Passeggiando per Palermo: LA KALSA l’antico quartiere arabo di Palermo
Pubblicato da Sicily Tourist in Palermo e Provincia · 2 Dicembre 2021
Il vivace quartiere della Kalsa è rinomato per le opere d'arte rinascimentali del quattrocentesco Palazzo Abatellis e i mosaici bizantini della Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, risalente al XII secolo.
La cinquecentesca Fontana Pretoria è caratterizzata da statue in marmo a grandezza naturale. La scena gastronomica spazia dal cibo di strada alla cucina gourmet, mentre le stradine sono fiancheggiate da negozi che vendono ceramiche artigianali, oggetti in legno e tessuti. Di notte, i bar sono affollati da una clientela giovane.
Il quartiere, sorto durante la dominazione islamica, era la cittadella fortificata ove avevano dimora l'emiro ed i suoi ministri e ne conserva ancora il nome (al halisah, l'eletta, la pura). Ancora oggi vi aleggia una particolare atmosfera orientale accentuata dalla presenza di monumenti in stile arabo-normanno.
L'ingresso sembra essere costituito dalla Porta dei Greci, oltre la quale si accede alla piazza su cui si affaccia S. Teresa alla Kalsa, monumentale chiesa barocca edificata tra il 1686 ed il 1706 con una facciata su due ordini scanditi da colonne corinzie, opera di Paolo Amato. Dello stesso architetto è anche S. Maria della Pietà (proseguendo, in via Torremuzza) al cui interno si trova una bella chiusura del coro a forma di sole nascente (parte destinata alle suore domenicane di clausura, fondatrici della chiesa).
Via Alloro - Era la via principale del quartiere nel Medioevo. Oggi purtroppo gli eleganti palazzi che vi si affacciavano sono stati distrutti o sono molto rovinati. Tra i superstiti vi sono Palazzo Abatellis e la bella Chiesa della Gancia, adiacente al palazzo.
Il quartiere conteneva al suo interno la cittadella fortificata dell’emiro, alla quale si accedeva per mezzo di quattro porte.
Durante il periodo medievale, la costruzione disorganica di case e palazzi al posto degli originari orti e giardini portò all’espansione della borgata, al punto da essere aggregata all’antico quartiere ebraico.
La borgata venne in seguito notevolmente trasformata, tanto che oggi non si conosce più l’antico circuito urbanistico, di cui purtroppo non rimane nessun reperto. Già a partire dalla dominazione normanna, infatti, furono abbattute le vecchie mura arabe e fu costruito il Castello a mare, in contrapposizione al vecchio castello, o palazzo Reale.
Il quartiere, un tempo estremamente degradato, ha visto però negli ultimi anni un rapido miglioramento.
Oggi la Kalsa rappresenta un quartiere popolare molto pittoresco, in cui si respira ancora l’antica cultura araba, avvolta da forti profumi speziati provenienti dai chioschi dislocati lungo la strada. Sembra davvero un paese a parte, dove è possibile incontrare donne abbigliate con vesti da camera e sedute su seggiole poste fuori dall’uscio delle proprie case, intente a ciarlare con le vicine, mentre un uomo abbanniando, cioè gridando, invita la gente alla riffa, la caratteristica lotteria che tra i vicoletti del rione, sorteggia ogni genere alimentare, soldi e oggi anche “gratta e vinci”.
Poco tempo fa, durante i tre mesi estivi, il comune organizzava nel quartiere un festival, chiamato Kals’art, che sino a tarda notte intratteneva il popolo palermitano, secondo un calendario di eventi, che prevedeva giornalmente concerti, mostre e rappresentazioni teatrali.
Abitata sin dalla sua origine dai pescatori della Cala e dalle donne kalsitane, note per essere delle brave ricamatrici, la Kalsa rimase per lunghi secoli, a causa della sua dislocazione, isolata dalla città medievale. Il braccio di mare, posto ad occidente del rione, e i rigogliosi orti della Magione, infatti, la emarginarono dalla vecchia città, trasformandola in un quartiere a sé, con le proprie abitudini e un proprio dialetto, frutto della commistione di due culture: araba e autoctona.
Ancora oggi, infatti, il dialetto avusitano o kalsitano sembra quasi una cantilena araba e risente di una leggera flessione, rispetto a quello parlato negli altri quartieri della città.
Quartiere centrale, ma popolare, offre uno spaccato di vita palermitana. Non è raro infatti, passando davanti alla chiesa di S. Teresa. trovare uomini intenti a cucinare e a vendere i babbaluci, chioccioline marinate con olio, prezzemolo, aglio e pepe e servite in cartocci da "passeggio". Il cuore del quartiere è intorno alla piazza della Kalsa, ma la zona si estende fino a corso Vittorio Emanuele, includendo molti tra monumenti più interessanti della città.
Gaurda il Video racconto del Giornalista / Storico Gaetano BASILE