Borghi Siciliani: Sant’Angelo Muxaro - Agrigento

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Borghi Siciliani: Sant’Angelo Muxaro - Agrigento

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Pubblicato da Sicily Tourist in Agrigento e Provincia · 7 Maggio 2024
Sant’Angelo Muxaro, centro abitato del comprensorio provinciale agrigentino, si erge su una collina a 335 metri sul livello del mare, lungo la riva sinistra del fiume Platani. Le origini di questo paese rimangono indefinite fino ad arrivare alla nascita della città di Kamicos (1300-1200 a.c.), quando questa parte della Sicilia fu popolata dai Sicani.



Visitare Sant’Angelo Muxaro equivale ad un viaggio nel tempo senza tempo, tra mitologia ,storia e una natura affascinante e immutata da secoli . è un luogo avvolto dai misteri tra  archeologia e mito , oltre che ricco di una natura che fa del territorio circostante uno scrigno ricchissimo di anfratti e grotte, ne esploreremo le vestigia seguendo  le tracce dei misteriosi Sikani  antica popolazione dalle antichissime origini e irrisolti quesiti , proprio qui  è possibile scoprire di più della loro storia e le straordinarie testimonianze della loro presenza . Secondo alcuni studiosi, qui probabilmente sorgeva la mai trovata Kamikos: l’inespugnabile città edificata dal mitico architetto Dedalo per ricambiare l’ ospitalità del re sicano Kokalos. Narra il mito che Dedalo, fuggito con ali di cera dalle prigioni cretesi, riparò nel territorio agrigentino presso re Kokalos; il re sicano lo accolse e lo preservò dall’ira del re cretese Minosse, che ivi giunse dopo essere approdato nei pressi di Eraclea Minoa.



Le origini rimangono indefinite. Un importante villaggio di età del ferro sorse nei pressi dell'attuale abitato intorno al XIII secolo a.C. da popolazioni indigene, identificate con i Sicani. Tale villaggio costituisce in archeologia un valido fossile guida cronologico per la produzione locale dalla crisi della prima società autoctona (XIII secolo a.C.) al rapporto con i primi coloni greci durante la grande stagione delle apoikiai nel corso dell'VIII-VII secolo a.C.. Più villaggi si sono sviluppati nel territorio di Sant'Angelo, con il centro di comando che si ergeva su una collina poco distante dall'attuale abitato, denominato appunto "Monte Castello" dai locali perchè, a quanto pare, su quel colle si ergeva una rocca che controllava tutto il territorio. Molti archeologi ritengono che il territorio di Sant'Angelo si possa identificare con il famoso regno del re dei sicani, Kokalos, anche grazie a straordinari ritrovamenti archeologici di reperti in oro, oggi conservati al Museo archeologico di Siracusa e al British Museum di Londra. Dalla conquista romana fino agli ultimi anni del Basso Medioevo, fu un periodo scuro e poco conosciuto, la rocca divenne sede di controllo del territorio durante il periodo arabo e prese nome di Musharia; nome che tutt'ora è rimasto nella denominazione del comune (Muxaro). Alla fine del '400 il feudo del Mussaro passò alla famiglia, di origine spagnola, dei "De Marinis" che nel 1507 ottennero dal Re di Spagna Ferdinando il Cattolico la "Licenza Populandi" per la fondazione di un nuovo borgo nel feudo del Mussaro, che doveva essere denominato Sant'Angelo. Con il tempo, appunto, il comune prese il nome di Sant'Angelo del Mussaro fino al nome modero di Sant'Angelo Muxaro.



L'attuale abitato, che venne costruito su una collina poco distante dalla vecchia rocca di Musharia (o Monte Castello), si sviluppa in concomitanza delle migrazioni degli abitati del Monte Castello che si unirono (non immediatamente) con un gruppo di albanesi che erano migrati dopo la conquista turca dell'Albania. Il borgo inziò a svilupparsi velocemente seguendo, negli anni anche la famosa "Legge delle Indie". L'abitato, infatti, si sviluppò attorno a una grande piazza centrale e le vie si svilupparono in maniera verticale e orizzontale a partire proprio da quella piazza. Oggi la grande piazza e l'intreccio di vie e viuzze, presumibilmente riscontra (non perfettamente come 500 anni fa, ovviamente le case e la cementificazione hanno fatto il loro sporco lavoro) quello che sarebbe potuto essere Sant'Angelo durante il XVI secolo.



Di grande interesserebbe culturale e turistico sono le due chiese settecentesche. Una intitolata alla Madonna del Carmelo (costruita su una chiesa già esistente) dove all'interno si trova una bellissima statua a mezzo busto della Madonna dell'Itria, chiaro simbolo delle origini albanesi del comune. La seconda chiesa, è la Chiesa Matrice, intitolata al patrono Sant'Angelo Martire di Sicilia. Qui è presente un bellissimo crocifisso ligneo ricoperto di lamelle d'argento di epoca medievale, ritrovato nei pressi del Monte Castello. Particolarmente suggestive sono le strade del comune, non asfaltate che ricordano molto l'ambiente cinquecentesco. All'entrata del paese si erge, ormai diroccato, un pezzo della Porta medievale, chiamata "Porta di Spagna" e a seguire si può notare qualche metro della vecchia cinta muraria. Molto interessanti sono tutti gli itinerari turistici legati alla natura. Sotto il colle del borgo si apre una voragine che entra e attraversa tutta la collina diventando una grotta (Grotta Ciavuli) al cui interno passa un corso d'acqua che va a gettarsi nel letto del fiume Platani.



Il Borgo abbarbicato su una rocca che domina l’intera vallata, è diventato il simbolo del turismo esperienziale in Sicilia. Le tradizioni rimaste intatte e la simpatia della gente del luogo hanno trasformato questo luogo in un centro accogliente e che sa regalare ai turisti esperienze uniche.
Le vecchie tradizioni, dalla tosatura delle pecore in piazza, alla preparazione del pane e dei dolci tipici, non sono mai morte e oggi si rinnovano grazie ai tanti turisti, soprattutto stranieri, che si intrattengono piacevolmente con la gente del luogo.



A Sant’Angelo c’è la più grande tomba a Tholos di tutta la Sicilia, e la Grotta Ciavuli è anche una delle riserve naturali di Sicilia. Una passeggiata alla scoperta di queste bellezze è dunque d’obbligo.
Poi c’è un reperto unico nel suo genere. La Patera d’oro del VII secolo avanti Cristo è il simbolo culturale più importante del paese.



Tornato a Sant’Angelo dopo due secoli di esposizione al British Museum, questa coppa d’oro di piccole dimensioni è decorata a rilievo con una fila di sei buoi. Un reperto unico davanti al quale si resta davvero incantati. La coppa si trova all’interno del museo archeologico che si trova nella piazza centrale del paese.



LA SAGRA DELLA RICOTTA
Anche se il paese è fuori dal “tour dei cannoli“, ciò non significa che una delle sue materie prime più preziose sia la ricotta. In paese si svolge da oltre sessant’anni una sagra dedicata a questo gustoso alimento. Le pecore invadono le vie del paese e la festa ha inizio.




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