Palermo: Castellotto Alliata e le maledizioni del Principe “mago”

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Palermo: Castellotto Alliata e le maledizioni del Principe “mago”

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Pubblicato da Sicily Tourist in Palermo e Provincia · 1 Ottobre 2023
A Palermo in Via Serradifalco  sorge una villa  considerata una delle opere di maggior pregio del patrimonio storico-artistico siciliano del XIX secolo. Purtroppo è  ormai in rovina, circondata da un giardino abbandonato e in balìa a una vegetazione selvaggia. Un alto muro di cinta lo rende quasi invisibile agli occhi dei passanti.
Raniero Alliata di Pietratagliata o più correttamente “dei Duchi di Pietratagliata”, ultimo ad abitare la Villa deve la sua fama di Principe mago, al pari del suo interesse per l’occultismo e la teosofia lo accompagneranno fino alla morte, dandogli la fama di principe mago. In realtà si interessava di magia bianca, spiritismo e fenomeni paranormali.
Fino al 1979, da una finestra della sua villa tutti i pomeriggi alle sei Raniero Alliata si affacciava, con indosso un pigiama militaresco, . Il principe che a quell'ora era appena sveglio, perché dormiva di giorno, nella mano destra faceva dondolare un teschio che portava tra i denti una pergamena nera con su scritte parole magiche in aramaico, vergate in argento. E lanciava verso la Conca d' oro, illuminata dai raggi del tramonto, un oscuro anatema, sempre lo stesso: "Agapithon sthanòs a-ta-tia iaron milosonti Adonai". Poi si ritirava ad infilzare farfalle con spilloni e ad evocare demoni dagli inferi. Raniero Alliata, morto appunto nel 1979 a 82 anni, è rimasto per oltre mezzo secolo chiuso nel suo castello, senza quasi mai uscirne, tranne in rarissime occasioni, dopo una grossa perdita al tavolo da gioco avvenuta nel 1925.
Si narra che un giorno durante una seduta spiritica, accadde qualcosa di incredibile... Raniero era caduto in una trance profondissima. La stanza fu invasa da un forte odore di zolfo; nello stesso tempo, dalla bocca del principe uscì una voce cupa, affannata, che disse: "Mortali, ascoltate, io sono il re dei mondi..."
Una voce al rallentatore, come quella di un robot. E al centro della stanza cominciò a delinearsi una figura orrenda, che soffiava e ghignava, una figura che cercava di prendere forma e non ci riusciva, e continuava a sbuffare e a ghignare...
I testimoni oculari di quel fatto (tra cui un giornalista che poi scrisse un libro sul principe) scapparono via terrorizzati…
Da allora quasi più nessuno mise piede in quella villa, lasciando il mago nero praticamente da solo, in mezzo ai suoi fantasmi e alle sue pratiche esoteriche, fino a quando non morì...



Eppure  c’è stato un tempo in cui l’eleganza dello stile neogotico della villa, la sontuosità delle sale interne , l’immenso giardino  che la circondava con le sue piante esotiche e il  suo laghetto dove spesso si potevano ammirare cigni maestosi ed eleganti, incantavano tutta la nobiltà palermitana dell’epoca.



Secondo alcune voci, la villa sarebbe infestata da fantasmi e da presenze inquietanti. Inoltre, durante alcune notti di plenilunio, da una finestra della villa compare il fantasma del principe che , sembra, con voce d’oltretomba, maledice coloro che hanno ridotto la sua villa in un  rudere abbandonato. Si racconta anche che se qualcuno butta della carta dentro il vecchio camino spuntino delle fiamme a bruciarla.
Fino al 1979, anno della sua morte, Raniero Alliata, ogni pomeriggio si affacciava da una finestra della villa, tenendo in mano un pendolo con un teschio, che faceva dondolare lanciando terrificanti maledizioni verso il mondo esterno ma soprattutto verso i parenti e i costruttori che costruivano palazzi attorno alla sua villa. Poi si ritirava per ricominciare ad evocare spiriti e potenze delle tenebre. Visse rinchiuso nel suo castello per più di mezzo secolo, senza quasi mai uscirne, Il principe mago pensava di essere immortale, per questo non lasciò nessun testamento. La morte lo colse il 9 ottobre 1979 senza nessuno accanto, tranne, forse, quei fantasmi che sempre avevano popolato la sua mente e la sua vita.



La villa fu costruita a partire dal 1860 dal principe Luigi Alliata di Pietratagliata e rimase proprietà della sua famiglia fino alla morte del figlio Raniero (10 ottobre 1979). Poi il bene fu ereditato dai nipoti Bordonaro, discendenti di una sorella di Raniero, Marianna. Tra i parenti si aprì una guerra per la divisione dello splendido maniero. Alla fine ne fu decisa la vendita. Correvano gli anni Novanta quando l’immobile venne acquistato dall’imprenditore Salvatore Sbeglia, mafioso legato alla cosca dei Ganci. Da quel momento si entrò in un tunnel al buio. La proprietà fu confiscata e affidata al tribunale che nominò un curatore fallimentare. Nel frattempo la villa veniva adottata dalla scuola media “Leonardo da Vinci” in occasione di “Palermo apre le porte”. I ragazzi hanno ripulito il giardino che, tuttavia, negli ultimi tre anni è stato ridotto nuovamente a discarica. Ritorniamo sulle vicende storiche dela dimora. L’inaugurazione di villa Petratagliata nel 1885 costituì un vero e proprio avvenimento. Alla festa, che durò due giorni, c’era tutta la nobiltà palermitana. La visita dei saloni lasciò in tutti enorme meraviglia. All’esterno faceva bella mostra un laghetto animato da sciami di anatre e una ricca flora di piante esotiche fatte arrivare dall’estero. La più mondana della famiglia Alliata fu Bianca, donna piena di interessi culturali, è famosa la sua collezione di cartoline legate alla città di Palermo. Bianca era amica del cuore di Donna Franca Florio. Bent Parodi di Belsito, a proposito dell’ultimogenito del principe Luigi, ha scritto: “Fu allevato da una severa bambinaia tedesca, che incise profondamente nella personalità del piccino. Raniero divenne così una composita figura: un po’ tedesco, un po’ siciliano ma col prevalente gusto del pangermanesimo.



L’ammirazione verso la cultura tedesca, d’altronde, era di casa nel castello di via Serradifalco. Raniero già a 15 anni, incuriosito dalla vasta letteratura disponibile nella biblioteca del castello, aveva cominciato ad interessarsi di occultismo, sotto lo sguardo non dispiaciuto del padre, anche lui pratico di scienze e di occultismo, secondo la moda del tempo”. Morto nel 1921 il duca Luigi di Pietratagliata, il figlio Raniero in pochi anni fece fuori una immensa fortuna giocando ai tavoli verdi dei circoli. Poi una notte, rientrando nel suo maniero, decise di farla finita con le banalità della vita esterna. Si chiuse nel suo castello di via Serradifalco e si dedicò alla vita scientifica. Pur nel chiuso del castello la fama di Raniero giunse negli ambienti accademici e scientifici. Il principe Alliata si riteneva immortale, invece, morì nel suo gigantesco letto con baldacchino E nessuno poté udire il suo ultimo lamento. La villa è stata la residenza di Raniero Alliata di Pietratagliata, il “principe mago”, entomologo di fama mondiale,aveva creato la piu’ grande collezione di farfalle ed insetti di tutta italia,oggi si trova al museo naturalistico Palazzo D’Aumale di Terrasini.
La ville urge un rapido intervento di restauro, prima che sia troppo tardi porvi mano: è interesse comune, in quanto rappresenta un’opera del patrimonio artistico nazionale. In pieno centro urbano, all’interno della contrada palermitana ‘Malaspina’ e non distante da Villa Malfitano-Witaker, giace quasi invisibile all’occhio del passante la villa abitata fino alla morte da Raniero Alliata di Pietratagliata, principe del Sacro Romano Impero. Entomologo di fama mondiale, misantropo ed appassionato di esoterismo, convinto di aver raggiunto l’immortalità, si spegne nel 1979 nella stessa sua villa, senza lasciare alcun erede.

Quello che appare come un vero e proprio palatium nobiliare è stato progettato dall’architetto Francesco Paolo Palazzotto intorno al 1885, in stile neogotico, su una struttura pre-esistente risalente alla fine del XVIII secolo. Su commissione del principe Luigi Alliata di Pietratagliata, l’architetto ideò una struttura che tendesse a possedere una propria caratteristica innovativa, volgendosi però all’austerità delle linee gotico-catalane palermitane che delineassero ed evidenziassero la nobiltà delle antichissime radici della famiglia. Il vasto spazio antistante la villa era nello stesso tempo feudo e giardino, con viottoli che si insinuavano nella romantica vegetazione, tra cui spiccava lo stagno con cigni.
La villa si erge su quattro piani: il pian terreno (abitato dalla servitù), il primo piano, il secondo piano e il terzo piano-terrazza, più un seminterrato in cui si trovavano le cucine.
Alcune immagini, risalenti solo ai primi anni ’90 del XX secolo, mostrano ancora una struttura in cui il processo di fatiscenza non aveva ancora reso la villa irriconoscibile, ed in cui erano ancora ben visibili gli splendidi soffitti a cassettoni con decorazioni zoomorfe e versi poetici quattrocenteschi, insieme agli splendidi arazzi delle pareti, alle vetrate piombate, colorate e decorate con stemmi nobiliari, e ai pregiati infissi in legno scolpito.
Oggi, anno 2009, ecco l’agghiacciante ‘spettacolo’ che ci si presenta innanzi: uno scempio che ha avuto inizio già dalla selvaggia urbanizzazione di Palermo degli scorsi anni ’70 ed ’80, relegando la splendida villa in una nicchia appartata del freddo quadro urbano. A dire il vero, già il Piano Regolatore del 1886 rimaneggiò di molto lo spazio del giardino. Successivamente alla morte del principe Raniero, la villa fu venduta dai diretti discendenti del principe a dei privati che pare abbiano avuto implicazioni in affari di Mafia; oggi, la villa continua in maniera inesorabile a subire passivamente un degrado raccapricciante, a causa delle continue ed impietose incursioni di vandali, tossicodipendenti ed agenti erosivi atmosferici. La vegetazione ormai spontanea dell’allora pregiatissimo giardino, in cui si trova anche un camion abbandonato e arrugginito, avvolge quasi interamente l’esterno della villa, fungendo da sicuro rifugio per topi ed insetti infestanti. Quella che era la vecchia cappella è stata privata del rosone e si presenta interamente smattonata. I solai dei soffitti del pian terreno appaiono quasi tutti molto danneggiati, se non addirittura crollati. In ogni stanza vi sono cumuli di macerie e spazzatura, ed è ancora possibile osservare lo scheletro di una vecchia Fiat 600 in quello che doveva fungere da garage fin quando la villa ebbe un padrone. Oggi, infatti, pare che gli organi istituzionali si passino l’un l’altro, come fosse una ‘patata bollente’, la prerogativa di restauro della Villa Alliata di Pietratagliata, così che di fatto nessuno sta realmente agendo in maniera tempestiva per evitare un certo e, sembrerebbe, prossimo cedimento strutturale definitivo.



La villa era stata costruita dal principe Luigi Alliata di Pietratagliata e rimase di proprietà della  famiglia fino alla morte del ultimo discendente  Raniero ( nel 1979). L’inaugurazione di villa Petratagliata avvenne nel 1885  e costituì un vero e proprio avvenimento. Alla festa, che durò due giorni, era presente tutta la nobiltà e l’alta borghesia palermitana. La visita dei saloni e del parco  lasciò in tutti enorme meraviglia. All’esterno faceva bella mostra un meraviglioso laghetto e una ricca flora di piante esotiche fatte arrivare da tutto il mondo. La villa Alliata di Pietratagliata divenne uno dei luoghi più frequentati dalla nobiltà palermitana. Spesso ospitava Donna Franca Florio, amica di Bianca , figlia del principe Alliata. Ma come tutte le cose anche tutto questo fini.  Nel 1921 il duca Luigi di Pietratagliata morì e il figlio Raniero eredito tutto.  In pochi anni fece fuori una immensa fortuna giocando ai tavoli verdi dei circoli. Poi una notte, rientrando nel suo maniero, decise di farla finita con le banalità della vita esterna. Si chiuse nel suo castello di via Serradifalco e si dedicò alla vita scientifica. Divenne entomologo di fama mondiale, creando una delle  piu’ grande collezione di farfalle ed insetti di tutta Italia, che oggi si può ammirare al museo naturalistico Palazzo D’Aumale di Terrasini. Ma oltre  la sua passione per le farfalle , il principe Raniero aveva un’altra passione, l’occultismo, tanto che fu chiamato il “principe mago”. In quelle stanze, un tempo piene di musiche e di risate gioiose, si cominciarono ad organizzare, per una ristretta cerchia di amici, sedute spiritiche.  Il principe, durante i suoi contatti con l’aldilà, usava spesso mettere in funzione un registratore  dove registrava strane voci d’oltre tomba e terrificanti rumori. Un volta, durante una di queste sedute ,il principe  Raniero cadde  in una trance profonda: d’improvviso la stanza fu invasa da un forte odore di zolfo e dalla sua bocca uscì una voce cupa terribile che diceva: “Mortali, ascoltate, io sono il re dei mondi….“.Cominciò così a formarsi in mezzo alla stanza una figura raccapricciante . Le persone che si trovavano lì in quel momento scapparono terrorizzati, e da quel momento nessuno andò più alla villa.





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