Borghi di Sicilia: AIDONE (Enna)
Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Enna e Provincia · 25 Aprile 2023
Il borgo di Aidone si trova in uno dei comprensori culturali e naturalistici più interessanti di tutta la Sicilia. Nel suo territorio si trovano l'importante sito siculo-greco-ellenistico di Morgantina, il Castello di Pietratagliata di epoca normanna, e, a pochi chilometri, la Villa Romana di Piazza Armerina, sito Unesco. Il territorio è ricchissimo di boschi naturali e artificiali che occupano la parte nord occidentale, e di notevoli siti di rilevanza naturalistica: con Piazza Armerina ed Enna condivide il Parco della Ronza e al confine con la provincia di Catania si trova il lago di Ogliastro, un'area umida di interesse naturalistico.
Nell'antichità la sua etimologia si faceva risalire immaginativamente ad Aidoneus, un appellativo del dio Ade-Plutone, che, dopo aver rapito Persefone presso il lago di Pergusa, avrebbe sostato sul colle di Aidone. La leggenda diede origine alla vasta diffusione del culto di Demetra e Persefone in tutta la Sicilia centrale. Altra ipotesi significativa è l'origine dal termine arabo Ayn dun, nel significato di "sorgente superiore", etimo che sarebbe giustificato dalla notevole presenza di sorgenti di acqua in tutto il territorio.
Aidone fu fondata alla fine dell'XI secolo dai Normanni, durante la conquista della Sicilia e la cacciata degli arabi. I fratelli Altavilla, che guidarono la conquista, condussero a ripopolarlo i lombardi, che avevano contribuito all'impresa e che in buona parte provenivano dal Monferrato. A questa sorta di colonizzazione si fa risalire l'origine del dialetto aidonese. All'epoca normanna risalirebbe la fondazione del castello che dominava la città, della chiesa madre (dedicata in seguito a San Lorenzo martire), della chiesa di San Leone dedicata al papa Leone II e, fuori dalle mura, della chiesa di Sant'Antonino Abate.
Nel 1229 ai Cavalieri templari fu permesso di edificare la chiesa di San Giovanni e per il suo mantenimento furono concesse le rendite di alcune tenute. Dopo la morte di Federico II, nel 1255, Aidone si dichiarò libero comune e riuscì a resistere all'assalto di Pietro Ruffo e del conte di Catanzaro, che agivano in nome del re Manfredi; nel 1257, tuttavia, fu presa e saccheggiata dall'esercito svevo, guidato da Federico Lancia. Aidone partecipò alla rivolta dei Vespri siciliani, cacciando la guarnigione francese.
Nel quadro delle lotte tra angioini e aragonesi emerse la figura di fra' Perrone, il frate dell'Ordine domenicano che combatté gli aragonesi tra il 1284 e il 1287; quando fu catturato dall'ammiraglio Ruggiero di Lauria si uccise in carcere. Nel 1320 il feudo passò a Rubeo II Rosso, e quindi al figlio Enrico III Rosso, cancelliere del regno aragonese. Il conte Enrico Rosso Senior fu uno dei più potenti feudatari del regno di Sicilia e divenne l'ago della bilancia fra le fazioni latine capeggiate dai Chiaramonte e quella catalana degli Alagona. nel 1373 fu costretto a cedere il feudo di Aidone (compresi il castello di Pietratagliata, il feudo di Fessima e i casali Baccarato, Asmundo e Pietralixia) a Perrone Gioeni, in cambio del feudo di Castroleone (Castiglione di Sicilia). Il castello di Aidone ospitò nel 1396 la regina Maria e il marito, Martino il Giovane e, nel maggio dell'anno 1411, la regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino il Giovane, che vi soggiornò a lungo protetta dal Gioieni. Nel 1427 il conte Bartolomeo III Gioeni firmò l'atto "Privilegi e consuetudini per gli Aidonesi", concedendo il potere locale al "baiulo" Giovanni Caltagirone, coadiuvato da un "capitano di giustizia". Nel 1531 Giantommaso Gioeni introdusse la venerazione per san Lorenzo martire facendone il santo patrono della città al posto di san Leone.
Nel 1693 il terremoto che colpì tutta la Sicilia orientale provocò in Aidone cinquanta morti, la distruzione del paese e il crollo di numerose chiese ed edifici, tra cui la chiesa Madre di San Lorenzo. Alcune chiese furono restaurate o ricostruite, pertanto quasi tutti gli edifici di Aidone sono, tranne che in alcune parti, settecenteschi o con notevoli elementi risalenti a questa epoca (i cantonali di san Domenico, la facciata di santa Maria La Cava, i portali di San Leone, dell'Annunziata, etc), il loro stile è influenzato dal barocco imperante in Sicilia ma con tratti sobri e classicheggianti. Altre chiese e conventi sono stati demoliti, come il convento e la chiesa di santa Caterina, la chiesa e il convento di san Michele Arcangelo, la chiesa e il convento di san Tommaso apostolo, la chiesa di san Giacomo e molte altre chiese di cui ormai si è persa ogni traccia. Con il matrimonio dell'ultima discendente dei Gioeni con Marcantonio V Colonna, il feudo passò ai Colonna, principi romani. Dal 1805, a seguito della scoperta del primo giacimento di zolfo, iniziò per Aidone un periodo di prosperità alimentata dall'industria estrattiva. La popolazione ebbe un notevole incremento, con l'immigrazione di minatori provenienti dai paesi viciniori, che si prolungò anche nel secolo successivo fino al secondo dopoguerra (la fase di chiusura della miniera Baccarato cominciò nel 1960).
Ad Aidone, come a Piazza Armerina, Nicosia, San Fratello, Sperlinga, si parla un dialetto che da sempre è suonato estraneo all'orecchio dei siciliani: una parlata peculiare di origine lombarda, che affonda le sue radici nella conquista normanna della Sicilia. Nel tempo questi dialetti sono stati definiti lombardo-siculi, gallo-romanzi, gallo-siculi e infine galloitalici di Sicilia per distinguerli dai galloitalici settentrionali. In Aidone, in modo particolare, già dagli inizi del secolo scorso il galloitalico è stato visto come un elemento di inferiorità perché in effetti rendeva difficoltosi i rapporti con i paesi vicini; già da allora il vernacolo conviveva con una forma sicilianizzata, che pian piano ha sopraffatto la forma antica; gli aidonesi sono stati bilingui per necessità e poi trilingui con l'affermarsi dell'italiano. Oggi sono rimasti pochissimi parlanti ed è nata l'esigenza di conoscerlo.
Il borgo è ricco di notevoli punti di interesse, quali il Castellaccio, di cui sono rimasti solo i ruderi ma dal quale si gode ancora di uno splendido panorama; la Torre Adelasia e la Chiesa di Santa Maria La Cava; la Chiesa madre di San Lorenzo e il Museo Archeologico. Quest'ultimo custodisce i reperti ritrovati nella vicina e importantissima di Morgantina, antica città greca, uno dei siti archeologici più interessanti dell'entroterra siciliano.
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