difensivo del porto di Palermo fino al XX secolo. Fino al 1923 la fortezza presentava una cinta muraria quadrangolare bagnata su due lati dal mare, che racchiudeva al suo interno un enorme complesso architettonico.



Anticamente il castello era composto da un grande maschio di epoca araba, alcune parti normanne (come la Cappella della Bagnara), bastioni e zona d'ingresso quattrocenteschi, un palazzetto rinascimentale, una chiesa cinquecentesca (la Madonna di Piedigrotta, edificata su una antica moschea araba), due basse torri esagonali e molte altre strutture e fabbriche di epoca più recente. Degli antichi edifici rimangono parte della torre mastra, la torre cilindrica ed il corpo d'ingresso.



La lunga e tormentata storia del Castello a Mare è quasi una metafora di quella della città, da sempre legata intimamente ai fatti più salienti delle vicende palermitane.
Residenza preferita dall’imperatore Federico II per i suoi soggiorni in città, dal XV° secolo il Castello ebbe funzione di residenza del governo vicereale e, a seguito della rivolta popolare capeggiata da Gianluca Squarcialupo nel 1517, anche dello stesso vicerè che vi si trasferì per maggiore sicurezza.
Successivamente, per un breve periodo (1553­­-1601), e in maniera non proprio continua, fu sede del Tribunale della “Santa” Inquisizione spagnola, introdotta in Sicilia fin dal1487 da Ferdinando d’Aragona, con le sue anguste e tristemente note prigioni sotterranee, e una cappella per i condannati a morte.
Nel 1593 una forte esplosione provocò tantissimi morti tra detenuti e carcerieri; tra le vittime vi fu il poeta monrealese Antonio Veneziano, lì detenuto per avere deriso il vicerè conte d’Olivares, appendendo un cartello satirico “..alla cantonera di don Pietro Pizzinga, allo Piano delli Bologni” (oggi piazza Bologni).
Successivamente, nel 700, venute meno le esigenze difensive, il complesso fortificato sopravvisse solo con funzione di controllo nei confronti della città contro eventuali tentativi di insurrezioni popolari.
Il Castello a Mare è stato nel corso dei secoli protagonista di cruente battaglie e teatro di moti insurrezionali. Sono da ricordare le battaglie tra savoiardi e spagnoli nel 1718 e quella tra gli austriaci asserragliati dentro la fortezza e i Borboni nel 1734. Nel 1860 la fortezza identificata dalla popolazione quale simbolo del potere borbonico, fu assaltata e demolita in alcune sue parti: Garibaldi entrato a Palermo, il 25 giugno ne ordinò la demolizione.



Dopo l’unità d’Italia ciò che era stato risparmiato venne adibito a caserma militare, mantenendo questo ruolo fino al 1922, anno in cui allo scopo di sistemare le nuove attrezzature portuali, su disposizione del governo fascista si consumò uno dei più assurdi scempi urbanistici della storia palermitana. A nulla servirono gli accorati appelli del Soprintendente ai Monumenti della Sicilia Francesco Valenti e di altri illustri intellettuali dell’epoca, dall’ingegnere Ernesto Basile, al direttore del Museo Nazionale professor Ettore Gabrici, che non riuscirono ad evitare che le ruspe della ditta McArthur di Londra, portassero a compimento la demolizione della fortezza del Castello a Mare, da cui si salvarono, in parte, solo il “Mastio” e l’antica porta di accesso alla fortezza. Infine le incursioni aeree dell’ultima guerra procurarono ulteriori danneggiamenti alle parti superstiti della struttura.



Dopo un lungo abbandono, dal 2006 tutto il grandioso complesso architettonico è stato interessato da vasti interventi di scavo e di restauro che hanno permesso di liberare tutta l’area, riportando alla luce gran parte delle strutture murarie dell’originario complesso fortificato. È’ stata inoltre scoperta una vasta necropoli di età musulmana utilizzata anche nel periodo normanno.



Il recupero e la restituzione alla città di un monumento di così straordinaria importanza come il Castello a Mare rappresenta, oltre che una risorsa fondamentale sotto il profilo urbanistico e architettonico, una ritrovata consapevolezza del valore delle proprie memorie, e anche la ricostituzione dello stretto legame che i palermitani hanno sempre avuto con il loro mare, rescisso quasi un secolo fa dal ”piccone demolitore”.

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