Miti e Leggende Siciliane: Tiraciatu... Il rettile leggendario che vive in Sicilia

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Miti e Leggende Siciliane: Tiraciatu... Il rettile leggendario che vive in Sicilia

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Alcuni se lo sono ritrovati davanti quando meno se l’aspettavano, mentre altri non ne hanno mai sentito parlare. Si tratta del Gongilo, che in Sicilia viene chiamato Tiraciatu. Piccolo rettile, a metà tra il serpente e la lucertola, possiede zampette e può raggiungere i 30 centimetri di lunghezza. La sua testa e piccola, mentre il corpo è cilindrico e paffuto. Le zampe, molto piccole, lo fanno muovere serpeggiando.



Il nome che gli hanno attribuito i siciliani è molto particolare, ma c’è un motivo. Si narra che, in passato, fosse attratto dall’alito dei lattanti e che, per questo motivo, fosse temuto dalle mamme (da qui “tira fiato”, per la tendenza ad avvicinarsi al volto e alla bocca).
Il motivo dei rettili nella culla, in effetti, è molto antico, e rientra nel motivo, ancora più diffuso, delle creature che portano via i bambini.
Siano gnomi, fate o folletti, in tutte le culture c’è qualche essere malvagio che viene a portarci via i bambini mentre riposano nelle loro culle.
Ogni cultura, ogni persona, cerca i suoi modi per esorcizzare la morte.
E se è difficile accettare quella di una persona anziana, che ha vissuto la sua vita e la cui morte ne è il semplice coronamento, ancora più difficile sarà comprendere il perché della morte di un bambino. Soprattutto perché, talvolta, una spiegazione non c’è. Come nel caso della SIDS (sindrome da morte improvvisa del lattante), per la quale non si ha ancora una risposta scientifica.
Bisogna inventare qualcosa di malvagio, per comprendere una cosa del genere. E se si pensa che una percentuale dei casi di SIDS si sono rivelati degli infanticidi, la situazione si rivela ancora più controversa.
Per ritornare all’antichità dell’associazione culla/rettile, possiamo dare un’occhiata nella mitologia greca, quando la dea Era, volendo punire Zeus per l’ennesimo tradimento, mandò due serpenti velenosi nella culla del figliastro Eracle (Ercole, nella mitologia romana), per ucciderlo.
E anche se egli, essendo un eroe, riuscì a sconfiggerli, i serpenti furono un’anticipazione della sua vita, e della sua morte. Eroe in conflitto con i mostri per antonomasia, infatti, Eracle sarà ucciso dal veleno di un altro rettile (l’Idra di Lerna), che aveva precedentemente ucciso.
Le leggende su questo piccolo rettile non finiscono qui. In alcune zone della Sicilia, infatti, si riteneva che potesse curare la calvizie.



Perché si dice “Lisciu comu un tiru”
Pensate che, in passato, qualcuno ha perfino avuto l’ardire di mettere il malcapitato Tiraciatu in padella, per estrarne un composto oleoso e grasso in grado di curare la calvizie. Poche le conferme in merito a questo singolare utilizzo. Ciò che invece è più certo, è l’utilizzo del modo di dire “Lisciu comu un tiru“.
Il Tiraciatu, infatti, viene chiamato anche Tiru. Visto che è più paffuto rispetto a una lucertola, quando si incontra qualcuno particolarmente in carne, si definisce “lisciu comu un tiru”. Insomma: questa creaturina così piccola è davvero una fonte infinita di aneddoti! Il Gongilo, in realtà, è molto importante nei diversi ecosistemi, perché funge sia da predatore che da preda. Non è né pericoloso, né nocivo per l’uomo, nonostante ciò che si narra in giro. Si tratta, al contrario, di una specie timida e innocua. Si muove principalmente di giorno e, quando si spaventa, scappa via tra le piante. Una piccola curiosità: favorisce anche la dispersione di diverse piante, tra cui il fico d’India, di cui è ghiotto.



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