Borghi Siciliani da visitare: MILENA , Caltanissetta

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Borghi Siciliani da visitare: MILENA , Caltanissetta

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Pubblicato da Sicily Tourist in Caltanissetta e Provincia · 20 Giugno 2024
Milena si trova in Sicilia in provincia di Caltanissetta, sorge in una zona collinare a 423 metri sul livello del mare. Si trova nella parte occidentale della provincia a est del fiume Platani, nella Sicilia centrale. Confina con i comuni di Bompensiere, Campofranco, Grotte, Racalmuto e Sutera. Dista 36 km da Agrigento, 45 km da Caltanissetta e 86 km da Enna.



Ragioni storiche e sociali hanno determinato l’originale disposizione delle sue abitazioni, sparse su una vasta contrada e raggruppate in villaggi che, fino a qualche anno addietro, erano 14, oltre al centro Milena è un paese di recente costituzione: non conta neppure cento anni, essendo stata eretta a comune autonomo solo nel 1923, anche se vanta origini antichissime ed è stata sempre abitata.
Gli scavi archeologici hanno dimostrato la presenza umana sul suo territorio fin dalla età neolitica e successivamente nell’età del rame, del ferro e del bronzo. Milena era una località ferventissima di vita e di civiltà in epoca micenea e costituiva un centro di forte attrazione per migranti mediterranei.



La sua presenza in epoca storica non si ferma al periodo miceneo, ma continua anche durante la colonizzazione ellennistica.
Da una visita alle sue contrade, si possono quasi toccare con mano le vestigia delle varie epoche che Milena ha vissuto sotto i dominatori dai Greci ai Romani, dai Bizantini agli Arabi ai Normanni, fino ai nostri giorni. Per il periodo musulmano si possono fare degli accostamenti riferendo il termine Abi-Malek a Milocca (antica denominazione di Milena).
Durante la dominazione degli Angioini, re Carlo concesse i feudi di Milocca a due cavalieri provenzali: Giovanni Russo e Guglielmo Raimondi di Bellomonte. Il figlio di quest’ultimo rimase padrone del territorio fino al 1278, anno in cui lo divise. Nel 1282 era signore di Milocca Giovanni Russo, mentre nel 1286 la borgata ed i suoi feudi passarono in possesso di Mariano Capizzi ed Antonio di Milocca.



Al primo successe il figlio Giacomo che, facendosi monaco alienò i suoi beni ai Benedettini di San Martino della Scala di Palermo. E l’Abate, assunse il titolo di Barone di Milocca. Sotto i monaci avvenne il popolamento delle terre, perchè i religiosi concessero ai contadini il diritto di pascolare nei campi non seminati, di far legna e di raccogliere erbe commestibili. Per tali concessioni si accese una controversia tra i monaci e la città di Sutera. La vertenza tra alterne vicende, si concluse a favore di Sutera, quando nel 1866, avvenne la soppressione dei beni ecclesiastici, e i beni dei monaci furono incamerati dal demanio dello Stato.
I cittadini di Milocca divennero cittadini di Sutera. Questa vendette le nuove terre ai suoi abitanti ad un prezzo per loro conveniente ed essi, per mancanza di strade di collegamento tra le terre da coltivare ed il paese, preferirono trasferirsi nelle terre da coltivare e costruirvi le proprie abitazioni, una accanto all’altra per avere compagnia, per essere più sicuri ed avere a propria disposizione l’ uso dell’ acqua potabile. Queste nuove abitazioni, che sorsero a gruppi sparsi nella vasta campagna, vennero chiamate “Robbe” e ad ognuna di esse venne dato il cognome o il soprannome del suo primo costruttore. In seguito, dal raggruppamento di più robbe, nacquero i villaggi che assunsero nomi legati alle vicende risorgimentali e fasciste: Garibaldi, Cavour, Mazzini, Piave, Monte Grappa, Vittorio Veneto, Cesare Battisti, Roma, San Martino, Crispi, Masaniello, San Miceli, e Balilla.



Questo assetto è di epoca recente, risale alla sua costituzione a comune autonomo, il 30 dicembre 1923. Da allora Milena si è dotata di uffici, case e strade, creando dal nulla tutti quei servizi indispensabili ad una vita civile. Oggi a Milena si vive la vita tranquilla dei piccoli centri dell’ entroterra siculo. Si trascorre il tempo in un ambiente dalla serenità georgica, dove ognuno coltiva, accanto alla propria casa, il suo orticello, assieme a rose e violecciocche; il suo cielo è sempre azzurro il clima sopportabile anche sotto il solleone, luogo ideale per un soggiorno tranquillo.
Chi vuole arrivare a Milena,dopo pochi minuti di percorso sinuoso, comincerà ad intravedere, tra il verde degli olivi e delle viti, che negli ultimi decenni hanno ricoperto le sue ondulate colline, le prime casette dai muri nuovi, accanto ad altre semidiroccate ed abbandonate da chi ha lasciato “la robba” e si è trasferito nel centro urbano …



Visitiamo Milena
Dopo la breve salita di un tratto di strada di recente ammodernata, si è in vista delle prime case dell’ abitato. Osserviamo le nuove casette costruite da chi abita al centro ed ama trascorrere qualche periodo dell’ anno all’ aria aperta e subito dopo abbiamo davanti i ruderi della fattoria-convento di San Martino, uniche vestigia della presenza dei monaci di San Martino delle Scale di Palermo che qui risiedettero nel quattordicesimo secolo. Questa abbazia fu costruita quando il feudo fu dato dal barone Giacomo Capizzi il 4 gennaio 1363, che si fece monaco, al convento di San Martino delle Scale.



Villaggio Vittorio Veneto
Appena lasciata la contrada San Martino, si è in vista del primo villaggio “Vittorio Veneto”, che sorge nelle vicinanze del cimitero; ma prima di arrivarci ci si imbatte in una piccola cappella chiamata “cappella dei padri Redentoristi”;poi, attraversando la strada del villaggio, si incontra una chiesetta dedicata a San Giuseppe, in onore del quale, in maggio si celebra una festa campestre (La devozione a san Giuseppe a Milena è molto sentita ed il santo, che è il patrono del paese, è festeggiato anche il 19 marzo con la tradizionale ” tavolata di li vecchiariddi” un banchetto ricco di varie portate che per una tradizione, che si perpetua quasi intatta negli anni, vede preparare le svariate pietanze con tutti i prodotti di stagione coltivati o che crescono spontanei nelle nostre fertili contrade).



Proseguendo sempre verso nord-ovest, si giunge al villaggio Mazzini e, attraversando la via della Vittoria, ci si troviamo in via Nazionale al cui inizio scorgiamo una cappella dedicata a Padre Gioacchino la Lumia (nobile cappuccino, originario di Canicattì, per il quale un gran numero di Milenesi prova una grande venerazione). Questa via è la principale del centro urbano dove sorgono le scuole, la chiesa parrocchiale, i vari negozi, l’ edificio postale ed il municipio



Chiesa di San Giuseppe
La chiesa  Madre è dedicata a San Giuseppe, la prima pietra della chiesa fu posata il 3 luglio 1870, nel luogo dove da lì a pochi anni sorgerà il centro religioso ed amministrativo dell’allora Comune di Milocca, non a caso chiamato lu Chianu di la chiesa (Piano della chiesa), e il 19 marzo 1881 fu aperta al culto, anche se mancava la pavimentazione e tutte le rifiniture interne. Le ragioni per cui fu necessario erigerla sono da ricercarsi sia nella posizione non baricentrica della piccola chiesetta situata all’interno del monastero-fattoria di S. Martino, adoperata sino ad allora, che costringeva la domenica i fedeli di tutte le “robbe”, ed in special modo quelli della frazione di S. Biagio a delle vere e proprie trasferte di diversi chilometri su viottoli e trazzere non acciottolate, sia nell’accresciuto numero di fedeli che la frequentavano.



Piazza Garibaldi
Lasciata la chiesa, usciamo sulla Piazza Garibaldi, centro della vita associativa Melinese, dove la gente si incontra quando è libera delle proprie attività, per scambiare idee ed opinioni sui fatti del giorno. Addossato alla parete esterna della chiesa, che dà sulla piazza, si nota un portico con accanto la torre campanaria con l’ orologio che con i suoi lenti rintocchi regola le quotidiane fatiche dei laboriosi abitanti del piccolo borgo.



Piazza Europa
Lasciamo la via Nazionale ed attraverso la via Fratelli Cervi arriviamo in Piazza Europa, che si estende nella zona dove, negli ultimi anni, sono state costruite numerose casette unifamiliari.
Nella parte centrale della piazza è stato innalzato un monumento ai caduti che raffigura un imponente eroe che solleva in alto la bandiera della vittoria e guarda avanti, additando a tutti l’alba di un nuovo domani libero e migliore. Al di sotto della statua una lapide reca incisi i nomi dei caduti negli ultimi due conflitti mondiali.



Altri villaggi.
Da questa zona possiamo raggiungere i villagi “ROMA” con una piccola chiesa dedicata a Santa Rita e “Monte Grappa”.
Ad est della scuola media si estende il villaggio “Piave” e successivamente il “Cavour”, lasciando il quale ed immettendoci nella via Silvio Pellico, osserviamo l’asilo parrocchiale e delle nuove costituzioni sorte nella zona che nel piano regolatore è destinata all’ espansione commerciale ed artigianale. Se vogliamo proseguire alla scoperta dell’ abitato, dobbiamo lasciare il centro urbano ed avviarci al villaggio Masaniello,il più distante dal centro Villaggio Masaniello.
Ci arriveremo dopo aver percorso tre chilometri di strada e appena giunti potremo notare la scuola elementare, delle botteghe e la chiesa di Sant’ Isidoro affidata alle cure del parroco don Francesco Falletta.



In questo villaggio di recente è stato allestito la Casa useo della civiltà contadina in un prezioso esempio di antica unità abitativa (dammusu), che si affaccia su una corte irregolare (bàgliu), sono custodite importanti testimonianze della cultura dell’abitare e del vivere del mondo contadino locale: attrezzi per la lavorazione della terra, della lana e del lino, telai, setacci e tutto ciò che serviva al lavoro delle massaie.Tutti gli attrezzi ed oggetti recuperati ed esposti hanno la duplice funzione di essere traccia della memoria passata e testimonianza di una cultura, seppure profondamente mutata, ancora presente nella struttura urbana, nell’indole socio culturale e nell’identità etno-antropologica dei Milenesi.

Piatti Tipici
La Mbriulata
In passato le massaie la preparano come pasto unico da dare ai familiari che trascorrevano l’intera giornata nei campi a lavorare la terra. Oggi la tipica “mbriulata” accompagnata da un buon vino locale è un vero e proprio vezzo per i palati più raffinati. Nonostante l’incessante trascorrere del tempo, questo tipico piatto locale è ancora oggi preparato con gli stessi ingredienti che venivano utilizzati un tempo dalle donne. La “mbriulata” non è altro che pasta sfoglia arrotolata, condita con olive, patate, formaggio e tritato di maiale, che sostituisce l’originarie “frittuli” -i ciccioli di maiale-. Ogni anno sempre più numerosi sono i turisti che puntualmente non mancano a questo lieto appuntamento culinario.

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