Siti Archeologici da visitare in Sicilia: Isola di Mozia

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Siti Archeologici da visitare in Sicilia: Isola di Mozia

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Pubblicato da Francesca Ur. per SicilyTourist in Trapani e Provincia · 3 Gennaio 2023
Circondata dalle basse acque della laguna dello Stagnone di  Marsala si trova la piccola ed incantevole
isola di Mozia, un tempo colonia Fenicia, ed oggi luogo ricco non solo di storia e cultura, ma anche di pregevoli bellezze naturali.



La città, fondata alla fine dell’VIII sec. a.C., presentava i requisiti tipici di molti stanziamenti fenici: una piccola isola in prossimità della costa, circondata da bassi fondali, quindi in grado di garantirsi una buona difesa dagli attacchi nemici e di offrire un attracco sicuro per le navi.
Punto di transito obbligato per le rotte commerciali verso la Spagna, la Sardegna e l’Italia Centrale, divenne ben presto una delle più floride colonie fenicie del Mediterraneo.
La presenza in Sicilia dei Greci causò guerre che, con alterne vicende, provocarono infine la distruzione di Mozia ad opera di Dionisio di Siracusa nel 397 a.C. Da allora i superstiti si trasferirono sulla costa siciliana, fondando la città di Lilibeo (visita l'area archeologica LILIBEO cliccando qui), l’odierna Marsala (visita Marsala cliccando qui). L’isola non rimase però del tutto disabitata, come dimostrano numerose evidenze archeologiche.



Grazie alla sua particolare e positiva posizione strategica, è sempre stata luogo ideale per lo scambio delle merci. I primi ad approdare sull’isola furono i Fenici, nell’VIII secolo a.C., che la trasformarono in una fiorente cittadina. Per difendersi dagli attacchi dei nemici vennero edificate delle alte mura che resero l’isola inespugnabile per parecchio tempo, resistendo agli attacchi dei Greci prima e dei Cartaginesi dopo.
Ma nel 397 a.C. la città di Mozia venne invasa e distrutta dalle truppe siracusane guidate dal crudele e dispotico tiranno Dionisio il Vecchio. Gli abitanti fuggirono e si ripararono sulla terra ferma e l’isola rimase abbandonata per parecchi secoli.



Nell’XI secolo d.C. durante la dominazione Normanna, Mozia fu donata all’abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala e divenne sede dei monaci basiliani di Palermo, che diedero poi essi stessi il nome San Pantaleo all’isola, dedicandola al proprio santo fondatore dell’ordine.
Nel XVI secolo l’isola passò ai gesuiti, e nel 1792 fu data come feudo al Notaio Rosario Alagna di Mozia insignito con il titolo di Barone di Mothia, il quale iniziò gli scavi archeologici alla ricerca dei reperti storici del passato



Mozia conobbe un periodo di splendore quando, nel 1902, il nobile inglese Joseph Whitaker decise di costruire qui la sua abitazione. La famiglia Whitaker si era stabilita in Sicilia alla fine dell’800, avviando una fiorente esportazione del vino di Marsala. Quando Joseph scoprì l’isola di Mozia, ne rimase colpito, sia per la sua bellezza, sia per lo straordinario valore archeologico. Acquistò quindi l’isola e, con la collaborazione del suo fedele sovrastante, il colonnello Giuseppe Lipari Cascio, esplorò Mozia in lungo ed in largo, portando alla luce i resti dell’antica città fenicia, oltre ad una vasta serie di reperti che oggi sono visibili nel museo Withaker (la vecchia abitazione di Joseph).

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