Attazioni Archeologiche a Siracusa: ORECCHIO DI DIONISIO tra Storia e Leggenda

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Attazioni Archeologiche a Siracusa: ORECCHIO DI DIONISIO tra Storia e Leggenda

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Pubblicato da SicilyTourist in Siracusa e Provincia · 25 Gennaio 2024
Orecchio di Dioniso, particolare Grotta, ricca di leggenda e tradizione. Ci troviamo in Sicilia, e precisamente a Siracusa, presso il parco archeologico della Neapolis. Già la città è ricca di storia, ma noi, senza nulla togliere alla bellezza del capoluogo siculo, ci soffermeremo su una particolare grotta, che si trova sotto il teatro greco di Siracusa. Scavata nel calcare, la grotta è alta 23 metri, larga dai 5 agli 11 metri e si sviluppa in profondità fino a 65 metri con un andamento ad "S" che così essendo ne amplifica i suoni. Infatti all'interno della grotta, viene amplificato fino a 16 volte tanto.



Questa grotta è fra le più famose della Latomia del Paradiso, nata nel corso dell’estrazione della pietra dalla montagna su cui sorge tutto il parco archeologico. realizzate dai cavatori di pietra che seguivano i filoni di calcare di migliore qualità. È davvero imponente, alta oltre venti metri, e che si dipana fino alle profondità della pietra.



Storia e curiosità
Dionisio era un tiranno particolarmente ironico e astuto. Fra le sue malefatte più famose v’era quella di aver tolto tutti i fregi d’oro dalle statue antiche, inventandosi di volta in volta una scusa diversa. L’episodio più famoso riguarda una statua di Zeus, che pare avesse uno splendido mantello d’oro, che Dionisio prese e fece sostituire da una coperta di lana perché, a detta sua, “era più calda d’inverno”, e avrebbe fatto bene al “vecchio” Zeus. Pare che, fra i suoi prigionieri più illustri, vi fosse anche un poeta colpevole di non aver apprezzato a sufficienza i suoi lavori letterari. Fece delle cave una prigione perché, data la loro acustica eccezionale, avrebbe potuto servirsene per spiare i discorsi dei suoi prigionieri, e sventare sul tempo eventuali attacchi. L’acustica dell’orecchio di Dionisio è davvero unica al mondo: anche solo un sussurro rimbomba per tutte le mura! Alcuni studiosi ipotizzano che, proprio in funzione di questa caratteristica, la cava servisse anche da “cassa di risonanza” per il Teatro.




Caravaggio e la leggenda
Il nome fu coniato dal famoso artista Caravaggio che, di passaggio a Siracusa, ebbe modo di visitare le Latomie e vi restò per studiare la complessa struttura dell’ex prigione di Dionisio. Studiandone le mura, vide che la sua composizione era molto simile a quella di un padiglione auricolare. Quella, unita all’uso che ne faceva il tiranno (era, a conti fatti, un “orecchio nascosto” per spiare i nemici) e alla forma dell’entrata esterna, lo spinsero a chiamare quella particolare grotta “Orecchio di Dionisio”. Fu considerato un termine particolarmente azzeccato, tanto che ancora oggi la grotta è conosciuta soprattutto con quel nome. Un posto davvero straordinario, unico e pittoresco, ricco di storia e curiosità, che non può mancare nel vostro itinerario alla scoperta di Siracusa e della Sicilia!



Nel 1625 lo scrittore e viaggiatore Pietro Della Valle, di ritorno dal suo viaggio in Oriente visitò l'orecchio rimanendone estasiato. Seppur, per le convinzioni dell'epoca, a costruire la struttura sarebbe stato l'ingegno di Archimede:
«Vedemmo l’eco artificiale che dicono essere stato fatto fabbricar da Dionisio in una prigione, dove teneva molti schiavi, perché si sentisse ciò ch’essi colà dentro parlavano; e parmi, se non fallo, che di tal fabbrica fosse artefice Archimede. È in vero una delle più belle cose ch’io abbia visto al mondo, ed anche degli artifizii che l’arte abbia saputo inventare, imitando così bene la natura che fa un'eco bellissima che replica le parole ed i detti interi, imita i suoni e i canti perfettissimamente, come alla presenza nostra con diversi instromenti si provò; e se si batte con una verga qualche panno grosso steso, rende tanto rimbombo ch’imita i colpi delle più grosse artiglierie; e che tutto questo faccia così bene una grotta formata non dalla natura, ma dall’artificio umano, è certo cosa strana e mostra il grandissimo ingegno di colui che l’inventò e lo seppe fare. Non è da tacere che la fabbrica del concavo di questa grotta è fatta e cavata appunto nella forma del concavo d’una orecchia umana, donde l’artefice debbe pigliar l’invenzione che, come la voce percotendo nell’orecchie fabbricate in quel modo rende suono e si sente, così si vede per isperienza che percotendo colà in quel grande ed artifizioso orecchio, intagliato a mano nella dura pietra, fa il medesimo effetto di rendere il suono, benché gli altri echi naturali non sappiamo che siano in caverne in tal modo fabbricate.»
(Pietro Della Valle, Viaggi Di Pietro Della Valle)




Attorno al 1770 il pittore e architetto Jean-Pierre Houël visitò la grotta eseguendo una serie di rappresentazioni. Nelle sue descrizioni parlava anche dell'acustica e di come fossero eseguite delle prove soffiando un corno, sparando un colpo o battendo un tamburo. Ma è senza dubbio la leggenda del luogo e la storia ad affascinare il suo immaginario:
«Mirabella, nato a Siracusa e autore di una storia della città, c'informa che questa grotta, chiamata Orecchio di Dionisio, in origine era una cava come le altre designata con il nome di Piscidina. Ci racconta che vi si rinchiudevano prigionieri importanti durante il regno di Dionisio e che il carceriere mettendosi in un certo punto del cunicolo, a loro insaputa, riusciva ad ascoltarne i discorsi anche se parlavano a voce bassa, per l'effetto straordinario di un'eco prodotta dalla forma della grotta. Una volta al corrente dei loro segreti, li riferiva a Dionisio. Questo è quanto si racconta, ma anche la forma appuntita della grotta, forse, ha contribuito a darle il nome di orecchio da cui poi è nata la leggenda. Fuori, all'imboccatura del cunicolo, doveva essere una scala che conduceva al di sopra della rupe, dove si trovavano le costruzioni che completavano gli alloggi della prigione, di cui la grotta era la segreta. In questo Orecchio o Piscidina, il tiranno Dionisio rinchiuse il filosofo Filosseno, verso cui aveva mostrato tanta amicizia, perché non aveva lodato i suoi versi.



Vivant Denon visitando la grotta, volle verificare la veridicità della leggenda secondo cui Dionigi ascoltasse i discorsi dei prigionieri, ma comprese che la sovrapposizione di suoni rende l'ascolto del tutto confuso:
«È vero che nella famosa grotta vi è una piccola camera, all’abside della volta, dove, si dice, che l’ascoltatore venisse a piazzarsi. […] Decisi dunque di farmi aiutare a salire nella camera. Ci riuscii non senza fatica ed ecco qui ciò che vidi: una camera lunga dieci piedi e sei pollici su quattro piedi di larghezza che si andava restringendo fino a due piedi e dieci pollici, […] mi misi dapprima all’ingresso della grotta. Finché vi fu solo una persona che parlò in tono normale, la sentii distintamente in qualunque punto della grotta si trovasse, nel medesimo modo in cui l’avrei sentito da giù. Quando parlò a voce bassa, quasi segretamente, sentii un sussurro e niente di articolato; e quando due persone parlarono contemporaneamente, percepii soltanto un brusio di suoni discordanti e confusi che non lasciavano distinguere parola alcuna.»
Maupassant in visita a Siracusa racconta anche del monumento:
«In una, la Latomia del Paradiso, si osserva, in fondo ad una grotta, una strana apertura, chiamata l’orecchio di Dionisio, il quale veniva ad ascoltare vicino a questo buco, così almeno dicono, i lamenti delle proprie vittime. Circolano pure altre versioni. Alcuni eruditi pretendono che la grotta, messa in comunicazione col teatro, servisse da sala sotterranea per le rappresentazioni cui prestava l’eco della sua prodigiosa sonorità; i minimi rumori, infatti, vi assumono una sorprendente risonanza.»



L'orecchio di Dionisio è stato una delle location principali del film Indiana Jones e il quadrante del destino (2023), dove Indiana Jones, interpretato da Harrison Ford, trova una parte del quadrante di Archimede nella tomba dello stesso fisico.

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