Palermo - Monte Pellegrino: Santa Rosalia: La vita, il Mito, Il Santuario e Il Festino

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Palermo - Monte Pellegrino: Santa Rosalia: La vita, il Mito, Il Santuario e Il Festino

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Pubblicato da Sicily Tourist in Palermo e Provincia · 19 Settembre 2023
ll Monte Pellegrino dichiarato da Goethe "il più bel promontorio del mondo", è un massiccio montuoso di rocce carbonatiche con prevalenza di calcari, alto 606 metri s.l.m. Il Monte è stato sempre considerato dai palermitani montagna sacra e luogo di culto, come attestano le tracce ritrovate di un altare punico dedicato a Tanit, dea della fertilità, e di un’edicola a lei dedicata, trasformata successivamente in chiesa cristiana, all’interno dell’attuale grotta di S.Rosalia.



Caratterizzato da una orografia estremamente movimentata, ricca di pianori praticabili, e fianchi ripidi ricchi di fenomeni di carsismo e con ben 134 grotte di origine marina e/o carsica. Sembra sorgere o quasi adagiarsi sul mare.  Il suo nome richiama S. Pellegrino, martire durante la persecuzione di Valeriano. Visitare il Monte ha 2 possibili chiavi di lettura da vivere e che si integrano e si sovrappongono: quella naturalistica alla scoperta della biodiversità che fa del Monte Pellegrino un "unicum topologico" oggetto di studi e ricerca, e quella spiritualistico - religiosa dovuta oggi alla devozione a Santa Rosalia. L'ascesa al Monte Pellegrino offre la bellezza di panorami e vedute paesaggistiche, diverse per condizioni di luce, nelle diverse ore della giorno e secondo le condizioni atmosferiche che non è esagerato definire "mozzafiato".



Il Monte è stato sempre considerato dai palermitani montagna sacra e luogo di culto, come attestano le tracce ritrovate di un altare punico dedicato a Tanit, dea della fertilità, e di un’edicola a lei dedicata, trasformata successivamente in chiesa cristiana, all’interno dell’attuale grotta di S.Rosalia. Risale al VII secolo l’iscrizione cristiana in greco, “Sii dunque glorificato o Dio”, che si può ancora leggere sulla scala rupestre della valle del Porco.
Forte quindi dovette essere il richiamo al Sacro Monte per la giovane eremita Rosalia che qui giunse provenendo dai monti della Quisquina, primo suo eremitaggio. Scelse quale luogo della sua dimora l’antica chiesa bizantina, costruita addosso una roccia, che come abbiamo sopra detto in epoca cartaginese era stata scalpellata in modo da farne una grande edicola dall’inconfondibile struttura di altare punico”.
Vuole la tradizione vulgata che sul Monte Pellegrino Rosalia occupasse il suo tempo nella lettura della parola di Dio, nella preghiera e nella contemplazione “alternandole con qualche lavoro manuale e con l’accoglienza caritatevole sia dei pastori che di tutti quelli che venivano dalla città per raccomandarsi alle sue preghiere ed essere da lei confortati. Qui morì 4 settembre del 1170.



Santa Rosalia:
S. Rosalia visse a Palermo tra il 1130 ed il 1170 durante il Regno di Sicilia di Guglielmo I il Malo e, secondo la tradizione, fu damigella della moglie del re, la regina Margherita.
Periodo di intensa spiritualità cristiana caratterizzato, dopo l’interruzione della  dominazione araba, dal risveglio del monachesimo bizantino e occidentale accolto con entusiasmo dai re normanni.
In questo contesto Rosalia visse l’eremitaggio poiché la scelta di una vita solitaria in preghiera e contemplazione era l’espressione più alta della sensibilità religiosa di quel tempo.



LA VITA
Non si ha nessuna notizia certa, dal punto di vista storico, sulla famiglia della Santa.
La tradizione vuole che fosse figlia di nobili, discendenti da Carlo Magno, conorigine da Pipino re d’Italia, in avanti fino al conte Teodino, padre del conte Sinibaldo de’ Sinibaldi, genitore della Santa e sposo della nobildonna Maria Guiscardi.
Alla sua famiglia viene concesso da Ruggero D’Altavilla un grande possedimento alla Quisquina e il monte delle Rose in contrada Realtavilla (AG).
Padre Costantino Caetani, narra nel 1619 come Rosalia fosse stata damigella d’onore della regina Margherita, figlia del re di Navarra, moglie di Guglielmo I il Malo (1120/1166).
Si narra che, intorno ai 13/15 anni, il padre, per obbedienza al sovrano, le chiede di sposare il conte Baldovino per ricompensarlo di aver salvato la vita al re. Ne ottiene un rifiuto e la manifestazione del desiderio di lei di darsi alla vita religiosa.



Abbandona la casa paterna, accede all’ordine delle monache basiliane, sceglie la vita eremitica e vive, per circa 12 anni, presso una piccola cavità carsica che si trova ora incorporata nell’eremo a lei dedicato nel bosco della Quisquina, oltre Bivona, a mezza costa di un dirupo di circa 900 mt che domina la necropoli di Realtavilla (AG).
Ad avvalorare questa tradizione esiste una scritta, trovata il 24 agosto 1624, sulla parete destra dell’ingresso della piccola grotta: “EGO ROSALIA SINIBALDI QUISQUINE ET ROSARUM DOMINI FILIA AMORE D/NI MEI JESU CRISTI IN HOC ANTRO HABITARI DECREVI”.
Nella parte bassa della scritta, a sinistra, compare anche la cifra «12» che dovrebbe indicare gli anni in cui Rosalia visse in quel luogo.
Abbandonata la grotta della Quisquina, Rosalia torna a Palermo e si sofferma per breve tempo nella casa paterna, nel quartiere Olivella. Successivamente si rifugia presso una grotta, ricca d’acqua, accanto ad un antico altare, prima pagano e poi dedicato alla Madonna, sul Montepellegrino da tempo immemore ritenuto un monte sacro. Qui Rosalia visse in eremitaggio per circa 8 anni, fino alla morte.



Nell’intento quindi di perseguire il suo eremitaggio e la sua vocazione sale sul Montepellegrino, montagna sacra dei Palermitani, ove concluderà, dopo circa otto anni, la sua vita.
Molto probabilmente Rosalia nell’ultimo periodo della sua vita (forse qualche mese) si fece murare all’interno della grotta, dove poi morì.
La devozione a S. Rosalia si diffuse subito in città, fin dal suo arrivo sul Monte pellegrino, la scelta dell'eremitaggio e le sue radicate virtù cristiane non potevano non esser note in città mentre era ancora in vita. Già nel 1180, 10 anni dopo la morte di Rosalia,  i Giurati della città fecero erigere una cappella sul Monte a lei dedicata a S. Rosalia, nei pressi dell’odierna grotta-santuario (Cfr. “Il Pitré” La Rosa e il Giglio di G.Di Giorgio p.11)  e ancora esistono …materiali documentarii che attestano il culto di S. Rosalia a Palermo a partire dal 1205.



Il santuario e la grotta:
Il Santuario (445 m s.l.m.) fa un tutt’uno con la grotta dove, il 15 luglio 1624, sono state ritrovate le ossa di S. Rosalia.
La sua struttura, completata nel 1629, è del tutto particolare: nella prima parte c’è la  facciata del 1600 addossata alla roccia;entrando abbiamo un vestibolo finemente lavorato; subito dopo, abbiamo una cupola “aperta” sul cielo e, per finire, superata una sontuosa cancellata in ferro, entriamo nella grotta carsica che potremmo definire il “cuore” del Santuario.
Meta del pellegrinaggio dei palermitani è la statua, scolpita da Gregorio Tedeschi su commessa del Senato, di S. Rosalia distesa estatica con la Croce in mano. La statua, rivestita da una lamina d'argento dorato, è posta all'interno di una urna marmorea decorata con la tecnica dei marmi mischi, sormontata da un tabernacolo su cui è una statua d'argento a reliquiario in cui è raffigurata S. Rosalia. Tutta la composizione e protetta da un baldacchino in marmo.




Le stanze del tesoro di Santa Rosalia nel Santuario
Al tesoro, inaugurato il 13 luglio del 2018 , si accede attraverso una scalinata preceduta da un atrio di ingresso in cui, a destra,  è posto il busto di Pietro Bonanno, sindaco di Palermo dal 1904 al 1905,  che fece costruire l’attuale strada carrabile.
Sono adibite a sale del tesoro la sala estiva del Senato di Palermo (sec XVII°), il cui soffitto è decorato con una corona di rose e un bastone, simboli iocnografici di Santa Rosalia, e l’Aquila con sotto la dicitura S.P.Q.P. (Senatus Populusque Panormitanus Urbs) e la sala del forziere, cosidetta perchè tra il XVII ed il XVIII vi erano conservati e custoditi gli oggetti oggi esposti nel tesoro. Il tesoro è ricco di oggetti d'arte decorativa tra cui preziosi ex voto come la grande Galea d'argento di cm 130 x 100, suppellettili, arredi e paramenti sacri, composizioni floreali in microperline realizzate dalle Suore di Clausura, reliquiari, candelabri d'argento, scene con Santa Rosalia in ceroplastica, mazze per processioni senatorie tra cui quella decorata con il Genio di Palermo e Santa Rosalia che si tengono per mano.
Dal Dicembre del 1946 il Santuario è curato dai Religiosi dell’Opera Don Orione



Piazza del Belvere e statua di S. Rosalia
La strada asfaltata che inizia adiacente alla pedonale "strada vecchia" si conclude in una grande piazza detta del Belvedere; il panorama che si offre alla vista è di grande bellezza e muove l'animo dello spettatore a tante e diverse emozioni la cui descrizione affidiamo alla foto panoramica sotto pubblicata:
Alla destra del belvedere percorsa una breve rampa si arriva ad una piazzola ricava tra le rocce dove su un altissimo piedistallo è stata posta  la statua in bronzo di S. Rosalia realizzata da B. De Lisi jr.
Davanti a S. Rosalia, che da qui guarda e protegge il Mediterraneo, l'Italia e l'Europa, in atteggiamento di devota preghiera e comunque di ammirazione per la sua storia di vita coraggiosa nel perseguire le sue scelte, si conlude il nostro "pellegrinaggio - itinerario di visita" sui "passi di Rosalia sul Monte Pellegrino".



FESTA IN CITTÀ  – U FISTINU Si tiene il mese di Luglio ogni anno
Dalla miracolosa processione del 9 giugno del 1625 i palermitani ogni anno ricordano l’evento con una grandiosa festa, nota in tutto il mondo come “U FISTINU”, che dura dal 10 al 15 luglio.
Il giorno 14  sfila un Carro trionfale, costruito appositamente anno per anno, con sopra la statua di Rosalia. Alla sera poi, un grande spettacolo di fuochi d’artificio.
Il giorno 15 si fa la solenne processione religiosa delle reliquie della Santa.
In S. Rosalia e nella sua festa cittadina i palermitani trovano una ragione ed una occasione di identità collettiva ben sintetizzata nel grido “Viva Palermo e S. Rosalia”.




FESTA SUL MONTE PELLEGRINO  – L’ACCHIANATA mese di Settembre
Tutto il mese di settembre è festa al Santuario di S. Rosalia sul Montepellegrino e i palermitani fanno la tradizionale “Acchianata” salendo a piedi percorrendo un antico sentiero di circa 4 km che va dai 38 mt ai 455 mt, fino al Santuario.
Molto suggestiva è la notte tra il 3 e il 4 settembre in cui acchianano sia singoli fedeli che gruppi organizzati che pregano e cantano durante il pellegrinaggio.
Il giorno 4, dies natalis, (come nascita della Santa alla vita eterna), si celebra solennemente la “Santuzza”, come chiamano familiarmente santa Rosalia i palermitani.

Guarda il Video Racconto su Santa Rosalia, dello storico Gaetano Basile




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