Mare in Sicilia: RISERVA NATURALE ORIENTATA LAGUNA DI CAPO PELORO - Messina

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Mare in Sicilia: RISERVA NATURALE ORIENTATA LAGUNA DI CAPO PELORO - Messina

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Pubblicato da Sicily Tourist in Messina e Provincia · 9 Maggio 2024
All’estremità nord della costa orientale della Sicilia, a Messina, in quella curva di terra che gira dallo Jonio verso il Tirreno, capo Peloro doppia la costa siciliana.Qui, ai piedi dei "piloni", due aree lacustri, le lagune di Capo Peloro e Ganzirri, ospitano un ambiente molto particolare. Le acque sono da tempo estesi allevamenti di molluschi, le rive sono meta fissa di uccelli migratori che qui trovano giusto riparo dalle fatiche dell’attraversamento contro vento dello Sretto.



La riserva naturale orientata Laguna di Capo Peloro è un’area naturale protetta della Regione Siciliana istituita nel 2001. Occupa una superficie di 68,12 ha ed è gestita dalla Provincia di Messina. La Laguna di Capo Peloro è anche sito di importanza internazionale, inserito nel Water Project dell’UNESCO del 1972, e sito di importanza nazionale riconosciuto dalla Società Botanica Italiana. All’interno della riserva naturale vivono più di 400 specie acquatiche, di cui almeno dieci endemiche.



Capo Peloro (detto anche punta del Faro e conosciuto dai messinesi semplicemente come Faro) è la punta estrema nord orientale della Sicilia, il cui territorio fa parte del comune di Messina, quartiere Torre Faro, vicino ai laghi di Ganzirri. È costituito da una lingua bassa e sabbiosa sita a sud dell’estremità sud occidentale della Calabria, quasi di fronte alla frazione di Cannitello, e che termina quasi in corrispondenza della località di Santa Trada ove è situato il pilone calabrese dell’elettrodotto dello Stretto. Il pilone siciliano è posto proprio in prossimità della punta estrema di capo Peloro, ove è collocabile Cariddi. Costituisce il punto d’ingresso nord dello stretto di Messina e pertanto è segnalato da un faro importantissimo per la navigazione. È il luogo di incontro tra il mar Ionio e il mar Tirreno, pertanto le sue rive sono attraversate da fortissime correnti per la cui azione la conformazione delle spiagge muta annualmente.



I due laghetti sono stagni costieri salmastri che, per la loro comunicazione con il mare, rappresentano un ambiente di transizione in equilibrio dinamico con l’ambiente marino; sono sede di flore specializzate di ambienti umidi salmastri e utilizzati come stazioni di sosta dagli uccelli migratori. Il Lago Faro, per la sua particolare conformazione, rappresenta inoltre un raro esempio di bacino ‘meromittico’, vale a dire con una stratificazione costante, in quanto le acque superficiali non si rimescolano con quelle del fondo: nel laghetto coesistono quindi due zone sovrapposte con condizioni fisiche e chimiche differenti, oggetto di studio e di ricerche da parte di specialisti a livello internazionale. Questo lago è inoltre caratterizzato dal massiccio sviluppo di solfobatteri colorati fototrofi, che sono capaci di svolgere attività di fotosintesi anche in mancanza di ossigeno.



Cinque piccoli canali mettono in comunicazione i due laghi tra loro e con i due mari, lo Ionio e il Tirreno, a detta degli esperti l’uno più scuro e profondo, il secondo più chiaro e cristallino e con i fondali più bassi. L’intero contesto della Laguna di Capo Peloro è costituito da aree dunali e retrodunali con presenza di biotopi con specie di vegetazione ad alta vulnerabilità o rischio di scomparsa, e con alcune specie vegetali tipiche dei litorali sabbiosi costieri, riscontrabili in pochi ambienti del bacino Mediterraneo. Il territorio di Capo Peloro (detto anche punta del Faro e conosciuto dai messinesi semplicemente come Faro) è costituito da una lingua bassa e sabbiosa, sita a sud dell’estremità sud-occidentale della Calabria. É il punto d’ingresso più a nord dello stretto di Messina e pertanto è segnalato da un faro importantissimo per la navigazione.



Luogo di incontro tra lo Ionio e il Tirreno, le sue rive sono attraversate da fortissime correnti, per la cui azione la conformazione delle spiagge muta annualmente. La spiaggia di capo Peloro è una distesa di sabbia dorata, sormontata da dune ricche di vegetazione. Secondo Enzo Pispicia, del gruppo di lavoro delle Aree Protette della città metropolitana di Messina, nella riserva, nella parte degli arenili, la presenza di dune è molto importante perché assolvono a una funzione di antierosione e costituiscono un’importante sede di biodiversità.
E il vento presente nell’area, utilizzato come propulsore, favorisce la pratica del kitesurfing: nato nel 1999 come variante del surf, consiste nel farsi trainare da un aquilone manovrato attraverso una barra a esso collegata da cavi sottili.



All’interno del Territorio della Riserva insistono due Borghi marinari di grande ricchezza culturale oltre che ambientale: Torre Faro e Ganzirri. In questi borghi si pratica ancora la molluschicoltura: gli ultimi allevatori di cozze (i ‘cozzari’) coltivano e portano con pazienza a maturazione le cozze, allevate per quasi due anni.



Ganzirri e Torre Faro fanno parte del comune di Messina. La parrocchia di Torre Faro, come la città di Messina, è dedicata alla Madonna della Lettera, perché si racconta che proprio a Capo Peloro sia sbarcata la delegazione di messinesi di ritorno dalla Terra Santa, dove si erano recati in visita alla Vergine. Secondo la tradizione, la Madonna, in segno di ringraziamento, avrebbe consegnato loro una lettera con le seguenti parole: Vos et ipsam civitatem benedicimus (Benediciamo voi e la vostra città).


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