Riserva Naturale LAGO SFONDATO - Caltanissetta

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Riserva Naturale LAGO SFONDATO - Caltanissetta

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Pubblicato da Sicily Tourist in Caltanissetta e Provincia · 28 Aprile 2024
La riserva, estesa circa 13 ettari, ricade nel Comune di Caltanissetta e dista circa 8 Km da Marianopoli. Il lago, posto a oriente di Monte Mimiani a circa 370 metri s.l.m., ha una superficie di 3404 m2 , un perimetro di 219 metri e una profondità massima di 13,50 metri. E’ una conca di sprofondamento originata dal cedimento, nel 1907, di una grotta sotterranea ed è al secondo posto tra i laghi siciliani per profondità. La sua superficie si trova alcuni metri sotto il piano della campagna e  il suo livello idrico quasi costante avvalora l’ipotesi dell’esistenza di una sorgente sub-lacustre perenne senza la quale non potrebbe esistere. Il crollo che lo ha formato va messo in relazione all’azione delle acque sui gessi e il perdurare di questa circolazione sotterranea potrebbe causare altri crolli in futuro.



Il lago è interessante anche perché lambisce una parete a picco di roccia sulla quale è possibile “leggere” gli strati geologici. L’area è interessata da una vegetazione erbacea ed arbustiva e intorno allo specchio d’acqua è presente un ampio canneto. Degne di nota sono le numerose specie di orchidee selvatiche (più di 20) quali, ad esempio, l'”Anacamptis pyramidalis”, l'”Ophrys tenthredinifera” e l'”Ophrys panormitana”. In autunno fiorisce la Mandragora. La fauna è tipica delle aree rurali (Coniglio selvatico, Lepre, Volpe, Barbagianni, Poiana, Gheppio) e delle zone umide (Rana verde, Biscia dal collare, Usignolo di fiume, Tuffetto, Gallinella d’acqua). Per l’avifauna passeriformi come l’Usignolo di fiume, nidificante, il Beccamoschino, il Pendolino ed altri più rari. Numerose le specie di farfalle tra cui Gegenes “pumilio” e “nostrodamus”. Nonostante la zona del lago Sfondato sia piuttosto antropizzata (i contadini delle masserie praticano l’agricoltura estensiva e l’allevamento di bovini ed ovini) l’ecosistema è in buone condizioni.



Sul lago sussistono più racconti popolari. Il primo riguarda la sua formazione  (si pensa che lo sprofondamento sia dovuto agli scavi effettuati a fine ‘800 per la realizzazione di una lunga galleria ferroviaria). Un altro vuole che il lago sia in collegamento diretto con il mare. E un altro ancora racconta (leggenda, in verità, ripetuta per molti altri corsi d’acqua dell’isola) che nelle sue profondità viva una enorme biscia chiamata dai locali “biddrina”. Infine un’antica consuetudine viene tramandata dagli agricoltori del luogo circa l’utilizzo dell’euforbia rigida, dal potere sedativo, per catturare le anguille nel vicino fiume Salito e nei suoi affluenti.
Lo specchio d’acqua è cinto da una fitta vegetazione a canneto, e svolge un ruolo di fondamentale importanza come rifugio ed area di sosta per l’avifauna, sia stanziale che migratoria, e per le altre specie della fauna tipiche delle zone umide, come ad esempio gli anfibi e le libellule.
Il territorio protetto è inoltre caratterizzato dalla presenza di gariga e di vegetazione rupestre sugli affioramenti gessosi, da alcuni tratti del corso del torrente Stretto con la vegetazione ripariale tipica dei torrenti salmastri dell’interno della Sicilia, da colture cerealicole e pascoli tipici del paesaggio dell’entroterra siciliano.



Le tracce dell’Uomo
Il territorio in cui ricade la riserva è stata frequentato dall’uomo sin dalla preistoria. Le campagne di scavo eseguite dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dal 1977 al 1984 hanno riportato alla luce numerosi reperti esposti nel Museo Archeologico di Marianopoli. Nel sito di M.te Castellazzo, a NE di Marianopoli, è particolarmente interessante una necropoli con tombe a pozzetto dell’età del rame. A partire dal VI sec. a. C. sino alla metà del II sec. a. C. la montagna fu occupata dai Greci che fondarono una città, forse Mytistraton. Di particolare interesse un gruppo di sepolture appartenenti ad un unico nucleo familiare (una madre e tre bambini) con ricchi corredi funerari. A sud di Castellazzo si erge la lunga e alta montagna di Balate su cui esisteva un’altra città indigena occupata dai Greci nel VI sec. a.C., la cui vita sembra concludersi nel III sec. a.C. Nell’adiacente Valle Oscura, si estende una vasta necropoli nella quale, dalla preistoria all’età greca, le tombe, prevalentemente multiple, furono ricavate in anfratti e ripari naturali adattati dall’uomo.
Le tombe preistoriche si riferiscono alla I età del bronzo e le ceramiche rinvenute sono dello stile detto Vallelunga-Tindari-Rodi, e collegano anche quest’area della Sikania alle culture preistoriche del primo bronzo presenti sulla costa nord-orientale della Sicilia. Le tombe di età greca, anch’esse in prevalenza multiple, si datano prevalentemente dalla prima metà del VI sec. alla metà del V sec. a. C.. Solo poche tombe si datano oltre il 450 a. C.



Flora e vegetazione
A differenza invece delle aree limitrofe purtroppo caratterizzate da un pesante impatto antropico, l’area protetta presenta aspetti di notevole pregio naturalistico e paesaggistico concentrati per lo più intorno allo specchio d’acqua, lungo i versanti del torrente e nei burroni posti a Nord della riserva.
Nel territorio protetto sono state censite oltre 300 specie di piante, un numero decisamente elevato considerando la sua limitata estensione, e tra queste vi sono numerosi endemismi e specie rare o fortemente localizzate, fra cui Astragalus caprinus huetii, Gypsophila arrostii, Pimpinella anisoides, Tragopogon cupanii, Iris pseudopumila.
Il lago svolge un ruolo cruciale ai fini della diversificazione della flora, ospitando un numero significativo di specie adattate a tollerare l’elevata salinità delle acque. A suo interno vivono esclusivamente macroalghe sommerse mentre lungo le sponde rialzate del laghetto e del torrente si osserva una fascia di canneto, tipica di acque poco profonde, stagnanti o a lento corso, caratterizzata da Phragmites australis e Apium nodiflorum. Nel margine settentrionale del lago e lungo le sponde del torrente Stretto si rivengono inoltre alcuni esemplari di Tamerice (Tamarix africana), specie caratteristica dei greti ciottolosi delle fiumare a elevata salinità. La vegetazione rupestre, localizzata sulle ripide pareti rocciose, comprende numerose specie endemiche, tra cui Brassica villosa e Diplotaxis crassifolia, molto diffuse sulle rupi gessose della Sicilia interna.
Lungo i versanti più accidentati e acclivi della riserva si sviluppano interessanti aspetti di prateria perenne, dominati da Hyparrhenia hirta o Ampelodesmos mauretanica (più nota con il nome dialettale “ddisa”). Gli aspetti prativi ospitano numerose specie bulbose di grande bellezza (orchidee, narcisi, gigli, ecc.) inseriti nella lista degli habitat di importanza comunitaria. La formazione vegetale più diffusa è la gariga, tipica degli affioramenti rocciosi, caratterizzata dall’aromatico Thymbra capitata, dal Teucrum polium e dall’Euphorbia rigida; sono anche presenti lembi di vegetazione arbustiva, riferibili alla macchia mediterranea sempreverde, caratterizzati da Anagyris foetida, da Asparagus horridus e Pyrus pyraster.



La Fauna
Lo specchio d’acqua, ed in particolar modo il canneto che ricopre le sue sponde, svolgono un ruolo importante come rifugio e area di sosta per l’avifauna e per le specie tipiche delle zone umide. L’area ospita infatti una ricca comunità di anfibi e rettili, un gruppo faunistico a rischio per la progressiva riduzione degli ambienti acquatici. Numerosi sono anche gli uccelli legati alle zone acquatiche, nidificanti nel folto del canneto: l’Usignolo di fiume, il Tuffetto, la Folaga, la Gallinella d’acqua, il Beccamoschino. Non è raro, durante il periodo delle migrazioni, osservare alcuni esemplari di Airone cenerino in sosta, attirati dal piccolo specchio d’acqua.
Altre specie presenti nel territorio della riserva sono quelle caratteristiche delle aree rurali siciliane e della macchia mediterranea. Sono diffusi il Coniglio selvatico, la Lepre, la Volpe e l’Istrice, di cui si rinvengono frequentemente gli aculei; fra i rapaci è facile osservare il Gheppio nel tipico atteggiamento predatorio “a spirito santo”, il Grillaio ed il lento volo planato della Poiana. Al crepuscolo e nelle ore notturne risuonano i versi del Barbagianni e della Civetta. Sopravvive nella Riserva qualche esemplare di Coturnice siciliana, una specie endemica siciliana, a rischio di estinzione per la progressiva antropizzazione del territorio. La riserva è anche il regno di numerose specie di Libellule, fra cui Orthetrtrun brunneum, Crocothemis erythreae, Anax imperator e Selysiothemis nigra, e di Farfalle, che affascinano per varietà e per colore. Sono state osservate ben 31 specie, fra cui le più interessanti sono Muschampia proto, Gegenes pumilio e Gegenes nostrodamus, Cupido minimum trinacriae.

Come arrivare
La riserva si trova a circa 19 Km da Caltanissetta, a 17,5 Km da San Cataldo e a 8 Km da Marianopoli.
Per chi proviene da Caltanissetta occorre percorrere la via Pietro Leone (SP 128) per circa 1 Km; si prosegue poi per la SP 155 per circa 2,5 Km quindi si imbocca sulla destra, in direzione Marianopoli, la SP 44. Dopo circa 7 Km, la strada si ricollega alla SP 42 San Cataldo/Marianopoli. L’ingresso della riserva è al km 17,4 dal quale si diparte una stradella a fondo naturale da percorrere a piedi per una lunghezza di circa 2,5 Km.
Per chi invece proviene da Agrigento, occorre uscire dalla SS 640 al bivio San Cataldo Scalo. Si percorre quindi la circonvallazione entrando in paese lungo il corso Umberto. Alla fine del corso si segue la SP 42 in direzione Marianopoli fino al km 17,4.

Guarda il Video della Riserva







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