FIUMI DI SICILIA - FIUME TELLARO
Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Itinerari in Sicilia · 17 Novembre 2024
Il Tellàro, anticamente chiamato Eloro, è un fiume della Sicilia sud-orientale. Nasce dai Monti Iblei, più precisamente alle falde di Poggio del Lupo e di Monte Loi, nel comune di Palazzolo Acreide, a una quota che va dai 500 ai 600 m s.l.m., e sbocca dopo 48 chilometri, nel Golfo di Noto (Mare Ionio) presso le rovine dell’antica Eloro, sub-colonia di Siracusa fondata nel VII sec. a.C. La portata d’acqua varia di molto durante l’anno: si riduce a ben poco nei mesi estivi (specie in agosto), ma non fino a esaurirsi, almeno nel suo tratto medio-basso; nel periodo autunnale e invernale il fiume spesso si gonfia paurosamente, talvolta esondando, minacciando o anche portando via qualche ponte.

Storia
Passo di Miele, dove è probabile sia avvenuta la disfatta ateniese (413 a.C.) ad opera dei Siracusani. Il ponte è quello dell'autostrada A18
Il fiume viene citato da diversi autori come Erodoto, Pindaro, Scilace, Licofrone, Diodoro Siculo, Virgilio e 'al-Idrisi. Nel 493 a.C. a un guado di questo fiume - l’Areas poros di Pindaro, ‘il Passo della Minaccia’ - Ippocrate di Gela sconfisse l'esercito siracusano, mentre nel 413 a.C. È probabile che allo stesso guado si sia completata ad opera dei Siracusani la disfatta del corpo di spedizione ateniese in Sicilia nella battaglia dell'Assinaro, come ci riferisce Tucidide nel libro VII delle sue Storie: probabilmente e non certamente, perché lo storico ateniese non parla di Eloro ma, appunto, di Assinaro.
Nel corso di uno dei suoi viaggi, Vivant Denon (Voyage en Sicile, 1788) scrive:
«Attraversammo il fiume e vi riscontrammo quattro piedi di acqua [oltre 120 cm] anche dopo cinque mesi di siccità.» Da mezzo secolo in qua la situazione è cambiata bruscamente a causa delle numerose (e spesso abusive) trivellazioni a scopi agricoli e delle captazioni alla fonte per usi civici. Come conseguenza alcune sorgenti si sono disseccate e altre si sono ridotte al lumicino, perciò nella stagione secca la portata complessiva del fiume si è sensibilmente ridotta.

Il Fiume
La sua vallata (l’Heloria Tempe di Ovidio) segna il confine naturale tra le province di Siracusa e Ragusa, mentre in epoca greca separava la zona d’influenza di Siracusa da quella di Kamarina e di Gela. Sul versante est-nordest è delimitata da una bastionata di ripide alture che l’accompagnano da Palazzolo Acreide fino, si può dire, al mare, seppure attenuando gradualmente la loro elevazione; sul versante ovest si allarga considerevolmente senza bruschi salti altimetrici in territorio di Rosolini e Modica, tranne nella parte iniziale in direzione di Giarratana e di Borgo San Giacomo; nella sua parte mediana è incisa da frequenti e profonde cave naturali. La vallata del Tellaro un tempo aveva una folta vegetazione costituita da boschi di querce. Oggi rimangono solo esemplari sparsi qua e là di roverella o cerro nelle zone più inaccessibili.

Affluenti
Durante il suo corso, che è rapido nella sua parte medio-superiore ma lento e a tratti ristagnante in quella inferiore, esso riceve le acque, spesso solo stagionali, di un discreto numero di affluenti, tra grandi e piccoli. I maggiori di essi provengono da destra, mentre da sinistra ne confluiscono solo di molto brevi, seppure numerosi e spesso alimentati da sorgenti perenni. Fra i tributari di destra c'è il Torrente Tellesimo, Cava del Cugno, Cava Pirainito, Vallone Stafenna (che raccoglie le acque di Cava Candelaro o Palombieri e di Cava Granati o Cava Grande) e Saia Randeci. Tra i secondi c'è Fosso di Mastica, Fiume Bianco, Cava Gaetani, Cava Molino, Cava della Signora, Vallone d’Angelo e Vito, Valle Battali, Cava Fonda e Torrente S. Nicola.

Foce
A una decina di chilometri dalla foce, e fino al mare, il fiume scorre attraverso un’ampia e fertile pianura alluvionale, bonificata e liberata dalla malaria nella prima metà del secolo scorso. L'area della foce è sede di importanti resti archeologici, non ancora del tutto riportati alla luce, dell'antica Eloro. A pochi chilometri, in territorio di Noto, si trova la Villa Romana del Tellaro, una ricca residenza extraurbana della tarda età imperiale romana. A sud della foce si trova l'oasi naturalistica di Vendicari.
Geologia del territorio
Per quanto riguarda la geologia, semplificando più del consentito: "Il fiume attraversa terreni ascrivibili alla Formazione Tellaro (Tortoriano) che sono, in massima parte, rappresentati da calcareniti grigio chiaro, più o meno marnosi e da marne grigio giallastre in alternanza con calcari duri".