Sicilia meravigliosa: ALTOPIANO DEI MONTI IBLEI
Pubblicato da Sicily Tourist in Itinerari in Sicilia · 2 Gennaio 2024
Situati in un territorio che abbraccia le province di Ragusa, Siracusa e parzialmente anche il territorio del catanese, i Monti Iblei sono un altopiano che si eleva fino a una quota massima di 987 metri sul livello del mare e che domina la zona sud-est della Sicilia. Questa zona dell’isola conserva un patrimonio storico-paesaggistico dal valore inestimabile. I Monti Iblei sono infatti ricchi di sorgenti, fiumi e cascatelle che nel corso dei millenni hanno scavato numerosi canyon, come quello di Cavagrande del Cassibile, ma ospitano anche antiche masserie, carrubi, ulivi secolari, mandorli, campi di grano e pascoli lasciati in libertà.

In questa zona della Sicilia si incontrano anche borghi suggestivi e ricchi di storia come Buccheri, Ferla, Monterosso Almo e Chiaramonte Gulfi. Lungo la strada che attraversa l’altopiano degli Iblei, percorribile anche a piedi o in bicicletta, ovunque ci si volti la natura esprime tutto il suo splendore. I Monti Iblei sono la destinazione ideale per chi vuole vivere un'esperienza all’insegna della lentezza e dell’autenticità.

Antiche masserie, piccoli borghi, zone archeologiche, e il barocco, ma anche carrubi e ulivi secolari, campi di grano circondati da muretti a secco, mucche in libertà nei pascoli e tante altre sorprese ci riserva questo itinerario inedito alla scoperta della Sicilia più intima e genuina. Lungo la strada che percorre l’altopiano degli Iblei ovunque ci si volti la natura esprime tutto il suo splendore. E’ il paradiso del trekking e dei ciclisti: curve che accarezzano i campi, tornanti che salgono e scendono tra le vallate, fioriture che lambiscono i bordi della strada, sentieri con panorami mozzafiato.

L’altopiano degli Iblei, la cui cima più alta, monte Lauro, raggiunge 986 m. s.l.m., è costituito da numerose cave, rappresenta un importante complesso geologico della Sicilia sudorientale.
L’Anapo il cui nome, di origine greca, significa invisibile, nasce nel territorio di Palazzolo Acreide dalle sorgenti di Guffari sul Monte Lauro, dopo circa 40 km, attraverso le gole di Pantalica (dal fiume prende il nome), sfocia nelle acque del Porto Grande di Siracusa.
Un lungo sentiero bianco percorre l’intera valle dell’Anapo a mezza costa: è il vecchio tracciato della linea ferrata a scartamento ridotto Siracusa – Ragusa – Vizzini che, partendo da Siracusa, risaliva la valle, giungendo alla stazione di Sortino Fusco, di Pantalica, di Cassaro – Ferla, di Palazzolo Acreide e di Buscemi.

Sono numerose e ampie le fratture presenti, localmente denominate Cave, incidono il territorio a volte profondamente, con andamento per lo più perpendicolare alle coste.
La presenza dell’acqua, il grado di umidità favorevole ed il clima piuttosto mite della zona, hanno determinato all’interno delle cave la crescita di una lussureggiante e fitta vegetazione.
Discretamente estesi sono i boschi spontanei a Querce, depauperati purtroppo ogni anno dagli incendi estivi.

Lo spettacolo che offrono le cave iblee, specialmente quelle del Siracusano, è particolare: dirupi e strapiombi inaccessibili, grotte un tempo sommerse dal mare e prodighe di reperti fossili spesso rari, grotte stalattitiche ancora intatte e ricche di policrome concrezioni calcaree, ripari naturali di natura eolica, rara fauna selvatica e la nominata fitta vegetazione con frutti e bacche commestibili, erbe officinali e spesso con limpidi corsi d’acqua a fondo valle.
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